Tecnologia e storia: un tuffo nel passato con "Museum of obsolete objects"

Un canale Youtube dedicato agli oggetti che hanno fatto la storia: dal mixer “a mano” al fax, passando per floppy e musicassette. Dalla timeline si sceglie un prodotto e si fa partire il video che lo raffigura in azione: il tutto condito con data dell’invenzione e data di obsolescenza (l’uscita dal mercato per l’arrivo di una nuova invenzione).

Eccovi alcuni video “nostalgia”:

Il canale è curato dall’agenzia Jung von Matt. Tramite i commenti al canale potete suggerire nuovi oggetti da inserire!

Buona visione!

Come la Millennial Generation usa il Mobile [INFOGRAPHIC]

Ricerca e infografica di Jiwire, uno degli operatori e analisti più attenti di audience mobile, che profila la Millennial Generation nell’uso del mobile.

source Mashable

© European Union - European Parliament

UE, apre il Parlamentarium

© European Union - European Parliament

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Se pensate che il mondo dell’UE sia un crogiolo di burocrazia, carte polverose e termini giuridici dalla difficile traduzione, siete proprio sulla strada sbagliata. A dimostrazione dell’intento continuo delle istituzioni europee nel tentativo di avvicinare sempre più, tramite attività di marketing e comunicazione istituzionale, cittadini di ogni età alla volta delle stelle UE, è partita, da pochi giorni, una nuova iniziativa.

Il 14 ottobre sarà un giorno importante per l’Unione Europea: da questa data, a Bruxelles, i turisti potranno non solo assaggiare l’ottimo cioccolato che invade le strade ma, soprattutto, visitare il Parlamento grazie ad una nuova struttura: il Parlamentarium, il centro visitatori che darà la possibilità a tutti coloro che sono interessati a comprendere il reale funzionamento di una delle istituzioni più importanti al mondo, dall’interno, grazie a supporti multimediali e visite guidate in 23 lingue ufficiali UE.

© European Union - European Parliament

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Attualmente, già diversi rumors, specialmente in rete, grazie al video, sono stati lanciati dalle istituzioni per rendere ancora più attraente l’iniziativa che si incastra alla perfezione nelle diverse politiche dell’UE rivolte all’avvicinamento degli europei alle istituzioni, attraverso diversi strumenti di partecipazione – consultazioni, bandi europei, televisioni in streaming, eventi e giornate europee a tema.

Il Parlamentarium è il più grande centro parlamentare in Europa. Ecco qualche cifra: 5.400 metri quadrati, 6 anni di sviluppo, un investimento di circa 21 milioni di euro totali. L’intero palazzo, un vero colosso che si staglia nel cielo di Bruxelles, è stato ideato e progettato dall’Atelier Brückner, lo studio tedesco di architettura che già ha ideato progetti per la Sala delle Contrattazioni di Francoforte, il Museo BMW di Monaco, il Centro Visite del CERN di Ginevra e lo State Grid Pavillon all’Expo di Shangai.
Il Parlamentarium è il punto di inizio di un progetto che prevede un itinerario nell’intera città di Bruxelles: le istituzioni si tramutano in motore anche della progettazione turistica di questa città, unica nel suo genere.

Il complesso è un fiore all’occhiello anche in fatto di tecnologia applicata alla comunicazione ed informazione. Un esempio? Uno schermo digitale a 360° con l’immagine dell’Aula Parlamentare, tramite il quale i visitatori potranno interagire. Oppure, uno spazio di 200 mq che, in 3D, riproduce una carta geografica europea nella quale “viaggiare” attraverso storie dell’Unione Europea. Sul soffitto, invece, un impianto luminoso, anch’esso in 3D, rappresenta la carta d’Europa in movimento, con l’update continuo dei diversi sondaggi d’opinione.
Ed ancora: giochi di ruolo per le scolaresche, in cui i ragazzi potranno calarsi nei panni di “deputati” e “deputate”, videomessaggi dei politici del parlamento, l’ascolto di storie di cittadini membri dell’UE, istallazioni multimediali come “La Scelta è tua”, che permette di familiarizzare con numerose issue dell’EP.

