Chi non conosce Tigella? All'anagrafe Claudia Vago, attivissima blogger e grande influencer su Twitter, si divide tra la sua intensa attività di social media reporter dei grandi movimenti sociopolitici mondiali e il suo lavoro di social media manager e web editor per alcune realtà emiliane.
Il suo ultimo progetto? Andare a Chicago, a Maggio, grazie al sostegno finanziario delle persone che la seguono, per seguire e raccontare in diretta i fatti di #occupychicago. Quel mese, infatti, la metropoli statunitense ospiterà due eventi globali come i vertici G8 e NATO. Un obiettivo sulla carta difficile, diventato poi molto più semplice grazie alla rete, alla sua bravura e alla fiducia di chi l'apprezza. Ed ecco che, a pochi giorni dall'avvio della campagna, le mini-quote da 10€ che potevano essere acquistate sono praticamente finite, tutte vendute/prenotate.
Una bella idea che si è rivelata molto efficace, dunque: non potevamo fare altro che intervistarla! :-)
Buongiorno Claudia, raccontaci un po' di te.
Buongiorno a tutti. Ho 33 anni e da circa 4 curo la comunicazione online di diverse organizzazioni: Parco Nazionale dell'Appennino Tosco-Emiliano, Apt dell'Emilia Romagna, Aliberti Editore etc. In parallelo mi occupo anche di social media curation e reporting. Tutto è cominciato a Gennaio 2011, con lo scoppio della rivoluzione in Tunisia: seguivo una serie di account tunisini da tempo, mio marito è mezzo tunisino, per cui ho saputo quello che stava succedendo ben prima dalla rete che dai media tradizionali e mi è sembrato naturale rilanciare i tweet che vedevo, per informare in Italia dove ancora non si diceva praticamente nulla.
E com'è nata l'idea di andare in USA per seguire e raccontare #occupychicago?
L'idea di andare a Chicago a seguire l'occupazione mi è venuta appena ho letto l'appello lanciato da Adbusters. Ho seguito Occupy Wall Street fin da quando era solo un post sul sito di Adbusters e non sono riuscita a organizzarmi per essere a New York il 17 Settembre, quando è nato tutto. Quindi il mio obiettivo era di non perdere anche questa occasione, cercare un modo per andare.
Quasi subito ho pensato che avrei potuto trasformare questo progetto in un piccolo esperimento: andare a osservare e raccontare "su mandato" di chi mi segue in rete, di chi apprezza il mio modo di selezionare le notizie e raccontare i fatti, di chi si fida del mio punto di vista e della mia capacità di filtrare le notizie più affidabili e significative.
E poi è anche un po' una sfida con me stessa: solitamente racconto i fatti attraverso ciò che circola in rete, mentre in questo caso affiancherò a questo sguardo il mio personale. Devo capire come coniugare questi due aspetti, perché non sia un "normale" reportage e nemmeno il solito lavoro di "cura del flusso" di informazioni che faccio abitualmente. Proprio con lo scopo di lavorare a un modello particolare e originale di racconto sto mettendo insieme un gruppo di persone conosciute via Twitter, con cui ho già avuto modo di collaborare in passato, per costituire una sorta di redazione del progetto. Da qui l'idea del crowdfunding, che comunque non reputo una modalità particolarmente originale di organizzare il progetto; il crowdfunding applicato al giornalismo esiste da tempo, all’estero almeno. Forse quello che c'è di originale è il rapporto basato sulla fiducia tra chi finanzia e chi è finanziato per raccontare qualcosa. In realtà, non credo neanche che questo esperimento possa rappresentare il futuro del giornalismo, ma più semplicemente qualcosa su cui riflettere e da cui partire per immaginare nuovi modelli di produzione e distribuzione delle notizie.
I risultati fino ad oggi, almeno in termini di partecipazione e prenotazione quote, sono stati davvero elevati: perché pensi che le persone abbiano deciso così in fretta e così in massa di sostenerti? Proprio per questa fiducia?
Esattamente, credo sia proprio una questione di fiducia: chi mi ha sostenuto sono persone che mi seguono in rete da tempo e che apprezzano il mio lavoro, il modo di lavorare, la qualità di ciò che faccio, la passione che ci metto e mi hanno in qualche modo voluto "premiare". E io le ringrazio :-)
Hai concluso ormai le quote che servivano per l'idea di progetto iniziale: ti ritieni 'a posto' o stai pensando a qualcosa di nuovo per cui ci sarà bisogno di ulteriori finanziamenti?
No, a meno che chi ha promesso le quote non le verserà direi che non avrò bisogno di altri finanziamenti. ho fatto un calcolo molto "al ribasso" perché ero più interessata a riuscire a fare questa cosa piuttosto che a guadagnarci, però vedrò di riuscire a fare tutto con quella cifra.
Veniamo al lato meno positivo: qualcuno ti ha 'attaccato' o criticato per questa tua iniziativa?
Sì :) Le obiezioni sono principalmente che non sono una giornalista, ma al limite una capace di filtrare contenuti in rete (una social media curator); qual è il valore aggiunto di avermi là, sul posto? E poi c'è anche il fatto che non sia "chiaro" cosa vado a fare, ma questo è un problema dovuto principalmente al fatto che non è ancora chiaro cosa sarà occupy chicago. Proprio per questo, sto lavorando con un gruppo di persone per pensare una forma di racconto che valorizzi le mie competenze in curation abbinate al fatto di essere direttamente sul posto.
Insomma tempo al tempo :) ... a proposito di questo, come pensi di organizzare le comunicazioni verso l'Italia? Tweet, post sul blog... altro? Ho letto per esempio di un sito apposito: farete anche pagine Facebook o avete pensato ad altri social, anche meno conosciuti, che per qualche motivo possono essere idonei?
Ecco, questo è ancora in fase di studio: di certo tweet, post brevi e post più lunghi, video, foto. Pensavo anche a un sito dedicato, una pagina Facebook senz'altro ci sarà e non direi un account twitter, piuttosto un hashtag. Poi sto pensando se usare cowbird che ho appena iniziato a esplorare e mi piace moltissimo. Vi terrò aggiornati :-)
Grazie Claudia e in bocca al lupo! Per ora potete seguire i suoi tweet e gli articoli sul blog... in attesa di vederla all'opera e seguire il suo bel progetto a Maggio!