Come un carillon che racconta la città, una di quelle boîte à musique che si vendono sui bordi della Senna o a Place du Tertre, una cartina interattiva dei battiti di Parigi. Si chiama Écouter Paris ed è un mezzo diverso per scoprire la capitale, affidandosi alla sola dimensiona uditiva.
Direttore d’orchestra di questa eccentrica rapsodia urbana è l’Atelier du Bruit, collettivo di creazione e ideazione di documentari multimediali, nato nel 2004, composto da Xavier Baudoin, Irène Berelowitch e Monica Fantini, con la collaborazione di Michel Créis, ingegnere del suono.
L’Atelier du Bruit è partito dalla carta del rumore fornita dal Comune di Parigi per costruire una sorta di partitura urbana che intreccia i suoni e le testimonianze di strade e quartieri.
La mappa è divisa in cinque sezioni, ad ognuna delle quali è abbinato un colore. È sufficiente cliccare su un bottoncino colorato per immergersi, almeno nell’immaginazione, nella Parigi di ogni giorno.
Paysages, racconti urbani intrecciati a frequenze sonore, registrati senza ricorrere a interviste, con la sola voce della città; promenades, percorsi cittadini in compagnia di orecchie particolarmente acute e sensibili all’ambiente sonoro; témoignages, storie nate intorno alla memoria di un suono, vissute o sognate; instantanés, impressioni di Parigi, raccolte entrando in un caffè, infilandosi di fretta in un autobus, saltando su nella metro; autrefois, affacci sonori sulla Parigi di una volta, collezionati negli archivi cittadini.
Le registrazioni sono in presa diretta dalla strada, raccolte durante instancabili passeggiate e piccole inchieste. Si chiede agli abitanti di Parigi quali sono i rumori che sentono aperte le finestre o passeggiando nel proprio quartiere. In seguito, si lavora sul montaggio sonoro, firmando vere e proprie composizioni urbane.
L’Atelier du Bruit è all’opera per ricostruire anche la Parigi del passato, collocando testimonianze, registrazioni e voci, ritrovate negli archivi, nei quartieri dove sono state pronunciate.
E questo non è il primo esperimento sonoro legato ai battiti di una città. La stessa Monica Fantini è stata la mente di “Écouter Venise”, variazione sul tema di gondole, maschere e canali, diffusa da France Culture a luglio 2010.
L’Atelier du Bruit invita, infine, viandanti e inguaribili promeneur a prendere spunto dai rumori della città e a scriverci sopra fantasiose partiture. Nella sezione “Page Blanche”, è sufficiente scegliere in quale arrondissement ambientare una storia e popolare Parigi di un altro racconto.
Tutti i suoni registrati possono essere allegati e inviati via mail, per condividere un ricordo, una vera e propria madeleine sonora, nell’era del digitale. È forse questo un antidoto alle immagini stereotipate che racchiudono le città come Parigi, abusate da mille sguardi, e una sfida al potere invasivo di un immaginario già venduto in cartolina, di foto in scatola, di ricordi già modellati.