Il content marketing di oggi? White Paper, infografiche e calcolatori
No, il content marketing non è tutto un quiz. Si potrebbe parafrasare e ribaltare così la famosa sigla di un vecchio programma di Renzo Arbore, leggendo un recente articolo del Content Marketing Institute. Nel pezzo si parla di contenuti interattivi e di tre strumenti efficaci nell’ottenimento della maggiore percentuale di engagement e di conversione possibile. Vediamo un po’ di che si tratta.
1. Il white paper
C’era una volta il venerando white paper. E c’è ancora, anche se i marketer preferiscono chiamarlo “guida definitiva” o “ebook completo”. Cambiate le diciture, la sostanza è rimasta la medesima: è giunto il momento che i libri bianchi si mettano davvero al passo coi nuovi tempi.
Tanto per cominciare ce ne sono troppi e gli addetti ai lavori non saprebbero indicare chi effettivamente li legga: come l’ironico Manzoni dei Promessi Sposi, possono solo azzardare un numero di lettori.
La versione interattiva del white paper coinvolge più media e aumenta la capacità d’engagement. Pone quesiti, offre parametri di riferimento e conduce il lettore verso un modello a sua misura, basato sui dati che condivide.
2. L’infografica
Le infografiche sono un grande strumento per presentare conclusioni tratte dall’analisi di dati. Quasi l’80% di chi fa marketing afferma di condividere infografiche di tanto in tanto o frequentemente.
Tuttavia, con l’aumento di popolarità scaturito da CTR più alti e da software che permettono di realizzarne facilmente, anche questi strumenti si stanno moltiplicando considerevolmente. Le impiegano i governi (l’attuale legislatura Renzi, ad esempio, ne fa larghissimo uso), le sfruttano i talk show: sono dappertutto. E rimane, inoltre, il buco nero sulla questione dei lettori.
Un’infografica interattiva prende quello che è già uno degli strumenti più efficaci del content marketing e lo rende ancora migliore, dal momento che consente un dialogo a due voci tra il brand e il suo destinatario. Il frutto di questo dialogo può poi essere usato per aggiornare la stessa infografica e fornire dati per le successive trattative tra le due parti.
3. Il calcolatore
I calcolatori sono un’idea grandiosa, un’idea accessibile, però, soltanto a quei pochi marchi che possono permettersi di svilupparne uno. I software di calcolo possono tabulare il ROI sull’investimento fatto in un’esposizione fieristica, i costi dei computer fuori uso o quelli derivati dalla perdita di dipendenti e/o di clienti, e molto altro ancora.
A prescindere dal tuo settore industriale o dal tuo reparto aziendale di riferimento, prima di avere l’autorizzazione per un investimento, sei tenuto a verificare il ROI atteso. Come fai? A meno che tu non abbia il genio dei numeri del matematico John Nash, l’impresa s’annuncia ardua. Meglio andare sul sicuro: presentare prospetti con un metodo semplice di calcolo del ROI è una soluzione dal grande impatto.
Interattivo è meglio
Con una percentuale media di clic del 50% e con un tasso di conversione in contatti (i cosiddetti “leads”) del 40%, il content marketing interattivo potrebbe essere proprio la risposta che cercavi per spingere al massimo la tua lead generation.
Il tuo compito da content marketer è, in primo luogo, quello di catturare l’attenzione del tuo pubblico e, subito dopo, di mantenere vivo quell’interesse. Devi cioè in-trattenerlo, come se fosse seduto nella tua platea interattiva. E allora sì che potrai, come De Niro in Raging Bull, scatenarti in un liberatorio: “That’s entertainment!”