© European Union - European Parliament

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L’UE è continuamente impegnata nella progettazione di campagne di comunicazione istituzionale fortemente innovative, attive ed aggiornate (un esempio è il concorso di Video Virali di EuroparlTV), con l’intento di allontanarsi sempre più dalla one way communication. Da sempre, difatti, il marketing istituzionale europeo ha puntato ad un’integrazione tra la comunicazione di servizio e quella corporate, utilizzando tutti i diversi media a disposizione e giungendo ad una perfetta sincronizzazione tra off line ed on line, al servizio di una più ampia strategia del “brand” UE, creando vere e proprie best practice nel campo, fronteggiando sfide non da poco: un’organizzazione gigantesca e complessa; la necessità di “tradurre” intenti politici ed istituzionali in attività di marketing dal forte appeal; numerose lingue in cui veicolare la comunicazione. Così facendo, l’UE è divenuta anche il principale motore di innovazione nel campo della comunicazione pubblica.

Dunque, se vi trovate a Bruxelles, visitate la Grande Place, mangiate le leccornie del cacao ma non dimenticate di fare un salto al Parlamentarium: sarete catapultati in un’allure internazionale, all’interno di uno dei centri decisionali cruciali per l’Europa e non solo e, scrutando l’architettura avveniristica del palais, vi sentirete ancor di più fieri di essere europei.

The King of Legoland, stop motion per nostalgici [VIDEO]

Il vintage ultimamente va molto di moda, nell’abbigliamento, nell’oggettistica, nell’arredamento. E del resto il “fattore nostalgia” è uno di quelli che nel marketing funzionano meglio, se utilizzato con intelligenza e creatività. Come nel caso di questo simpatico video che ci mostra una carrellata, quasi in stile morphing, di giocattoli che nei decenni passati hanno fatto la gioia di ogni rivenditore. Si parte col cubo di Rubik, per finire con le adorate biglie di vetro, passando per Transformers, macchinine, videogiochi e, ovviamente, Lego. Insomma, c’è proprio tutto!

Il creatore di questo video è Micaël Reynaud, artista e webdesigner francese che da anni incanta il suo pubblico con creazioni fantasiose e colorate, tanto da arrivare, nel 2003, anche a vincere un FWA col suo sito “Dunun”.

Vi è piaciuta l’idea? Io sto già andando a rispolverare le mie vecchie biglie!  😀

Snapdragon Presenta: The Bug Circus Generator [VIRAL VIDEO]

C’era una volta il circo delle pulci, e invece no, questa volta non si tratta di pulci ma di alcuni loro parenti molto più grossi. Scarafaggi, ragni, scorpioni e molti altri esserini multi zampe che azionano i meccanismi di un circo in miniatura con tanto di cannone spara persone, ops volevo dire insetti. I piccoli movimenti dei nostri amatissimi amici a 8 zampe in realtà servono ad alimentare un processore che carica la batteria di uno smartphone .

Il video vuole dimostrare in uno dei modi più eclatanti, quanto sia potente il nuovo processore Snapdragon, capace di funzionare anche con una minima quantità di energia.

Sono sicura che la prossima volta prima di schiacciare uno scarafaggio con la scopa ci penserete due volte, potrebbe sempre servirvi quando dovete caricare il cellulare . Buona visione.

Gli insegnamenti di Steve Jobs sul marketing e sulla pubblicità

Il “visionario” ha saputo condurre la sua azienda dal tracollo all’ascesa finanziaria, fino a far divenire la Apple  una delle realtà imprenditoriali più importanti ed influenti al mondo. Cavalcando l’onda dei ricordi  potremmo definire Steve Jobs come uno dei migliori marketer dei nostri tempi: proiettato al futuro, anticipando i desideri che i consumatori nemmeno sapessero di avere; sovvertitore delle più comuni e consolidate ricerche di mercato,  mago, architetto e designer. Appuntiamo alcune delle sue migliori strategie che hanno cambiato il panorama del marketing mondiale.

Rivoluzione Scientifica del marketing

Simbolo indiscusso di una rivoluzione… quella di Newton fu scientifica, la mela di Jobs morsicata come la mela di Adamo ed Eva, che infuse saggezza, diventa una rivoluzione digitale! Non un brand ma un vero e proprio sistema di credenze e di rappresentazioni del mondo, dotato di leader, linguaggi, rituali, antagonisti, oggetti di culto.

