TomTom Go Live Series: la filosofia del viaggiare in modo intelligente

TomTom è il maggior produttore al mondo di prodotti e mappe digitali per la navigazione e servizi che garantiscono la migliore esperienza di guida al mondo a tutti gli automobilisti.

Abbiamo provato un nuovo prodotto della gamma e sbirciato le novità in arrivo.

TomTom Go Live!

Questa estate ci ha fatto compagnia il TomTom Go Live 820: un ottimo prodotto con servizi inclusi davvero di qualità.

Schermo da 4,3 pollici con supporto integrato per una rotazione a 180°, chiamate in vivavoce via bluetooth e slot per Micro SD.

In situazioni di traffico critiche, come le settimane centrali di agosto, avere un prodotto che ti aiuti in real time è davvero cosa utile. Grazie al navigatore ed ai suoi servizi live si conoscono con esattezza i problemi che si trovano sul percorso, si possono evitare i blocchi e le code cambiando strada.

Naturalmente sono sotto controllo gli autovelox fissi e mobili, la velocità da rispettare ed anche il meteo a destinazione! 🙂

Poi la ricerca di Google: per esempio in vacanza ero alla ricerca di un ristorante etnico, grazie al motore di ricerca l’ho trovato in un istante. E grazie al QuickGPSfix™ si parte subito: grazie ai segnali di almeno 4 satelliti si riduce il tempo per fissare la nostra posizione GPS.

Tweet Search&Go: il TomTom diventa social

Le App arrivano anche sul navigatore: con TomTom sarà possibile twittare la propria posizione o la destinazione e trovare informazioni in tempo reale su hotel, voli o locali di ogni genere grazie a Expedia, TripAdvisor e Yelp.

Una vera e propria rivoluzione, che consentirà agli utenti l’accesso ai servizi LIVE di Search&Go, alle recensioni online e la definizione del miglior percorso per raggiungere la propria destinazione, grazie alla nuova versione delle App appositamente create per TomTom.

Ormai, tutti vogliono rimanere costantemente connessi, a casa, al lavoro e in qualunque altro luogo – spiega Corinne Vigreux, Managing Director di TomTom. Proprio per questo TomTom introduce un nuovo livello di connettività per gli automobilisti, dando loro la possibilità di twittare in tutta sicurezza destinazione e orario previsto di arrivo e di utilizzare i principali servizi di viaggio online attraverso i nuovi servizi LIVE Search&Go“.

Queste nuove funzionalità verranno lanciate senza alcun costo aggiuntivo negli Stati Uniti, in Germania e Nuova Zelanda a partire da ottobre 2011.

TomTom Manifesto

Interessante poi il progetto TomTom Traffic Manifesto: l’impegno di eliminare il traffico in tutto il mondo. Grazie alla raccolta di informazioni anonime in tempo reale dai veicoli che percorrono autostrade e strade secondarie , nel momento in cui ognuno di noi accende il proprio dispositivo può “partecipare” attivamente alla comunità TomTom, permettendo di farsi consigliare il percorso migliore e senza intoppi.

Questa filosofia mi piace, perché è fondamentale la partecipazione degli utenti ed è live: provando il navigatore ci si rende conto di come funzioni bene e abbia molti servizi integrati.

Marketing e psicologia, perché funzionano Amazon, Groupon e Farmville [CASE STUDY]

In un certo senso il marketing sta alla mente umana come un sapiente hacker sta ad un potente firewall.

Così come da decenni preparatissimi pirati accrescono le proprie competenze per arrivare con successo alla violazione di sempre più sofisticati sistemi di protezione, anche i professionisti del marketing si vedono costretti ad evolvere in modo rapido e agile per far fronte alla sempre più resistente barriera che la mente umana ha eretto a protezione delle migliaia di messaggi pubblicitari che quotidianamente, in modo più o meno esplicito, si trova a fronteggiare.

E quando rapidità e agilità fanno rima con creatività, usabilità e innovazione ci si trova spesso davanti a qualcosa di efficace. Qualcosa che funziona.

