Fabrizio Rovatti, attuale direttore di Innovation Factory, incubatore di primo miglio, per anni ha coordinato e gestito i progetti supportati dalla metodologia di trasferimento tecnologico per le imprese assistite da Area Science Park, il parco scientifico vigilato dal MIUR, attivo in diverse regioni italiane per aiutare le imprese italiane e spingere la nascita di startup, soprattutto nei territori meno sviluppati.
Avevamo anticipato quest'area tematica con una riflessione sulle capacità di Crescita dell'economia italiana grazie al trasferimento tecnologico e all'incubazione scientifica d'impresa.
Proviamo a capire meglio come si inserisce in tutto ciò l'esperienza di Innovaction Factory, "dal business dream al business plan".
Lo schema dell'incubazione in 4 passaggi
Incubazione: ma cosa si fa in pratica in Area Science Park?
Con una descrizione molto rapida -e spero non troppo- possiamo dire che si considerano due istanze che faticano a comunicare tra loro e a lavorare insieme: la Ricerca e il Mercato. E le si mettono in relazione tra loro per farle funzionare.
(1) Il presupposto...
Da un lato il mondo della ricerca, che non sempre ha i suoi obiettivi in sintonia con le esigenze delle imprese, dall'altro anche il mondo imprenditoriale italiano, fatto per lo più di imprese medio-piccole e a gestione familiare, non ha la forza di investire in nuova ricerca né è in grado di rivolgersi agli operatori per confidare le problematiche che vive in tema di gestione aziendale, di vendita di prodotti o ancora di realizzazione di un servizio che intendono dare, per fare degli esempi.
(2) ...e il perchè degli incubatori...
Si inseriscono come mediatori tra i due attori in gioco: invitano le imprese a valutare quali sono le proprie esigenze e i propri obiettivi.
Spesso in questa fase le imprese neanche sanno qual è il loro vero problema, così vengono affiancate da veri e propri broker, esperti di mercato, di innovazione tecnologica o provenienti dal mondo manageriale, che, insieme alle imprese, ne studiano la situazione e rilevano tutti i punti di forza e i punti di debolezza dell'azienda.
Ci spiega infatti Rovatti che "i ricercatori, o più in generale gli “inventori”, che si rivolgono a Innovation Factory, vogliono creare un’impresa innovativa che vada a commercializzare prodotti o servizi basati sui risultati delle loro ricerche scientifiche, rispondendo in primis ad una loro intuizione ed a una loro aspirazione profonda: il loro sogno imprenditoriale.
La passione che guida il futuro imprenditore è sicuramente un elemento fondamentale, ma per creare una impresa di successo è necessario coniugare questa spinta istintiva con attività di sviluppo strutturate sia dal punto di vista tecnico che di mercato".
Le partnership che si sviluppano in questo momento sono forse le più importanti, perchè creano la rete d'innovazione di cui un tessuto territoriale ha bisogno realmente per crescere.
"La stesura del Business Plan, non sulla carta ma validato sul campo e reale guida su cui basare lo sviluppo della futura impresa, è vista quindi come fase finale di un percorso che consente al proponente di verificare la fattibilità della propria idea, di formalizzare in uno schema economico-finanziario tutte le informazioni raccolte durante il percorso, di definire la strategia d’impresa e i dettagli del business model".
Tra Ricerca e Mercato: il ruolo di Area
La pianificazione dell'intervento possibile attraverso la creazione del Business Plan è costruita in modo tale che l'istanza imprenditoriale possa a quel punto chiede re ai ricercatori, cioè alle università convenzionate o agli istituti di ricerca che collaborano con l'incubatore, di trovare soluzioni adeguate allo sviluppi dell'idea.
(3) Qui viene il bello!
Si iniziano ad esplorare le opportunità di prodotti preesistenti, si creano in laboratorio nuovi imballaggi, nuovi lieviti, si sperimentano nuove possibilità d'applicazione, si creano veri casi di successo. Finché non si torna dall'azienda con la soluzione in mano: è questo il famoso metodo del trasferimento tecnologico che caratterizza il lavoro di Area Science Park.