Sono io ad avere sempre ragione, non il cliente

Il miglior modo per Steve di fare ricerche di mercato era di sicuro nel rifiuto delle classiche e comuni tecniche come i focus group ritenuti poco veritieri perchè:

I consumatori non sanno cosa desiderano fino al momento in cui non si mostra loro quel qualcosa.

Il lancio magico e segreto dei nuovi prodotti

Con i suoi inseparabili jeans e  i dolcevita neri, potremmo quasi definire Steve un nuovo Harry Potter, per le capacità di creare attesa,  contornando ogni nuovo lancio di una  magia pura al punto da rendere i consumatori pronti a qualsiasi gesto pur di essere in prima fila per accaparrarsi i prodotti al primo lancio.  Come non ricordare di quelle quattro persone che  a Pechino sono finite in ospedale dopo una rissa scoppiata per avere l’iPad 2. Ogni nuovo prodotto dell’azienda diviene famoso ancora prima di essere lanciato ufficialmente sul mercato grazie ai numerosi rumors che prendono vita. Potremmo definire questo come “il trucco del silenzio” capace di generare un altissimo livello di curiosità tale da dar vita ad un efficiente ed efficace buzz. Per non parlare dei fake della Apple che puntualmente proliferano in rete in procinto del nuovo lancio propinando prodotti che in realtà hanno poco in comune con i futuri originali.

Il miglior modo di costruire un brand è vendere il prodotto

Con un valore stimato di $351bn per la sua azienda, Jobs ha saputo diventare padrone indiscusso del mercato delle nuove tecnologie rendendole “personal” in tutto e per tutti! Ha saputo offrire nuove categorie di prodotti che subito hanno fatto breccia nel cuore dei consumatori ricoprendo un ruolo attivo nello sviluppo della generazione digitale. Un esempio banale in numeri? L’iPad detiene una fetta di mercato dei computer tablet del 68,3%!

Creatività è semplicità

Tempo fa i Ninja avevano racchiuso la filosofia dei prodotti Apple con un “meno è meglio“, un vero e proprio marketing minimale o meglio quasi un non-marketing.

Una filosofia che ben si adatta all’idea di Apple di Jobs.

Minimalismo, essenzialismo, eleganaza, coerenza nel tempo, cura del più piccolo dettaglio questo infatti era per Steve era il anche il design. Perchè il design così come lo intendeva lui

non è solo quello che si vede o si sente ma anche ciò che fa funzionare il tutto.

Design-led approach, così viene definita la tecnica di realizzazione dei device Apple. Un’architettura capace di semplificare l’utilizzo dei prodotti.

E queste caratteristiche si ritrovano anche nelle pubblicità: uno sfondo bianco, il prodotto al centro della pagina e una linea o due di copy. Una personalità dichiarata e affermata che non ha mai avuto paura di rifiutare ogni tipo di ibridazione.

Preferite parlare degli Apple Store? Luoghi di indiscussa bellezza che rassomigliano più ad una esposizione artistica o ad un luogo di culto che a un negozio. Un’occasione ghiotta per schierare in campo tutti gli strumenti del brand awareness. Un vero e proprio marketing esperenziale. Gli store si propongono di far vivere al visitatore un’esperienza d’acquisto paragonabile in tutto e per tutto all’esperienza d’uso dei prodotti marchiati a mela, un luogo in cui i consumatori entrano a far parte di una vera e propria comunità organizzata: il Genius Bar per dare ogni tipo di supporto al consumatore; l’area Kids per i primi passi verso il mondo digitale;  addirittura teatri dove è possibile presenziare a corsi o presentazioni dei software Apple. Il personale distinguibile dalle diverse t-shirt  indossate.

Controcorrente

In un’epoca dove i social media divengono lo strumento principale per fare advertising, Apple non ha mai realizzato una pagina ufficiale su Twitter o Facebook eppure ha saputo costruire una delle reti sociali delle più grandi al mondo senza minimamente utilizzare questi canali.

Attenzione ai dettagli

Questo è un aneddoto risalente ad una mattina di Domenica di un lontano 2008. Quel giorno, leggenda vuole che ad un dirigente senior di Google, Vic Gundotra, fosse stato chiesto di chiamare al più presto Jobs a casa.

