Facebook supera YouTube in termini di visualizzazioni video. L'annuncio, dato da Gian Fulgoni -co-founder ed executive chairman emerito di ComScore- due settimane fa ha colpito tutti gli addetti ai lavori: un segnale di come la battaglia per catturare l'attenzione dell'audience sia ormai un affaire fra colossi sempre più irraggiungibili.
Un miliardo di visualizzazioni al giorno sono un numero difficilmente parificabile da altri provider, che Facebook pare sia riuscito a raggiungere anche grazie all'introduzione di modifiche dell'algoritmo che regola la pubblicazione sul Newsfeed.
Eppure, per comprendere il "sorpasso" fino in fondo, è necessario indagare a fondo quali siano le strategie che sia Facebook che YouTube stanno impiegando per vincere "la guerra del video", e perché.
Un confronto che si combatte sul terreno del contenuto e che conferma come il video sia una leva sempre efficace per catturare l'attenzione del pubblico: in particolare, quella fascia più sensibile che comprende gli utenti sotto i 30 anni, che rispetto agli altri segmenti di pubblico orientano i loro consumi quasi esclusivamente grazie al web e alla loro attività sui social network.
Lo scorso anno, proprio in questo periodo, The Future Company realizzava per conto di Mashable una ricerca che sottolineava come i ragazzi fra i 12 e 15 anni preferiscano YouTube a Facebook. Un fenomeno già osservato sul mercato USA, ad esempio, con Snapchat: secondo un'altra ricerca pubblicata lo scorso agosto da eMarketer, gli studenti dei college americani fra i 18 e i 24 anni preferiscono usare per comunicare, nel 70% dei casi, il social delle foto "usa e getta" rispetto a Twitter (46%) e appunto Facebook (11%). Social network forse meno complessi rispetto a quest'ultimo, considerando che articolano la loro struttura su una determinata forma di contenuto attorno cui orbitano tutte le altre funzionalità, ma certamente più performanti se si considera, appunto, la fruizione del contenuto stesso e i motivi per cui queste piattaforme vengono utilizzate.
Il saper rispondere a determinate richieste di format particolari di contenuto potrebbe diventare decisivo nell'accaparrarsi preferenze nel vasto pubblico degli utenti social: la modifica di Facebook può esser letta in quest'otticca, un tentativo di andare incontro alle forme di narrazioni preferite dagli utenti (quanti brand veicolano grazie ai video le loro campagne più creative? Pensateci).
Particolare che si sia scelto di lavorare a un territorio che da qualche anno si sta rivelando particolarmente scivoloso per il team di Palo Alto: indicativo di come Mark Zuckerberg & co. forse vedano con preoccupazione l'emorragia di utenti fra la fascia più giovane degli utenti digitali.
Per ora, la modifica all'algoritmo del Newsfeed e la funzione Autoplay (criticata perché particolarmente incisiva sul download dati da device mobile) hanno fatto propendere la battaglia delle visualizzazioni verso Facebook, anche se è troppo presto per definire se questo sia stato un primo passo per una strategia più ampia che indichi come prioritario il tentativo di coinvolgere nuovamente gl utenti più giovani: certamente, non sarà questa l'ultima mossa del social network più importante al mondo per continuare a confermarsi leader del mercato.
Attendiamo ora la risposta di YouTube e Google: ci dobbiamo aspettare, magari, un intervento di pari livello anche sulle ricerche che faremo sul motore di ricerca? Chi vivrà vedrà. E chi vorrà, amici lettori, commenterà ;-)