Dopo un periodo in cui l'incubatore continua a seguire l'impresa, si iniziano a misurarne gli effetti per capire di quanto l'azienda si è rafforzata: si analizza l'aumentato le vendite, si rileva l'allargamento del personale in virtù di nuovi dipendenti, si calcola la crescita del fatturato: quando l'incubatore capisce che l'azienda è matura per proseguire questo cammino da sola, la lascia.
(4) Ecco dove si colloca Innovation Factory
Ricollegandoci proprio alla funzione di supporto per le startup, possiamo quindi dare un altro compito dell'incubatore, cioè quello di spingere la creazione di nuove attività economiche.
In particolare per i servizi dedicati allo spin-off e alla start-up, Innovaction Factory lavora affinché ogni idea d'impresa sia valorizzata in maniera specifica.
"La metodologia prevede la predisposizione di un piano di attività ad hoc per ogni singolo gruppo. Solo così, all’interno di una metodologia formalizzata, si riesce a supportare in maniera efficace ed efficiente l’idea reale dei futuri imprenditori, ottimizzando i costi del progetto e nello stesso tempo ottenendo feedback reali sulla validità degli strumenti adottati.
Proprio questo percorso formalizzato è una delle caratteristiche della metodologia di Innovation Factory: la pre-incubazione. Parliamo della fase compresa tra la nascita dell’idea imprenditoriale e la costituzione della start up, nella quale spesso buone idee si arenano semplicemente perché un’applicazione promettente, frutto di ricerche, non riesce a trovare i supporti - orientati al business - e i fondi necessari a completare le fasi di sviluppo e acquisire i primi contatti nel proprio mercato di riferimento".
Innovation Factory interviene soprattutto in questa fase, mettendo a disposizione strumenti, competenze e risorse per effettuare queste verifiche - sul campo - di fattibilità tecnologica, commerciale, legale ed economica dell’idea ed investendo in una fase altrimenti poco coperta da altri attori. Grande attenzione viene posta alle idee ma soprattutto alle persone che vengono seguite per essere pronte e consapevoli a svolgere un compito nuovo al quale non sono preparate e che probabilmente non conoscono : il ruolo dell’imprenditore".
In che modo Innovation Factory si differenzia dagli altri programmi in Italia
"Nel panorama italiano, fortunatamente, si sente parlare sempre più spesso di programmi rivolti alle start-up, considerati uno degli strumenti di trasferimento tecnologico in grado di generare un reale impatto positivo sul tessuto economico italiano, con il forte coinvolgimento di tutti gli attori capaci di creare valore. Le politiche prefigurate in materia da Governo sembrano andare in questa direzione.
Attraverso metodologie come Innovation Factory l’impatto sarà inoltre ampiamente misurabile: nel nostro caso per esempio, a fronte del finanziamento pubblico del Ministero dello Sviluppo Economico e del Consorzio per l’AREA di ricerca di Trieste saremo in grado di supportare la creazione di più di una quindicina di start up innovative. Per ora già 4 sono riuscite a portare a buon fine la pre-incubazione, costituendo società che si sono subito inserite sul mercato, creando inoltre nuovi posti di lavoro e in alcuni casi attirando nuovi capitali da parte di privati e di Venture Capital.
L’auspicio per il futuro quindi è che i programmi rivolti alle start up innovative e agli spin off, soprattutto incentivando percorsi di filiera che coinvolgano tutti gli attori coinvolti nel percorso di sviluppo (dalla pre-incubazione agli investitori), possano trovare sempre più spazio nel panorama nazionale, per poter contribuire in maniera decisa alla crescita economica e sociale italiana".
Alcuni risultati
Anche a proposito di questo ci eravamo messi avanti: vi abbiamo già parlato di una startup di successo nata proprio ad Innovaction Factory, con S-peek, il primo rating d'azienda a portata di app.
Perciò, in considerazione ai risvolti pratici dell'incubazione scientifica, continueremo a farvi le nostre proposte. Ma aspettiamo anche i vostri feedback!
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