Raccontarsi e raccontare. Lo ripetiamo all'infinito, tutti i giorni, quanto sia importante creare un dialogo, mantenerlo, svilupparlo. Seejay non fa solo questo, perché conferisce alle tue storie veri e propri super poteri.
Suona strano? Certo, per questo me lo sono fatto spiegare da Fabrizio Ferreri, chief operating officer di Seejay.
Per ogni brand, ma non solo, oggi è importante soprattutto raccontarsi. Perché?
Faccio sempre un esempio: sei seduto al tavolo di un ristorante con un'altra persona, e questa persona ti parla ininterrottamente di sé. Quando torni a casa penserai sicuramente a quanto sia stata noiosa la serata. Sentire parlare qualcuno di sé senza sosta, non avendo spazio per intervenire e per parlare un po' è una delle esperienze più frustranti che ci sia.
Pensa invece ora alle emozioni e all'interesse che provi quando hai un libro aperto davanti e stai leggendo una storia accattivante e coinvolgente.
Tra le due esperienze vi è una differenza sostanziale: nel primo caso sei una presenza passiva, non riconosciuta nelle sue specificità e considerata con indifferenza dall'interlocutore. Al tuo posto potrebbe esserci chiunque altro e per l'interlocutore cambierebbe poco o nulla.
Nel secondo caso invece, la storia si rivolge a te, ha bisogno della tua immaginazione, del tuo pensiero e della tua partecipazione emotiva per esprimere pienamente il suo senso.
Ecco, per i brand è fondamentale raccontare perché oggi, giustamente, nessuno accetta più di incarnare il ruolo dell'interlocutore silenzioso e passivo del ristorante. Il racconto invece trasforma il pubblico da soggetto passivo ad ascoltatore partecipe, gratificando l'esperienza di fruizione dei contenuti trasmessi: il customer potenziale sente, grazie al racconto di cui è destinatario, che è richiesto un suo contributo, una sua attivazione, e questo scatto genera proprio quella forma iniziale di contatto con il brand che il brand dovrà saper tradurre in valore.
Seejay consente di costruire in tempo reale lo storytelling raccogliendo contenuti dai social network. Cosa avete più dei competitor?
Il nostro sistema si compone di quattro passaggi fondamentali,i l primo è storytelling, ovvero la costruzione della storia con i contenuti selezionati dai social.
Qui i competitor sono diversi e numerosi, e offrono tutti un servizio piuttosto analogo.
Noi ci distinguiamo per il tipo di user experience che abbiamo disegnato, concentrata più sulla qualità della content curation e sulla possibilità di editare la storia personalizzandone tutti gli aspetti.
Inoltre abbiamo reso disponibili, su richiesta, una serie di feature semantiche che facilitano la lettura dei contenuti inseriti soprattutto quando difficilmente leggibili per la gran varietà dei contenuti stessi.
Dopo aver costruito la Storia, ti consentiamo di promuoverla utilizzando uno strumento di marketing organico a Seejay, attualmente in funzione solo su Twitter, ma in poco tempo attivo anche sugli altri social network.
Il sistema che abbiamo sviluppato per Twitter è esclusivo, e questo è senza dubbio un vantaggio competitivo rilevante come strumento di marketing.
In sostanza, grazie a questa funzione, il publisher può promuovere direttamente la storia ad insiemi variegati di utenti Twitter che ritiene possano essere interessati al messaggio che contiene.
Con l' analytics e analisi del sentiment, il nostro cliente può controllare le performance della Storia e monitorare, in relazione ad uno o più hashtag, cosa stia esattamente accadendo sui social network.
Su questo punto, lo strumento di analytics che forniamo è molto più completo di quello che i nostri competitor mettono a disposizione.
L'ultimo passaggio è la profilazione della tua audience social.
Siamo già al lavoro su questo punto, attualmente su web esiste poco, si tratta di una delle nuove frontiere su cui si sta giocando la partita che riguarda il valore che publisher e brand possono ricavare dai social network.
In sostanza, per brand e publisher Seejay è ingaggio della propria audience social, espansione dell'audience social, comprensione dei principali aspetti della propria presenza nei social, profilazione della propria audience.
A differenziarci dai competitor è soprattutto l'aver costruito un servizio complesso capace di tenere insieme in un unico servizio tutti questi quattro punti.
Analisi del sentiment e profilazione degli utenti social: per le aziende la raccolta dei dati è appetibile quanto la raccolta dei contenuti?
Il nostro riscontro è questo: la raccolta dei contenuti senza il successivo momento di raccolta ed elaborazione del dato sull'iniziativa lanciata, rimane un'operazione incompleta.
Per brand e publisher è indispensabile l'intelligenza del dato, poter cioè integrare nel proprio sistema di business intelligence queste informazioni di secondo ordine sull'attività compiuta e in questo modo monitorare ed eventualmente perfezionare periodicamente le proprie strategie.
Il primo step da 20k euro della campagna equity based su Siamo Soci è stato raggiunto. Quali possibilità di sviluppo ci saranno al raggiungimento del goal di 150.000 euro?
Ci concentreremo su due aspetti in particolare: il primo è il potenziamento della funzione di promote organica al servizio per rendere lo storytelling sempre più uno strumento di marketing innovativo; in secondo luogo ci concentreremo sullo sviluppo della profilazione per consentire a publisher e brand di capire sempre meglio quale sia il loro pubblico sui social.
È inoltre nostra intenzione rafforzare la parte commerciale dell'azienda aprendo anche una sede operativa a Londra.
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La Repubblica e Il Messaggero hanno utilizzato Seejay per raccontare il processo di beatificazione di Papa Giovanni XXIII e Papa Giovanni Paolo II, è questo il futuro del giornalismo?
Il futuro del giornalismo è uno scenario complesso, non dipende a mio avviso da un unico fattore. Mi sento però di affermare che una possibile strada per aggiornarsi e ritrovare la vitalità perduta è data dall'integrazione di tre elementi:
dal mantenimento dell'approccio autoriale con un rafforzamento del punto di vista del giornalista;
dall'integrazione all'approccio autoriale della visione proveniente "dal basso", per una maggiore polifonia della notizia, per offrire al lettore un prisma prospettico piuttosto che una visione unilaterale;
dallo sfruttamento delle piattaforme mediatiche, in particolare i social network, non soltanto come pista di atterraggio dei propri contenuti, ma come luogo in cui creare un nuovo pubblico di lettori/contributori, seguendo pattern di interazione innovativi.