"Si possono conoscere gli ideali di una nazione attraverso la sua pubblicità". Così scriveva Norman Douglas in Vento del Sud del 1917.
Partendo da questa citazione ci soffermiamo sul flop registrato dagli ultimi spot Apple che ha invertito la rotta non propinando più informazioni e immagini relative ai propri prodotti. Per fronteggiare la rivale sudcoreana Samsung che in quel di Cupertino ha influenzato il mercato azionario, Apple ora punta a convincere i consumatori dei valori e delle potenzialità, anche a livello emotivo, dell'azienda dalla mela morsicata.
"E' questo. Quello che importa è questo.
Come vivi un prodotto. Come ti farà sentire.
Renderà la vita migliore?
[...] Ogni idea che abbiamo, migliora ogni vita che incontra
[...] Questa è la nostra firma, e significa tutto."
Secondo la societa' di consulenza Ace Metrix, che ha analizzato l'efficacia delle pubblicità sul piccolo schermo, la campagna promozionale lanciata lo scorso 10 giugno ha messo a segno il peggiore punteggio rispetto a quelle realizzate in passato da Apple: 489 contro 700.
Anche rispetto al settore, che totalizza 542 punti, il gruppo californiano ha fatto peggio. Pare che gli spot si rivolgano più ai dipendenti che non ai consumatori. Non è ancora ben chiaro quanto valga per Apple il decremento ottenuto, è un fatto però che l'azienda abbia dovuto affrontare una grande sfida: confrontarsi con l'intramontabile Think Different e il post Steve Jobs.
Ora la domanda che ci (e vi) poniamo è: per quanto vedremo questi spot sui nostri schermi?