Hanno lavorato per anni nel mondo della moda, come free press editor del magazine Style Up! Quando si è diffuso il fenomeno del fashion blogging hanno deciso di cavalcare questa evoluzione e creare una startup che potesse coniugare il bisogno di visibilità dei designer emergenti con la popolarità del mondo delle blogger. Matteo Margini (CEO e Founder), Riccardo Ruffini (Designer), Silvia Ceddia (Social Media Manager), Andrea Beck Melegari (Digital PR) affiancati da un team di sviluppatori esterno e da una collaborazione con l’università di Bologna, di cui hanno fatto parte Giorgia Sterza, Francesca Amoroso e Stefano Maccagnani, hanno così lanciato PashionVictim.
Facciamoci dunque raccontare da Matteo com'è nata l'idea.
Come è nata la vostra idea?
La nostra idea ha radici alquanto lontane; da anni crediamo fortemente che il web sia in grado di democratizzare un sistema estramente verticalizzato come la moda. Per anni grandi budget investiti su media tradizionali sono stati capaci di influenzare con successo le scelte di acquisto delle persone, oggi attraverso il web anche semplici persone hanno la facoltà di lanciare dal basso nuove tendenze con un’efficacia talvolta terribilmente superiore rispetto a quella espressa da riviste, radio o tv.
A tal proposito riteniamo che il fenomeno del fashion blogging sia soltanto agli albori e che l’attuale gestione delle collaborazioni tra blogger e brand sia una vera e propria giungla; allo stesso tempo crediamo fortemente nell’eccellenza del Made in Italy nel creare prodotti moda dall’altissimo contenuto stilistico e qualitativo.
In cosa consiste PashionVictim?
Dall’unione spontanea (e non forzata) del mondo del fashion blogging e del design Made In Italy nasce PashionVictim, ovvero un marketplace che intende mettere in relazione i più promettenti fashion designer italiani con il mondo in esplosiva ascesa dei fashion blogger, per dar vita ad un social commerce in cui ciascun articolo è rigorosamente indossato, provato e recensito proprio dai blogger.
L’idea è quella di offrire a veri appassionati di moda un’esperienza sociale inspiring, con la possibilità di acquistare capi unici ed esclusivi e godere allo stesso tempo di una migliore percezione dei volumi e della vestibilità oltre ad una superiore completezza informativa data dalla possibilità di interagire e di ricevere preziose indicazioni da chi ha avuto effettivamente l’articolo tra le proprie mani.
A che punto siete dello sviluppo?
Dopo un’anno di business plan competition (lo scorso anno siamo stati finalisti nel secondo girone al Wind Business Factor), focus group e ricerche di mercato, ora siamo finalmente in procinto di lanciare tra fine Ottobre ed inizio Novembre una versione beta del progetto.
Qual è lo scenario competitivo?
Lo scenario competitivo è estremamente complesso, esistono già diverse piattaforme (anche Italiane) in grado di permettere a giovani designer di aprire una propria vetrina on-line; tuttavia un conto è affacciarsi sulla rete, un altro è vendere on-line.
La nostra piattaforma, fungendo in primis da marketplace, permetterà ai brand emergenti di allacciarsi gratuitamente ad uno straordinario canale promozionale sociale rappresentato dai fashion blogger; a nostro avviso, questo è un elemento determinante per generare un adeguato afflusso di traffico verso la nostra piattaforma e garantire ai nostri partner buone performance commerciali senza generare alcun tipo di costo fisso.
Quali sono le prospettive / difficoltà in Italia per una strartup nel vostro settore?
Le difficoltà sono quelle tipiche delle startup italiane, ovvero l’estrema difficoltà nel reperire risorse finanziarie ed umane disposte ad investire in progetti con una scalabilità potenziale nel medio/lungo periodo.
Tuttavia, nel nostro caso, il fatto di trovarci in Italia, rappresenta anche un grosso vantaggio competitivo in quanto ci permette di lavorare fianco a fianco di tanti giovani talenti e stilisti emergenti e di presentare all’interno di PashionVictim proposte contenutistiche innovative e di qualità.
Dove vi vedete tra 1 anno?
Nella nostra roadmap tra un’anno saremo pienamente immersi in un processo di internazionalizzazione che vedrà da un lato l’allargamento del nostro panorama commerciale, da comunitario a mondiale, dall’altro l’ingresso di fashion designer esteri per rendere le nostre proposte stilistiche ancora più uniche ed accattivanti.