La prima cosa a cui un azienda dovrebbe mirare è certamente quella di abbattere ogni possibile ostacolo si trovi sull’autostrada del desiderio che collega il prodotto con il potenziale cliente. E’ folta di titoli la bibliografia con cui economisti comportamentali e guru del marketing ci spiegano come abbattere le barriere psicologiche, ovvero tutte le debolezze del nostro firewall interno, che ci separano da un acquisto: dal noto “left digit effect” (per cui un prodotto vende più ad un costo di 1,99 rispetto uno equivalete a 2,00) alle strategie di esposizione delle merci in uno scaffale o in una vetrina, fino alle più sofisticate tecniche promozionali.

Anche spostandosi dal mercato “reale” a quello “virtuale” la musica non cambia ed è facile notare come tanti giganti (e non solo) del web stiano utilizzando tecniche simili per mantenerci appiccicati alle loro pagine, giocare ai loro giochi, convertire i nostri clic in transazioni economiche a loro favore. C’è chi sostiene che è anche grazie a queste tecniche che i giganti del web sono diventati tali.

Uno di questi è Dan Ariely, economista comportamentale, Professore di Psicologia ed Economia comportamentale alla Duke University, volto noto del TED e a tutti gli effetti world wide speaker, che per l’edizione americana di Wired ha recentemente analizzato le tecniche, e i relativi risvolti psicologici, a cui siamo sottoposti quando utilizziamo siti o servizi che fanno parte della quotidianità di milioni di persone.

Vediamo, nel dettaglio, i punti salienti:

1) ELIMINARE I PICCOLI ATTRITI: L’ESEMPIO DI AMAZON

L'esempio di Amazon
Anche i più piccoli attriti possono condizionare radicalmente le scelte di una persona.
Davanti ad una scelta gli esseri umani sono fortemente orientati ad incamminarsi lungo il percorso “meno resistente”.
Da questo punto di vista Amazon.com rappresenta un esempio eccellente: tra le più tipiche barriere per qualsiasi sito di e-commerce che venda prodotti materiali troviamo senza dubbio il vincolo della spedizione postale della merce acquistata (che implica tempi di attesa) ed il relativo costo che si va ad aggiungere a quello del prodotto.

Per abbattere questo muro, il colosso capitanato da Jeff Bezos ha deciso di offrire al cliente diverse possibilità:
Consegna dell’ordine entro 3-5 giorni dalla spedizione. Tempi ragionevolmente rapidi, ma ecco il colpo da maestro: per gli ordini con valore totale superiore ai 19 euro la spedizione è gratuita. Barriera abbattuta. Nel caso l’ordine invece non superi questa somma, verrà applicata una tariffa di 2,40 euro.
Consegna entro la fine del giorno lavorativo successivo. Se 3-5 giorni ci sembrano troppi, l’impaziente voglia di mettere le mani sul nuovo acquisto potrà essere appagata attraverso una spedizione super rapida ad una tariffa di 8 euro.
Amazon Prime. Altro colpo di genio della casa di Seattle. Sottoscrivendo un abbonamento annuale con Amazon Prime si avrà diritto a spedizioni gratuite ed illimitate. Consegna entro 2-3 giorni ad un costo annuale di 9,99 euro (a proposito, notate: 9,99 e non 10,00!). E anche in questo caso è possibile richiedere la spedizione il giorno successivo ad un sovrapprezzo di 3,98 euro per articolo (e anche qui: 3,98 non 4,00!). In sostanza, a prescindere dal numero reale di acquisti che si andranno a fare, ciò che è rilevante è che con la modica somma di 9,99 euro Amazon ci toglie un ostacolo: aderendo ad Amazon Prime il costo della spedizione non sarà più un pensiero, né una variabile determinante sull’acquisto. La spedizione postale diventa un problema di altri. Qualcosa a cui non dover pensare più. Poco importa, se poi, i nostri numerosi ordini sono sempre superiori ai 19 euro.. o se, a prescindere dal loro valore, non arrivassimo a farne più di quattro all’anno.

2) L’UNIONE FA LA FORZA: IL CASO GROUPON

Il caso Groupon
Secondo Ariely il punto di forza di Groupon non sta tanto nelle straordinarie offerte a cui ci consente di accedere, quanto nel fatto di avere reso socialmente accattivante una cosa, dal punto di vista del marketing, vecchia come il mondo: i coupon.
Ed aver saputo convertire tutto in chiave social.