La convesazione pare essere andata pressapoco così:

Steve: “Allora Vic, abbiamo un problema urgente, ho bisogno che sia risolto al più presto”.

Vic: “Ho già individuato qualcuno del mio team che possa aiutarti a risolvere il problema, cosa che spero avvenga domani”.

Steve: “Stavo osservando il logo di Google su iPhone e non sono felice di come si veda. La seconda “O” di Google non ha il giusto gradiente di giallo. Proprio non mi convince, farò in modo che Greg lo aggiusti entro domani. Per te va bene?”

Sii te stesso

Non potevamo chiudere questo post senza fare minimo accenno alla follia e alla fame che forse più di tutto hanno condizionato, stimolato e supportato Jobs  in ogni momento della vita e che sicuramente hanno contribuito a procurargli non poche simpatie tra folla. Ora che ci ha lasciati le parole di Steve, quasi come un testo di una canzone che fa compagnia nei diversi momenti della vita, supporta e incita tutti noi a vivere nel modo migliore possibile.

Avevo diciassette anni lessi una frase che diceva “Se vivi ogni giorno come se fosse l’ultimo, uno di questi giorni avrai ragione”. Mi fece abbastanza effetto, e da allora, negli scorsi 33 anni, ogni mattina mi sono guardato allo specchio chiedendomi “Se oggi fosse l’ultimo giorno della mia vita, vorrei fare quel che sto per fare oggi?”. Nel caso la risposta fosse “No” per troppi giorni di seguito, sapevo che dovevo cambiare qualcosa.

Poladarium, un calendario fatto di Polaroid

I calendari composti da 365 giorni non sono certo una novità. Tutti ne abbiamo avuto almeno uno che abbiamo sfogliato con attenzione o al quale abbiamo strappato barbaramente le pagine senza farci troppi problemi.

Nessuno, tuttavia, poteva vantare 365 scatti Polaroid come Poladarium, questo il nome dello stravagante progetto per il 2012 le cui foto sono state curate da Olaf Heine, Diana Scheunemann, Antonina Gern, e Uwe Düttmann.

Le foto, non si limitano a mostrare scatti di artisti famosi o emergenti. Sul retro, infatti, vengono raccontate sia le storie delle persone ritratte che dei fotografi che le hanno scattate.

Insomma, Poladarium è un piccolo gioiello adatto a tutte le tasche che permette – con poche decine di euro – di portarsi a casa un vero capolavoro del design tedesco.

 

Coca-Cola sostituisce sulle lattine il suo logo con il tuo nome e parte il concorso per vincere 50.000$

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Condividi una lattina Coca-Cola con il tuo nome e vinci 50.000 $

Coca cola, leader nella comunicazione e già nota per campagne virali di successo, in Australia ha pensato ad una nuova iniziativa, innovativa e davvero ben strutturata.

La campagna fa parte del progetto “Share a coke “e vede la pagina Facebook al centro dell’iniziativa, volta ad unire le persone al brand incentivando la condivisione. Sulle lattine Coca-cola i nomi di 150 persone diventeranno protagonisti rubando il posto al logo della famosa bibita.

Si potrà così cercare nei negozi la lattina da collezione con il proprio nome o quello di un amico e, se il tuo nome non fa parte della lista, sarà possibile richiedere gratuitamente la personalizzazione in tutti i centri commerciali Westfield.

Ma la campagna non finisce qui! Ad ogni nome, infatti, è associata una canzone scaricabile con un codice dalla stessa pagina Facebook. E sempre sul social network, le persone potranno creare uno spot Coca-cola personalizzato, usando le loro immagini di Facebook, e condividere con gli amici una Coca virtuale, partecipando all’estrazione finale di premi per 50.000 dollari.

Coca cola ha investito più di 5 milioni di dollari in questa campagna e saranno stampate oltre 268 milioni di lattine.

Inoltre nel mese di dicembre sarà protagonista anche il ‘testimonial’ più famoso della coca cola, e con Babbo Natale i nomi delle magiche renne prenderanno il posto delle persone sulle lattine.

 

 

 

Dal punto di vista tecnico la campagna é stata strutturata in maniera semplice, incanalando il flusso di utenti direttamente sulla pagina Facebook.

