Ogni immagine implica un messaggio. Ogni decisione compiuta per la costruzione di una strategia di Visual Content Marketing è comunicazione. Così le parole, le immagini e la grafica possono essere strumenti potentissimi per il branding di un’azienda e per aumentare il livello di engagement dei propri clienti.
Ma come evitare di creare contenuti visuali mediocri? Le attività di Visual Marketing dovrebbero essere tutte rivolte a raggiungere l’obiettivo di soddisfare i clienti, fornendo ai prodotti un elevato valore aggiunto. Il plus sta proprio nell’appleal creato dalle immagini e dalla constatazione dell’effettiva differenza del brand rispetto agli altri competitor.
Chuck Fray ha raccolto una serie di consigli utili, suggeriti da esperti di Visual Marketing, per evitare di commettere errori grossolani nella progettazione visual della propria azienda, che possono compromettere di fatto, la percezione del pubblico. I nomi prestigiosi sono: Paul Biedermann, Rebekah Radice, Lisa Loeffler, Giuseppe Kalinowski, Stephanie Diamond, Martin Shervington, Donna Moritz.
Simone Serni, Social Media Specialist e Visual Storyteller, dice bene quando sostiene che viviamo in un mondo fatto di visual marketing, la cui affermazione viene sostenuta da dati statistici alquanto chiari: i contenuti visual ottengono il 94% di visualizzazioni in più rispetto ai contenuti testuali e vengono condivisi 40 volte in più sui social network. Non ultimo, il cervello umano processa le immagini 60.000 volte più velocemente rispetto ad un normale testo.
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Errore #1 Procedere senza una strategia Visual
Usare le immagini come potente strumento per attrarre il pubblico è possibile, ma solo procedendo con la pianificazione di una strategia di Visual Content Marketing ben precisa. Da buoni marketer dovreste chiedervi: cosa stiamo cercando di realizzare con questo contenuto visivo? Chi è il nostro pubblico e come possiamo fornirgli un’immagine coerente di ciò che è il nostro brand? Cosa può rendere unico e convincente il nostro messaggio?
Errore #2 Creare immagini solo “belle da vedere”
Non bisogna soltanto catturare l’attenzione del pubblico con immagini che siano accattivanti, ma devono fornire prima di tutto informazioni sul brand, comunicarne i valori, generare una vicinanza empatica tra chi vede e chi pubblica. Un caso eclatante è stato quello che ha visto coinvolti Pepsi e Cristiano Ronaldo, in occasione dello scontro tra Svezia e Portogallo per le qualificazioni ai prossimi Mondiali.
Sulla Pagina Facebook del Brand furono pubblicate delle immagini di una bambola voodoo con le sembianze di Ronaldo completamente trapassata da spilli. In realtà, i fan del Portogallo e lo stesso goleador non furono molto contenti dell’iniziativa, tanto che la foto fu rimossa e furono ufficialmente rilasciate delle scuse.
Errore #3 Creare contenuti universali per tutte le piattaforme Social
La maggior parte delle aziende commette un grave errore: pensare di poter veicolare gli stessi contenuti su tutte le piattaforme di Social Media. In realtà, Pinterest, Facebook, Twitter, Instagram, Linkedin e gli altri hanno tutti un linguaggio specifico, formati di immagini pensate ad hoc per condividere contenuti che possano generare condivisione, viralità ed engagement.
La creazione di contenuti ex novo pensati appositamente per ogni Social Network dovrebbe essere alla base della strategia Visual. Qualche brand da prendere in considerazione? Date un'occhiata a quanto ha fatto GE con la creazione di innovativi short film su Vine in occasione dell'anniversario della nascita di Thomas Edison.
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Errore #4 Peccare di eccesso di zelo
Cedere all'eccesso di zelo, strafare è molto semplice. Un esempio ci viene dalle infografiche piene zeppe di contenuti visuali, difficili da comprendere per tutto. Il troppo stroppia, anche nel caso delle immagini.
Senza forzare la mano ed esagerare, è consigliabile creare contenuti in linea con le tendenze del momento, magari tenendo in considerazione Google Trends, ma non dimenticando mai la coerenza nei confronti dei valori del brand per promuovere tali contenuti.