Groupon, infatti, non è altro che una contrazione delle parole inglesi “group” e “coupon”. Sebbene recenti ricerche affermino senza mezzi termini la “bassa opinione” che i consumatori riservano all’utilizzo, e agli utilizzatori, dei coupon parte del successo di Groupon, secondo Ariely, è dovuto proprio all’accettazione sociale che il sito è riuscito ad attribuire a questo strumento. Come? Con offerte che variano su base quotidiana, deadlines tanto rigide quanto ben definite e, soprattutto, il fatto che condizione necessaria per attivare una promozione è il raggiungimento di un numero minimo di acquirenti.

Emergono chiaramente i punti di forza di questo sistema:
– Groupon propone davvero sconti accattivanti…
– …ma il tempo a disposizione per effettuare l’acquisto è limitato. Questo spinge il potenziale cliente a concludere l’affare senza perderci troppo tempo: se si perde l’occasione, a differenza di quanto accade nei punti vendita tradizionali, questa non ritornerà più disponibile. In sostanza Groupon mette il cliente davanti ad una scelta netta: o prendi questo prodotto ad un prezzo incredibilmente basso adesso, oppure mai più.
– Se anche altre persone stanno effettuando lo stesso acquisto significa che il prodotto è ambito, e quindi ancora più desiderabile…
– …soprattutto se lo si vede postato anche sulla bacheca Facebook di un amico!

Alla fine si tratta di qualcosa che ha anche a che fare con il senso di rimpianto.
E siccome è un senso che le persone detestano sentirsi appiccicato addosso, è facile pensare che piuttosto che rimpiangere di aver perso un’occasione d’oro queste siano istintivamente più inclini a concludere l’acquisto prima della scadenza. E poi via, subito a vantarsene su Facebook!

3) “PERCHE’ IO VALGO”: LA LEZIONE DEI SOCIAL GAMES

La lezione dei social games
Ariely lo ha soprannominato “effetto Ikea”.
Si tratta di quel senso di soddisfazione e di perfezione che ci pervade non appena stringiamo l’ultima vite di una sgangherata libreria a cui abbiamo dedicato ore di frustrante lavoro.

Una cosa del tutto simile accade con i social games, che si tratti di una fattoria di FarmVille, di un appartamento in The Sims Social, o della crescita di un personaggio di World of Warcraft poco importa. Non stupisce più il fatto che oltre 14milioni di persone, ogni giorno, decidano di dedicare parte del proprio tempo libero all’amministrazione della propria città in CityVille.
Più tempo si dedica ad una attività, più aumenta il valore che attribuiamo al prodotto di quella attività. Se con tanta pazienza, passo dopo passo, sono arrivato ad avere una bella fattoria proverei un forte dispiacere nel perderla: con l’aumentare delle ore di gioco aumenta anche la resistenza all’abbandono. E le interazioni sociali su cui tutti questi giochi si basano non fanno altro che aumentare il senso di responsabilità e ad incrementare, di conseguenza, le ore di gioco.

“Quando qualcuno fa qualcosa per noi – spiega Ariley – ci sentiamo naturalmente obbligati a restituire la cortesia, il che si traduce in sempre più ore da dedicare al gioco”. E con un forte senso di fedeltà, aggiungerei. Ecco perché i giocatori che ogni giorno decidono di dedicarsi a CityVille sono più numerosi degli abitanti di Shanghai, quelli di The Sims Social superano gli abitanti di New York e gli addicted a World of Warcraft sono superiori agli abitanti di Istanbul.
Costanza, fedeltà, relazione. Tre parole magiche con un potere superiore anche a quello di una bacchetta di sambuco: tenere incollati gli utenti ai propri monitor rendendoli desiderosi di sottoscrivere abbonamenti o immolarsi in una miriade di microtransazioni. I fatturati sono lì a dimostrarlo.