Sul sito ufficiale Coca Cola Australia il link del concorso rimanda al minisite www.cokeunleashed.com.au mentre la campagna “Share a coke” ha come url di riferimento shareacoke.com.au, che reindirizza sulla pagina Facebook, vero fulcro virale del progetto.

 

Non può mancare, ovviamente, il canale youtube ufficiale della campagna.

Su Youtube Politics tutta la campagna elettorale USA 2012

Se Facebook scende in politica e Twitter lancia la pubblicità politica, Youtube scende in campo con Politics.

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Le elezioni presidenziali statunitensi del 2012 si avvicinano e, soprattutto negli Stati Uniti, la politica è 2.0. Youtube ha deciso quindi di dedicare un canale all’intera campagna elettorale.
Sul canale Politics vi saranno tutti i video riguardanti le campagne politiche: discorsi dei candidati, parodie, pubblicità… ed è possibile iscriversi al canale di ogni singolo candidato e ricevere aggiornamenti regolari e video della loro campagna elettorale: una visione a 360° delle elezioni USA 2012.

Il canale offre, inoltre, strumenti di approfondimento quali le statistiche. È possibile infatti controllare il video di quale candidato ha ottenuto il maggior numero di visualizzazioni, confrontare il numero di iscrizioni ai singoli canali di ogni candidato, consultare l’andamento settimanale o mensile delle visualizzazioni e delle condivisioni dei video.

Ma non finisce qui! Su Youtube si può trovare anche un municipio virtuale dove i cittadini possono esprimere il proprio parere su questioni importanti per il paese Paese come l’economia, l’istruzione, l’immigrazione, l’assistenza sanitaria… Come? Con un click, ovviamente!

Cineama, una community per il crowdsourcing nel cinema [INTERVISTA]

La storia di cui vi parlerò ora è una vera e propria storia d’amore. Per il cinema!

Qualche giorno fa ho letto di Cineama, la prima piattaforma italiana che unisce in crowdsourcing i professionisti, i creativi e gli appassionati del mondo del cinema. A quel punto, non ho resistito a contattare Tania Innamorati e Federico Bo, fondatori e responsabili del progetto, per capire in cosa consiste e cosa c’è dietro questo nuovo mondo a cui hanno dato vita.

Butto lì una provocazione (ovviamente in senso buono!). Avete unito le due cose in cui, in Italia, si investe meno (cinema & startup). Ne siete consapevoli?

(Tania) Non ci siamo neanche posti il problema. L’idea di dar vita a Cineama nasceva da un’esigenza più creativa che imprenditoriale. Abbiamo sempre pensato a Cineama e a ciò che rappresenta come una missione più che come a un business vero e proprio. Questo non vuol dire che non ci siamo concentrati e abbiamo approfondito l’aspetto più imprenditoriale, tanto che grazie al know-how del nostro giovanissimo CEO Antonio Badalamenti, abbiamo sviluppato tutta una serie di nuove e interessanti possibilità di business che metteremo a frutto nel prossimo periodo che speriamo il mercato accolga positivamente.

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Mancanza di risorse, continui tagli al FUS, il duopolio Rai-Mediaset. Il contesto cinematografico italiano è un calderone di problemi! L’esperienza social che impatto ha su questo scenario?

(Tania) Per rispondere meglio alla tua domanda devo riassumete brevemente cos’è Cineama: una piattaforma online, una community ma soprattutto un laboratorio per creare, produrre e distribuire film indipendenti grazie alle pratiche partecipative della retecrowdsourcing e crowdfunding in primis. Ma ci siamo resi conto che parlare solo di crowdfunding così come avevamo ipotizzato all’inizio, era troppo riduttivo. Abbiamo pensato che, per giustificare un intervento economico, i Cineamatori avrebbero dovuto essere coinvolti già dalla fase di creazione del film, per questo il processo sarà aperto a tutti e collaborativo. Questo permetterà agli autori di confrontarsi direttamente con i futuri spettatori ed avere quindi una valutazione ex ante del proprio film, e agli spettatori di partecipare realmente alla creazione. Ci auguriamo che questa collaborazione tra autori e spettatori porterà ai futuri progetti di cineama.it un effettivo contributo creativo e un sostegno in termini economici e di buzz.

Quindi, il vostro progetto trasforma il film in un esperienza collettiva a 360°: dalla realizzazione alla distribuzione. Per gli addetti ai lavori, qual è il valore aggiunto del crowdsourcing?