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Errore #5 Dimenticare la coerenza del brand
Un errore molto comune è pubblicare e condividere immagini poco coerenti con i valori del brand, che non rispondono ad una precisa strategia e quindi confliggono, creando nel pubblico soltanto confusione.
L’immagine coordinata è il mezzo attraverso il quale l’immagine risultante è percepita all’esterno come proveniente dalla stessa entità. Questa coerenza semiotica rende più efficiente il processo comunicativo perché fornisce ai destinatari precisi punti di riferimento, ma soprattutto induce un processo di progressivo riconoscimento dell’azienda o del marchio (brand awareness) e della sua attività con conseguenze positive sul suo successo. (Ciappei, Surchi, 2011)
E ancora:
L’immagine viene in questa direzione a caratterizzarsi come identità che traccia il profilo dell’azienda nel suo spessore storico, nella sua capacità di rendersi attuale e quindi di rinnovarsi e nella sua individualità di marca e di prodotto, a partire dalla consapevolezza che i membri dell’azienda hanno della propria appartenenza. (Appiano, 1992)
Volete prendere spunto da qualche esempio di eccellenza? Aziende che implementano strategie di Visual Content Marketing da prendere in considerazione sono:
INTEL
Elevato il tasso di engagement degli utenti sul canale Instagram dell’azienda. Contenuti ironici, con chiari riferimenti alla pop culture ed a idee creative, sono un ottimo strumento per promuovere nuovi prodotti e innovazione.
KELLOGG’S POP TARTS’
Immagini perfette per essere condivise sui Social Network, a fronte di uno storytelling efficace che con personaggi accattivanti e simpatici racconta le abitudini di una famiglia durante la colazione.
KRAFT FOODS
Basta dare un’occhiata al Profilo Pinterest di Kraft Foods per comprendere subito come le immagini possano essere utilizzate per presentare i prodotti enfatizzandone le qualità.
Tenere conto degli errori da evitare significa anche adottare all’opposto comportamenti che possano aumentare l’efficacia delle strategie di Visual Content Marketing dell’azienda. Come?
Espandere i propri orizzonti: sperimentare!
Entrano in gioco il visual storytelling, la gamification, i contest video e tutte le opportunità messe a disposizione dalle innovative tecnologie per poter raccontare la marca, espandere il proprio campo d’azione attraverso le immagini del brand.
Per sperimentare, però, è sempre bene conoscere la direzione verso la quale ci si vuole incamminare e gli obiettivi da perseguire per ottenere i massimi livelli di engagement.
Effettuare test sul risultato
Ritornando alla sperimentazione, il passaggio successivo riguarda il monitoraggio dei risultati. Le aziende possono provare diversi approcci al Visual Marketing e scoprire, grazie alle piattaforme di monitoraggio analitico come Facebook Insights, quali sono le immagini che ottengono i più elevati tassi di engagement. Potrebbe essere alquanto scocciante come procedura, ma è quanto mai necessaria.
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Guardare con gli occhi dei clienti
Lo stile ed i messaggi veicolati dai contenuti visivi del brand devono essere progettati sulla base dei gusti e delle preferenze dei clienti. Come? Immedesimandosi con il loro sentire, ad esempio, guardando con i loro occhi. E ricordate sempre che ogni piattaforma è diversa dall’altra e richiede determinati requisiti sia tecnici che comunicativi.
Utilizzare gli User Generated Content
Perché non sfruttare l’enorme creatività del popolo del web? Se un’azienda è riuscita ad instaurare un rapporto empatico con i propri clienti sarà ancora più semplice scambiare contenuti alla scoperta di idee innovative. In questo contesto gli hashtag hanno notevolmente facilitato la possibilità degli utenti di pubblicare contenuti visuali sui Social, come Instagram o Twitter, e condividerli con tutti gli altri utenti sulla base di una tematica.
Ogni contenuto, ogni post, ogni foto che viene diffuso sui Social costituisce un piccolo tassello all’interno di una più ampia strategia di Visual Marketing. L’immagine di copertina della Fan Page Facebook di Starbucks è la prova inconfutabile di quanto siano potenti gli user generated content.
In fondo, la migliore storia che un brand possa scrivere per se stesso è quella generata dai suoi fan che, spesso, supera ogni immaginazione.