E un sistema simile può funzionare altrettanto bene anche al di fuori dei social games. Alcuni grandi marchi, penso per esempio all’abbigliamento, ne hanno già intuito le potenzialità. Incoraggiare i potenziali clienti a personalizzare il prodotto prima dell’acquisto, se non addirittura a prendere parte al processo di creazione, può renderli più inclini a concretizzare la spesa.

Lean thinking

I manager hanno perso di vista il valore per il cliente e il modo in cui crearlo: concentrandosi sulle organizzazioni esistenti e su definizioni di valore obsolete essi generano sprechi su sprechi, mentre le economie dei paesi più avanzati rischiano la stagnazione. Il pensiero snello aiuta a definire precisamente il valore dei singoli prodotti, a identificare il flusso di valore per ciascun prodotto, a far sì che questo flusso scorra senza interruzioni e il cliente “tiri” il valore dal produttore e a perseguire, infine, la perfezione. Questi semplici principi, descritti attraverso esempi, possono immettere nuova linfa vitale nelle aziende di qualunque settore. Lean Tbinking non fornisce un nuovo programma manageriale per “one-minute manager”. Esso offre, piuttosto, un nuovo modo di ragionare, essere e agire ai manager seri, quelli che cambieranno il mondo.

Autore: James P. Womack , Daniel T. Jones, A. Poli (Traduttore)
Brossura: 432 pagine
Editore: Guerini e Associati; 2 edizione (24 luglio 2008)
Collana: Network
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8878028487
ISBN-13: 978-8878028487
Peso di spedizione: 640 g

Acquistalo su Amazon.

Concerto Jazz per sole mucche [VIRAL VIDEO]

Un Jazz sound capace di conquistare un pubblico moooolto particolare!
E’ il caso di queste mucche che dimostrano di avere orecchio per la buona musica.
Dal canto suo, la musica, conferma d’essere un linguaggio multirazziale, nel vero senso del termine.

Sono migliaia, gli utenti che hanno sorriso di fronte a questo video. Difficile dire quale sia la performance che ha più attirato l’attenzione: se l’originale quintetto jazz, che ha offerto generosamente l’esibizione open air, oppure se siano state le giunoniche mucche disposte in prima fila, come scatenate teenager in visibilio…!!!
Forse entrambe!

Con Chanel le unghie tornano in scena! [VIDEO]

Le mani sono uno dei nostri primari biglietti da visita. Personalmente è una delle prime cose che noto in una persona: mani pulite e curate fanno sempre ottima impressione! Sia sull’uomo che sulla donna.
In questi ultimi anni si è diffuso il trend del c.d. “gel per unghie”: unghie ricostruite e decorate nei modi più fantasiosi! Per avere delle mani chic, tuttavia, non serve ricostruire le unghie, rischiando l’inevitabile effetto “finto”. Spesso bastano igiene, cura e uno smalto valido.

Chanel, marchio sinonimo di stile e charme, sa che eleganza e semplicità vanno di pari passo. Famosa per le textures delle sue vernis à ongles, con questo video rende le mani, o meglio le unghie, protagoniste.
Sul palcoscenico vediamo esibirsi tante mani, con le unghie che indossano, quasi fossero abiti, le tonalità di smalto del marchio francese. Lo spettacolo si svolge sulle note di Little Bitty Pretti One di Frankie Lymon. Protagonista indiscussa la tonalità Dragon, accompagnata dalle guest star Black Pearl, Inattendu, Rouge Noir, Rose Insolent e tanti altri, tutti parte della nuova collezione vernis à ongles firmata Chanel.

Uno spettacolo piacevole agli occhi e, se vogliamo, anche sexy, pur trattandosi di mani!
Che dire quindi, le mani sono in scena!!!..e sicuramente non rifiuteranno di firmare autografi!! 🙂

7 spot che parlano al mercato LGBT

David Griner, esperto di Social Media Strategy, ha stilato una lunga classifica di spot che riguardano il mondo omosessuale, un mondo che nel palinsesto della Tv moderna risulta ancora un tabù!