(Federico) Il cinema e in generale le attività nel settore audiovisivo sono sempre state un processo collaborativo che si avvale di reti di contatti e di amicizie, spesso frammentate e non comunicanti. Con la piattaforma cineama.it offriamo uno strumento tecnologico ma soprattutto una risorsa “sociale” per far sì che quest’insieme di reti si uniscano e gli utenti, i “nodi” della rete, comunichino di più e meglio. La “reputazione” che ogni cineamatore conquisterà con le sue professionalità, le sue esperienze, la sua capacità di collaborare e di condividere lo aiuterà ad aumentare le sue chance di successo nel mondo del cinema (e dintorni…). La forza della community servirà per avere maggior forza contrattuale e per stringere accordi, per esempio, con sponsor tecnici e film commission, in modo da abbassare il costo finale dei film che vorremmo permettere di realizzare.

E’ interessante notare che Cineama collabori con la Sacher di Nanni Moretti, con il produttore Fabrizio Mosca e Savina Neirotti. Insomma, la scena indie fa squadra per essere vincente. Qual è il rapporto con queste figure e quale il contributo reale ai progetti dei cineamatori?

(Federico) Fabrizio Mosca ha avuto l’intuizione iniziale di rivolgere il proprio sguardo al web per cercare di trovare strade nuove per realizzare e distribuire film di qualità, viste le difficoltà del modello tradizionale. Savina Neirotti – già creatrice del TorinoFilmLab, laboratorio di sceneggiature a livello internazionale – ha aderito con entusiasmo e con idee assai valide al team multidisciplinare che si stava creando. La Sacher Distribuzione, già attenta ai nuovi strumenti e alle nuove filosofie della Rete (basti pensare alla distribuzione in crowdfunding di Habemus Papam in Francia), ha voluto iniziare a sperimentare con noi il meccanismo della “distribuzione social” e delle proiezioni su richiesta per il film del regista iraniano Asghar Farhadi, Una separazione, vincitore dell’Orso d’Oro al Festival di Berlino.

Parliamo dell’aspetto startup. Quali sono stati gli steps che hanno portato allo sviluppo di Cineama e quali le difficoltà maggiori che avete incontrato?

(Federico) Con Antonio Badalamenti avevamo già provato ad avviare una startup (Spot Us Italia, inchieste in crowdfunding); memori degli errori commessi e degli insegnamenti avuti, abbiamo sviluppato insieme agli altri soci un progetto basato su uno studio attento del mercato e dei competitor, a livello nazionale e internazionale, su analisi rigorose, scenari realistici e percorsi di sviluppo flessibili. Molta importanza è stata data all’aspetto legale.

Tra l’altro, ho letto della vostra partecipazione a Working Capital. Che esperienza è stata?

(Federico) Grazie a Working Capital – il progetto Telecom per il sostegno alle start up innovative – che ha creduto in noi , siamo riusciti a creare la società e mettere in piedi le strutture minime necessarie per partire – soprattutto la piattaforma web. Da lì è iniziato e tuttora continua il lungo, difficile e tortuoso percorso per ottenere i finanziamenti necessari, dal pubblico e dal privato. Come tradizione, proporre progetti articolati e innovativi è, in Italia, una sfida al limite della follia (al limite interno della follia..). Noi però continuiamo con la nostra strategia che prevede la creazione di un ecosistema di partner, sostenitori, sponsor, patrocinatori che possano anche in questo caso giovarsi dell’effetto rete, moltiplicatore di valore per ogni suo nodo.

Come sarà Cineama nel prossimo futuro?

(Tania) Gli sviluppi in programma sono tantissimi, a breve, medio e lungo termine. Ad oggi il nostro obiettivo è quello di accrescere la community e che Cineama diventi un “luogo” importante per il cinema indipendente italiano. Vorremmo lavorare anche sul fronte distribuzione 2.0 per migliorare e diffondere il progetto iniziato con Sacher per il film Una Separazione. Per il futuro immaginiamo tra le altre cose: l’internazionalizzazione, ad esempio applicazioni per smartphone, tablet e media box, ma soprattutto la realizzazione di tanti e tanti bellissimi film collaborativi e indipendenti.

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