Di Ivonne Citarella – Sociologa e Second Lifer
Nei miei precedenti articoli qui sul Ninja Marketing ho ampiamente parlato delle molteplici opportunità che Second Life offre in termini di competenze che si possono acquisire grazie sia al metodo del learning by doing, sia grazie all’intuitività del software che, unita alla sua ludicità, permette il raggiungimento di vari livelli di professionalità.
Second Life potrebbe però così apparire solo un mondo freddo e distaccato in cui, oltre al perseguimento di scopi commerciali o militari (purtroppo sì), il top più hot sia quello di perdersi con una seconda libertina identità. Per fortuna Second Life è ben altro!
Si nasce avatar e senza nessun idea precostituita, ci si mette in gioco ed ecco che sopite o ignote passioni cominciano ad emergere. Passioni sconosciute a se stessi o semplicemente addormentate che fanno capolino riempiendo il tempo e ampliando i confini della propria conoscenza, che viene così invasa da quell’ardore l’unico capace di abbattere i limiti che noi stessi ci poniamo e di appagare reconditi desideri.
Sopito o ignoto, Second Life pulsa di questo entusiasmo in tutti i campi dall’arte alla musica, dalla poesia alla scrittura inoltrandosi finanche in ambiti più intimi e personali.
Ecco perché non potevo rimanere indifferente nel leggere il post di Nessuno Myoo che in un primo momento volevo solo commentare ma poi, per la pienezza di alcuni concetti in esso espressi in linea con i miei, ho preferito, con il suo permesso, riportarne uno stralcio qui. Nessuno Myoo è, nella rosa degli artisti della comunità italiana e di tutto il mondo virtuale di Second Life, uno degli scultori più apprezzati.
Nel suo post tenta di dare una spiegazione al verificarsi di inesorabili dinamiche di notorietà alle quali vanno soggette anche le opere di Second Life, respingendo l’eventuale loro inseguimento e rimanendo fedelmente e felicemente legato alla propria passione perché diversamente, egli spiega, non potrebbe agire.
Le sue parole collimano perfettamente con il concetto di passione allo stato puro ma anche della libertà e della volontà di perseguirla al meglio, arricchendo in questo modo oltre se stessi anche il mondo virtuale con opere magnifiche a beneficio di tutti e distanziando a priori meccanismi ben noti della società nella quale viviamo.
Qui di seguito lo stralcio del suo articolo:
“………. Alla luce di tutto questo ragionamento, alcune differenze 'solo' apparentemente incomprensibili o inspiegabili nel difficile compito di interpretare umori e malumori del pubblico di fronte a dei manufatti artistici, assumono una logica e una coerenza, e purtroppo - mi verrebbe da dire - pochissime eccezioni a conferma di ancora meno regole.
Per ritornare agli interrogativi legittimi di Rose direi che: nulla o poco importa se alcune dissonanze cromatiche presenti in alcuni lavori sono miscelate con una cura maniacale al limite della ossessione. Per essere sottolineate ed apprezzate su larga scala occorre sempre caricare in maniera eccessiva e qualche volta volgare. Nulla o poco importa che in altri sia presente una metrica ed una ritmica costruttiva che in immagini spesso si traduce in una pregevole musicalità.
Per essere goduta ed apprezzata su larga scala deve potersi ascoltare solo all'orecchio. Nulla o poco importa che in altri ancora l'esplosione del movimento è sublimata in ognuno dei singoli prim, nei gruppi che ne compongono parte dei dettagli, fino ad arrivare, via via, in un crescendo d'insieme quasi coreografico. Per essere accessibile ai più occorre che si muovano davvero questi benedetti prim! Magari dopo averci cliccato su, così che anche l'aspetto giocoso legato all'interattività -altro termine di cui si abusa da sempre - è pienamente appagato.
Ma di cosa stiamo parlando poi alla fine? Potrei impegnarmi a fare diversamente per raggiungere un consenso maggiore? Si, e forse dovrei. Ma non lo farò. Perchè tradirei la mia natura. Che è appunto quella di provare a fare sculture ricche di cromatismi spesso con la quasi totale assenza di colore. Ricche di musicalità con la quasi totale assenza di suoni.
E soprattutto, ricche di movimento, pur restandosene lì, piantate ed immobili, a sfidare il buon senso. Qualche volta anche il mio :)”
Concludo dicendo che contrariamente a quanto ribadito nel titolo del suo post “ In verità vi dico…e Niente “ Nessuno Myoo dice invece Tutto, accogliendo nella sua arte, tutta da vedere e da ammirare, il suo vero senso, quell’arte che nasce per esprimere la scintilla creativa dell’artista e non per performarsi ad idee spettacolari fini a se stesse.
L’arte parla della propria anima e le fredde e calcolate competizioni non possono certamente avere la meglio.