Il mercato di cui parliamo viene definito dalla sigla LGBT (lesbiche, gay, bisessuali, transgender), un mercato che corrisponde al 5% e il 10% della popolazione mondiale (dati OMS) e che secondo recenti statistiche ha una maggiore disponibilità di reddito, circa il 33% in più rispetto alla media, a causa di diversi fattori tra cui: un’istruzione media più elevata, il conseguente accesso ad una professione più remunerativa e per ultimo l’assenza di figli. (commaonline.it)

Questo mercato ovviamente non è indifferente alle grandi aziende, qui di seguito vi presentiamo 7 commercial estratti dai 50 spot più rappresentativi del mondo omosessuale.

Surprise, he/she is gay!

Don’t tell Mom!

Swings both ways

http://youtu.be/Mp4vG4LO288

Actually straight

Lesbians are hot

Activist

Inclusive

[yframe url=’http://www.youtube.com/watch?v=bB90Vkyqrts’]

The Great Happyfication, tutto sulla nuova campagna Coca Cola

Presentato in questi giorni l’ultimo episodio della serie plurinominata Happiness Factory di Coca-Cola. Si tratta di “The Great Happyfication” un film d’animazione di oltre 6 minuti, in pieno stile musical, in cui si dispensano utili consigli per raggiungere la felicità.

[yframe url=’http://www.youtube.com/watch?v=FEpFlymH6RQ’]

La serie Happiness Factory nata circa sei anni fa è stata creata per raccontare quello che accade all’interno dei distributori di Coca-Cola, vere e proprie macchine di felicità che nascondono all’interno un mondo magico.

I consigli per raggiungere la felicità, principalmente stare bene con gli altri e non prendere la vita troppo sul serio, vengono dispensati da personaggi noti a chi ha seguito i precedenti episodi della serie: Pete il “wham-bam-magic-man” narratore, Wendy la cheerleader, il trio di pinguini coristi e tante altre strane creature.

“Il brief era gigantesco. Volevamo realizzare i 6 minuti e mezzo più felici con un film. Senza mezze misure. E inoltre che il mondo cantasse le 5 famose note di Coca-Cola

Jonathan Mildenhall, VP Global Advertising Strategy & Content Excellence di Coca-Cola

Coca-Cola non vuole mantenere segrete tutte le sue formule. Quando infatti si tratta di come essere felici, il brand è più che pronto a cantarlo ai quattro venti. Abbiamo creato The Great Happyfication come una celebrazione in musica dei cardini della felicità e speriamo che le persone si sentano meglio anche solo guardando il film

Mark Bernath, Executive Creative Director della Wieden+Kennedy Amsterdam

Il video è stato realizzato dall’agenzia Wieden+Kennedy di Amsterdam e dallo studio di animazione digitale Psyop mentre le musiche sono state composte dalla compagnia musicale Human.

Proiettato da Giugno per i visitatori della sede di Atlanta dell’azienda, il film è arrivato su YouTube lo scorso 16 Settembre ed ha già superato le 90000 views.

Siete tutti pronti per lo StartuParty?! [EVENTO]

Lo sappiamo, in Italia l’innovazione e l’imprenditoria innovativa non sono ancora pari al livello degli Stati Uniti o di tanti altri luoghi del mondo, ma non per questo non possiamo avere una serata dedicata alla community italiana di “startuppari”!

Non stiamo parlando di una serata qualsiasi; di cosa stiamo parlando allora? Della StartuParty!

Il 22 settembre non mancare alla serata-evento presso il Collegio di Milano, campus inter-universitario, location non scelta a caso vista la volontà di rendere l’appuntamento allegro, leggero e, soprattutto, giovane.

La serata, con inizio alle ore 20:00, si terrà presso il bellissimo parco annesso all’edificio.
Qui, oltre al lato divertente della festa, sarà possibile anche presentare un’idea di business e fare del sano networking; infondo la serata ha proprio questi due lati/obiettivi (oltre al divertimento in sé): creare e promuovere un evento informale che sia occasione di business e visibilità e cogliere l’occasione per fare cultura imprenditoriale in un ambiente totalmente diverso da quello delle conferenze gessate.

