Chi non ha mai desiderato avere una macchina del tempo? Da questa settimana, grazie alla compagnia telefonica Orange puoi curiosare nel futuro!
Il brand francese ha infatti lanciato il progetto#futureself: attraverso i software Kinect e Faceshift, il sistema è in grado di generare da una foto un avatar, permettendoti di dialogare con il "futuro te" nel 2034.
Ho scelto di provare per voi questa campagna di comunicazione, per capire qual è la chiave del suo successo.
Per poter iniziare a creare il proprio avatar è necessario accedere al sito futureself.orange.com.
Una volta entrata nel sito, il sistema mi ha chiesto di caricare una foto in primo piano. Meglio allontarsi leggermente dall'obiettivo della webcam, così che il software sia in grado di elaborare l'avatar senza contorni imprecisi.
Dopo aver modificato i lineamenti, per una resa migliore, ho risposto a delle semplici domande: sesso, range di età, colore occhi e colore della carnagione.
Tra vent'anni sarò così!
Dopo il primo momento di stupore, ho iniziato a fare alcune domande al mio avatar. Sono previste due modalità di dialogo, entrambe in lingua inglese: la prima attraverso il microfono del proprio PC, la seconda attraverso una chat diretta.
Le mie più grandi curiosità riguardavano la mia futura dimora e il mio lavoro. Voi quali domande fareste?
In pochi giorni questa iniziativa ha riscosso un enorme successo. Quali sono le motivazioni?
Orange parla ad un nuovo target: i Millennial
La compagnia telefonica si è sempre distinta più per la sua storia e, in misura minore, per le sue capacità di innovazione all'interno del mercato. La domanda da cui sono dunque partiti è stata la seguente: "su quale target puntare per comunicare i nostri passi in avanti?"Ad oggi la risposta è una sola: i Millennial.
Analizzando i tratti principali di questa campagna di comunicazione è chiaro come sia determinante per un'azienda, soprattutto tecnologica, puntare sul coinvolgimento diretto di questo nuovo target di consumatori, creando stupore e ideando strumenti, dall'alto potenziale innovativo, che ruotino attorno al concetto di iperconnessione. I Millennial ricercano, infatti, meno prodotto, più brand e condivisione.
Promozione o Engagement?
Diversi competitor di Orange utilizzano, sia in occasioni speciali sia per il lancio di un nuovo prodotto, iniziative con un basso livello di engagement, puntando più sulla comunicazione di occasioni di risparmio. Il rischio, a livello marketing, è quello di diventare uno dei tanti e di non essere ricordati dai propri consumatori, "sommersi" ogni giorno da messaggi promozionali.
Studiare una strategia con un elevato livello di engagement innanzitutto significa fare leva sulle emozioni, stimolandole, invitando così gli utenti a giocare con il brand. In questo modo le innovazioni tecnologiche e i prodotti futuri sono comunicate al mercato in modo ludico, facilitando il ricordo soprattutto al momento dell'acquisto.
Infine, l'engagement è alla base del viral marketing. Basta infatti dare uno sguardo all'hashtag #futureself su Twitter per affermare che un livello elevato di coinvolgimento del consumatore può risultare il fattore di successo di una brand strategy.
Orange avrà un suo #futureself?
Il progetto iniziato con #futureself sarà efficace solo se la compagnia telefonica saprà declinare questa iniziativa anche in un momento successivo, mettendo da parte la strategia promotional, dialogando sempre di più con la nuova generazione, facendo conoscere in modo creativo e concreto l'impresa, il suo potenziale e le innovazioni tecnologiche.
Ora tocca a voi: iniziate a chattare con il vostro Future Self e scoprite quali sorprese vi riserverà il futuro!
Orange: Futureself Casestudy from Jam3 on Vimeo.
Credits
Orange
Deputy Director of Communications: Béatrice Mandine
Brand Director: Thierry Marigny
Adv agency: Publicis Conseil
International Creative Director: Steve O’Leary
Copywriter: Méric Settembre
Art Director: Thomas Bernard
Digital Strategic Planner: Benoit Candelle
Producers: Pierre Marcus, Thierry Delesalle (Prodigious)
Dialogues: Benjamin Euvrard, Ingrid Morley-Pegge, Benjamin Dumont, Charly de Witte, Romain Grandsire