Mentre prosegue il conto alla rovescia per Cannes – mancano 13 giorni – incontriamo ancora Raffaella Bertini, giurata nella categoria Promo & Activation, intervistata per Ninja Marketing dalla copywriter Federica Scaramelli.
Nella prima intervista abbiamo parlato di quanto impegno, mentale e fisico, sia richiesto a ogni giurato durante la settimana del Festival. Ora che conosciamo racconti e suggestioni, è arrivato il momento di fare qualche domanda più tecnica.
Raffaella, come funzionano le votazioni delle giurie per stabilire le shortlist e i metalli?
Si comincia col guardare le case history di tutti i lavori iscritti nella propria categoria. Per ciascuno, ogni giurato esprime un voto, da 1 a 10. Bisogna essere molto attenti nel capire subito il trend generale, in modo che ogni voto possa essere assegnato con obiettività, valutando anche il livello medio generale.
Conclusa questa prima fase, a ogni lavoro si assegna un punteggio finale, calcolato sulla media aritmetica di tutti i voti ricevuti. Chi ottiene almeno un 6 passa, e fa già parte della storia di Cannes: è in shortlist. Chi non passa, ha ancora una possibilità: ogni giurato, infatti, ha il diritto di ripescare una campagna – e una soltanto – che ritenga particolarmente valida. La segnala, e la sottopone una seconda volta alla valutazione della giuria, che ne discute l’ammissione alla shortlist. Un giurato che abbia ripescato un lavoro proveniente dal proprio paese, in questa fase non può parlare.
Una volta scelti gli eventuali lavori da riammettere, la shortlist è definitiva, e i metalli sempre più vicini. Ori, argenti e metalli verranno assegnati per alzata di mano.
Certo, la spiegazione è veloce, la giornata un po’ meno: nel 2006, quando ero giurata nei Cyber, abbiamo cominciato alle 8.30 del mattino, reclusi in una stanza, e abbiamo assegnato il Grand Prix alle 23.30.
Come avvengono, di solito, le discussioni? I toni sono particolarmente accesi o il dialogo è pacato e costruttivo?
Le discussioni sono sempre moderate e collaborative. L’obiettivo comune, mai trascurato, è di premiare, tutti insieme, la vera eccellenza creativa.
I ripescaggi sono imparziali, o eventuali questioni politiche li influenzano?
Per la mia esperienza del 2006, non si è verificato nessun episodio scorretto. Anzi, in ogni fase ho visto tutti i giurati votare per lavori che davvero meritavano un riconoscimento. Lottiamo solo per le campagne nelle quali crediamo veramente, che vogliamo sostenere e difendere.
Sono la passione e l’entusiasmo per l’eccellenza creativa a guidare ogni nostra scelta. Altrimenti, sarebbe proprio da masochisti passare un’intera settimana a Cannes lavorando ininterrottamente fino a tardi, reclusi con sconosciuti, a guardare e riguardare i video di tutte le case history, ciascuno di due minuti. Senza neanche poter fumare.
Quali sono i requisiti per poter vincere un leone nella categoria Promo & Activation?
Ci deve essere l’idea: originale, forte, coraggiosa. Deve essere replicabile, immediata, misurabile. Conta anche il brand: tutti i giurati sono dei creativi, e conoscono bene le dinamiche tra cliente e agenzia. E sanno che una grossa operazione ha molte più possibilità di essere realizzata da un famoso brand sportivo piuttosto che da un detersivo per pavimenti. E quando un detersivo arriva a Cannes, gli va riconosciuto il lungo viaggio.
Te la senti di fare un pronostico per i lavori italiani?
Sicuramente le campagne che hanno già ottenuto premi e riconoscimenti internazionali hanno buone possibilità di replicare i loro successi anche a Cannes. Come:
“The beauty of a second” per Montblanc – Arc Leo Burnett, Milano.
“Sunrise belongs to moderate drinkers” per Heineken – Publicis Italia, Milano
[yframe url='http://www.youtube.com/watch?v=P-bk775dPVY&feature=player_embedded']
“Angry Birds Live” per T-Mobile – Saatchi&Saatchi, Milano
[yframe url='http://www.youtube.com/watch?v=jzIBZQkj6SY&feature=player_embedded']
Tra gli altri lavori,
“Bladna Festival” per Bladna Mobile – Piano B, Milano.
sono riusciti a coinvolgere un target difficile da trovare sui media italiani.
“Play on the way” per Casinò Campione d’Italia – AdmCom, Bologna.
Semplice. Immediato. Efficace.
[yframe url='http://www.youtube.com/watch?v=gZnixAu33-Y']
“Integration Day” per CoorDown - Saatchi&Saatchi, Milano.
[yframe url='http://www.youtube.com/watch?v=Ky9AQjr_xJI']
Un’idea geniale: quale migliore integrazione per le persone con la sindrome di down che inserirli davvero nella vita di tutti i giorni?
Non chiamiamolo pronostico, però: è un punto di vista estremamente personale.
Mi auguro che le campagne vincitrici possano stimolare tanto il mercato quanto le nuove generazioni di creativi. E che vinca il migliore!
Per leggere il primo articolo clicca qui.
Raffaella Bertini - Nata a milano il 14 luglio del 70, sono molto fiera dalle mia data di nascita.Per ragioni familiari ho vissuto a Parigi fino ai 22 anni.Nel 1992, torno in italia per seguire i corsi in Hdemia di comunicazione a Milano.Nel 1995 apro Effects con due soci, prima agenzia “interattiva italiana”. Poi lavoro in Nurun, Arc Leo Burnet ed attualmente sono in Leagas delaney come Head of digital planing.Da 16 anni lavoro nei new media, ho fatto il giurato nel 2005 per gli ADC*E, nel 2006 a Cannes per i Cyber e lo sarò anche quest’anno per i Promo & activation. Adoro il mio lavoro.nel tempo libero pratico surf, scuba diving, paracadutismo e molto giardinaggio.
Federica Scaramelli - Nel 1997 sceglie di iscriversi alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano per poter conciliare ed esprimere mentalità scientifica e animo umanistico. Nel 2001 scappa in Erasmus, al National College of Art and Design di Dublino. Dopo la laurea, comincia come grafica, prosegue come responsabile editoriale di un portale di informazione, e intanto è redattrice per un magazine online di architettura. Finalmente, nel 2010 molla tutto per il lavoro che ha sempre sognato: la copywriter. Appassionata lettrice di ogni tipo di etichetta, il giallo è il suo colore preferito e odia i numeri pari.
Raffaella – @raffy_bertini
Federica – @_Geeena_