I momenti principali saranno quindi tre:
– Road55: la prima ora della serata dedicata alla presentazione di 5 startup ad un pubblico di investitori, partner e giornalisti;
– Demo & networking: mentre nel giardino si terrà la festa spumeggiante, in parallelo, in altre aree, si darà visibilità ai progetti delle startup locali e si farà del business networking;
– 3 on the Dance Floor : dietro la pista verranno proiettate delle slide per presentare il proprio progetto.

Ora volete partecipare eh?! E allora muovetevi, basta registrarsi al sito oppure presentarsi direttamente! Più facile di così!

Stampa lenticolare, una tecnologia non convenzionale

Cartelloni pubblicitari, affissioni alle pensiline dei pullman e inserti nelle riviste sono strumenti di marketing decisamente convenzionali, eppure grazie alla tecnica giusta possono rivelarsi molto creativi e fornire allo spettatore un’esperienza interattiva e coinvolgente.

Ricordate le card nelle confezioni di merendine che cambiavano immagine muovendole? La stampa lenticolare riprende lo stesso principio, con una qualità decisamente migliore e applicando questi effetti anche su vaste superfici. I materiali lenticolari (interamente riciclabili e quindi ecosostenibili) consentono di dare l’illusione della tridimensionalità con profondità e nitidezza, facendo vedere all’occhio sinistro un’immagine diversa da quella vista dall’occhio destro, oppure permettendo di vedere immagini diverse al variare del punto di vista.

L’azienda italiana TreD (che ha sviluppato l’H3D® System) è attualmente l’unica in Europa  specializzata esclusivamente in stampa lenticolare,  ed è costantemente impegnata nella realizzazione di progetti di comunicazione stampata di nuova generazione per famosi brand.

Tra i vari effetti che è in grado di offrire c’è il  Flip,  ossia il cambio netto di più immagini. Questa tecnica è stata utilizzata per realizzare un affissione per il cliente Unicredit, all’interno della  metropolitana di Milano, basata sul concept  “La vita è fatta di alti e bassi. Noi ci siamo in entrambi i casi”.
Il sistema di stampa ha permesso di realizzare una parete di 8 metri di lunghezza in cui, camminando, gli osservatori vedono il vagone affollato trasformarsi in un ambiente ordinato, con passeggeri comodamente seduti in poltrona e coccolati dalle hostess:

Un’altro esempio di effetto Flip sono i floorgraphics interattivi usati nella campagna Brioschi, che simulano la frattura del pavimento (causata dalla pesantezza di stomaco!) al passaggio delle persone:

Per il progetto “Le stazioni dell’arte” della Metropolitana di Napoli è stata realizzata, su disegno del designer newyorkese Karim Rashid,  una superficie di 250 metri quadri, che rappresenta la più grande installazione lenticolare al mondo. Dalla combinazione di effetti 3D e Moving utilizzata  è scaturito un vero tripudio di colori e pop art:

Per la  nuova campagna Nike, attualmente affissa sulle pensiline di Roma, è stato invece scelto l’effetto Multiframe:  la stampa si anima al naturale movimento dell’osservatore mostrando le foto di Ronaldo che si alternano al nuovo modello di scarpa.

 

Le 10 strategie di marketing con cui Apple ti conquista

Considerata la qualità stratosferica dei loro prodotti, qualcuno potrebbe pensare che il successo mondiale di Apple non sia poi così difficile da spiegare. Fanno delle cose, e le fanno meglio degli altri. Eppure ci sono altri che producono automobili, jeans e bibite con una stessa idea di qualità, ma che in termini di branding non raggiungono lo stesso livello di riconoscimento e devozione. Cos’è allora che rende la casa di Cupertino un caso così unico dell’immaginario collettivo contemporaneo? 10 ottime strategie di marketing:

1) Sei quello “cool”. Oppure sei l’altro.

Negli anni Apple ha perfettamente posizionato i suoi prodotti come alternativa hippy ai device anonimi dei colletti bianchi. E così è stato fino alla serie di spot “I’m a Mac” che hanno associato definitivamente il logo di Cupertino al fascino e al bell’aspetto. Come dire: un Mac ti fa più bello. [yframe url=’http://www.youtube.com/watch?v=VCL5UgxtoLs’]

2) I’m the news!

Il successo di Apple è stato senz’altro costruito su una profondissima e sofisticata conoscenza dell’hardware, dei software e dei mercati. A questa si è comunque aggiunta una grande fiducia nella potenza della comunicazione globale. Gli uomini di Jobs hanno sempre saputo gestire l’attenzione dei media, sfruttandone a proprio vantaggio i meccanismi interni. Che ne dite degli iPhone dimenticati maldestramente nei bar? Qualcuno ci crede sul serio? [yframe url=’http://www.youtube.com/watch?v=_7-HmsP7Ud4′]

3) No supermarket

Quando Apple ha deciso di ritirare i propri prodotti dai grandi magazzini qualcuno li ha accusati di snobismo. In realtà fu un colpo di genio. Ancora oggi chi fa un acquisto in un Apple Store vive la vaga e magica impressione di ritrovarsi tra le mani un dispositivo realizzato e confezionato espressamente per lui. Ed ogni cliente si sente parte di un grande club esclusivo. [yframe url=’http://www.youtube.com/watch?v=IBMR3FUNsD4&feature=related’]

4) Addiction

I prodotti si integrano così alla perfezione gli uni con gli altri che sperare di comprarne uno soltanto sarebbe un po’ come chiedere ad uno spacciatore di avere soltanto la prima dose. Sanno che ne vorrai un’altra, e poi un’altra ancora, e dovrai tornare da loro. Cercare alternative, altri marchi e altri prodotti, è sostanzialmente uno spreco di tempo. [yframe url=’http://www.youtube.com/watch?v=nuCXpAa1VOc’]

5) Back to the future

Apple non consegna ai clienti ciò che vogliono. Presenta loro ciò che vorranno. Studia le abitudini dei consumatori, ne intuisce le esigenze future, orienta il gusto del domani. Vedono avanti. E vedono bene. [yframe url=’http://www.youtube.com/watch?v=7vBUjiG7e20′]

6) L’azienda più leggera del mondo

C’è qualcun altro che lavora in Apple a parte Steve Jobs? Di fatto tutti gli altri collaboratori sono sempre stati assenti dalla scena dei media (almeno fino all’ingresso di Tim Cook al posto dello stesso Jobs, lo scorso agosto). Un’intera compagnia automatizzata? La verità è che Apple negli anni ha esternalizzato il più possibile, volatilizzando l’intero processo produttivo fino quasi a sciogliere l’azienda in idea e nient’altro. Così i soli contatti che il pubblico intrattiene direttamente col marchio sono sempre controllati. E quindi positivi.

7) Con te tutto il giorno

Potenzialmente non c’è un solo momento all’interno della giornata in cui non potresti aver bisogno di un prodotto Apple: laptop, Apple TV, iPod, iTunes, iPhone, iPad. Con te tutto il giorno. Dal letto al tram, dall’ufficio al divano. Quella mela starà con te più di tua figlia.

8) Stay young

Apple ha sempre compreso quanto sia importante, per una compiuta fidelizzazione, poter contare su un target molto giovane. Come si dice: prenderli quando sono giovani e impressionabili. Da anni porta avanti un’acuta politica di incentivi per entrare nelle scuole e nei college degli Usa. Un po’ inquietante forse (sembra Orwell) però molto efficace. [yframe url=’http://www.youtube.com/watch?v=8ogACjJcNzc’]

9) Stay easy

La semplicità è sexy. E’ ciò che è sexy si vende meglio. L’intera filosofia Apple poggia su un’idea complessiva di semplicità, immediatezza ed eleganza facile. Packaging, design, sistema operativo, interfaccia, acquisti e assistenza: tutto facile. Il cliente si sente soddisfatto, gratificato e pure un po’ in gamba. [yframe url=’http://www.youtube.com/watch?v=x70Jk8z7Y1c’]

10) Un culto

Una divinità (Steve Jobs), un profeta (Guy Kawasaki), le chiese (Apple Stores), il grande pellegrinaggio (Apple Expo). Le persone non si limitano a comprare prodotti Apple, la adorano come religione. Il brand di Cupertino è oggi l’unica azienda al mondo a non avere clienti. Soltanto fan.