Will It Blend? ma ovviamente un iPhone 4S [VIRAL VIDEO]

In questi ultimi giorni le dediche a Steve Jobs sono fioccate un po’ da ogni parte, anche noi abbiamo dedicato vari articoli alla sua prematura e sofferta scomparsa.

C’è chi le dediche però le fa in modo davvero bizzarro!

Abbiamo già parlato spesso di Blendtec, la casa di robot da cucina famosa per la potenza delle sue macchine e per i video dimostrativi che circolano in rete. Ogni volta, la Blendtec, per dimostrare l’efficienza dei suoi articololi, si diletta a frullare, sminuzzare e ridurre in polvere i prodotti più di tendenza del momento.

Abbiamo visto distruggere un iPhone quando ancora c’era gente in fila per comprarlo, sminuzzare una riproduzione in miniatura di Justin Bieber, insomma quelli della Blendtec sanno cavalcare l’onda; ecco perché non poteva mancare una dedica speciale a Steve Jobs, triturando, udite udite, l’iPhone 4S.

Non so quanto Steve Jobs ne sarebbe stato felice, ma noi comuni mortali (bhe si, in effetti anche Steve ci ha dimostrato di esserlo) non possiamo far altro che guardare con gli occhi sgranati e mangiarci le mani!

Viene spontaneo domandarsi quale sarà il prossimo oggetto ad essere sminuzzato? una cosa è certa, se la Blendtec decide di farti a pezzi, allora vuol dire che sei un “pezzo grosso”, ma mai abbastanza per le loro lame!

Tug toner: l'attrezzo fallico [VIRAL VIDEO]

Quando c’è di mezzo un oggetto come questo, il video non può che essere virale!!!
Praticità ed efficienza sono il segreto di Tug Toner grazie al quale sarà possibile diventare dei fisicacci!!
Al di là delle presunta efficacia nel garantire un fisico scultorio degno di un body builder, la sua “forma originale” crea simpatici imbarazzi, scatenando le risa di molti!!
Ovviamente i doppi sensi si sprecano e vengono messi in chiara evidenza nello spot a valenza dimostrativa, per spiegare senza indugi di sorta, la versatilità dell’oggetto!!!
La forza di Tug Toner è di essere pratico e “maneggevole” tanto da accompagnarti in ogni situazione: in macchina, in ufficio, mentre guardi la tv o insieme ad un amico..
Insomma puoi usarlo come e quanto ti pare, non provoca dipendenza e non causa riduzione della vista!!
Volete provare?!

Motorola Droid Razr: più sottile, più resistente, più potente!

Thinner. Stronger. Faster. Smarter.

L’avevano annunciato una settimana fa con un teaser più che accattivante che il nuovo Motorola Droid Razr sarebbe stato versatile, resistente, più veloce e sottile, ma la platea della conferenza stampa che ha assistito poche ore fa a New York alla presentazione del nuovo Motorola Droid Razr è rimasta davvero sorpresa da quanto realmente quelle parole potessero esser vere!

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Il lancio del nuovo device della Motorola non ha voluto esser da meno rispetto al debutto di qualche settimana fa dell’iPhone 4s: oltre al video qui sopra, sulle homepage dei vari website della Motorola è comparso un countdown a partire da questa mattina che annunciava l’arrivo del nuovo device. Qui sotto potete vedere uno screenshot di Motorola Italia.

Il modello precedente del Motorola Droid era stato a suo tempo presentato con una campagna agguerrita contro i rivali, in particolare Apple; con il modello RAZR, sembra che Motorola punti ancora sull’idea di un prodotto molto competitivo, giocando soprattutto nella campagna promozionale con i concetti di forza, potenza, resistenza.

Lo slogan “Too powerfull to fall in the wrong hands” che compare sulla pagina facebook ufficiale del brand, accostando il Razr all’immagine di un’arma pericolosa, allude chiaramente al fatto che questo device è così potente che i suoi usi possono essere molteplici, soprattutto nelle mani di chi è un buon smanettone. Un ammiccamento insomma ad un target esperto dell’uso dei devices, ma non solo: basti pensare a tutti quei fan di Android che ben sanno districarsi nel mondo delle Apps, ad esempio. Infine sembra che il pubblico privilegiato sia quello maschile, non soltanto dalla campagna promozionale in sé, ma anche dal design del cellulare, di cui ora vi riassumeremo le caratteristiche più importanti e lo confronteremo con l’iPhone 4s.

Ultrasottile ma resistente!

Come da tradizione per la serie Razr dei device Motorola, si parla dello smartphone top-gamma dal design curato: ma per questo modello la “casa alata” ha pensato di stupire tutti disegnando un device ultrasottile, il più sottile al momento al mondo!

Solo 7,1 mm di spessore, molto più sottile dell’iPhone 4s che è di 9,3 mm, con un peso di soli 127 grammi. Ma sottile non è sinonimo di fragile, anzi: il device ha il retro con rivestimento in Kevlar, una fibra 5 volte più resistente dell’acciaio e che viene usata per i giubbotti antiproiettile! Inoltre il resto della cover è in acciaio inox per assorbire  gli urti.

Il display da 4,3 pollici integrato è di tipo Super AMOLED con tecnologia Gorilla Glass e risoluzione qHD: il display, nonostante una qualità elevatissima, ha il pregio di richiedere una modesta potenza, così da garantire una maggiore durata della batteria. Dalla foto sopra di Engadget potete vedere il confronto del display del Razr con quello dell’iPhone 4s.

E come se non bastasse, il Razr Droid è il primo dispositivo dell’azienda ad essere dotato di un paraspruzzi che protegge l’esterno e all’interno contro i danni d’acqua: un device pensato per resistere in ogni situazione!

Fotocamere: Razr meglio di iPhone!

Il Razr Droid sarà caratterizzato da una fotocamera posteriore da 8 MP con flash, autofocus, e uno stabilizzatore d’immagine. La fotocamera registra video in Full 1080p HD. La fotocamera anteriore dispone di un 1,3 megapixel: pensate invece che l’iPhone 4S ha ancora solo una fotocamera anteriore VGA.

SO Android Gingerbread, non Ice Cream 🙁

Il RAZR Droid utilizzerà il software Android 2.3.5 Gingerbread, anche se Google ha già annunciato il suo nuovo software Ice Cream Sandwich. Perciò, delusi da questa notizia, non possiamo avanzare molti confronti con il nuovo sistema iOS A5 che al contrario è già disponibile per il nuovo modello di casa Apple.

Va comunque detto che le caratteristiche importanti di iOS 5 si trovano già in Android, ad eccezione di programmi equivalenti ad IMessage e al chiacchierato nuovo programma-assistente personale, Siri. Le 5 caratteristiche che distinguono finora iOS A5 sono: la barra di notifica, la sincronizzazione cloud, sincronizzazione wireless, l’integrazione di Twitter e Widget.

Tuttavia il RAZR arriverà sul mercato con una serie di vantaggi del nuovo software. L’applicazione MotoCast consentirà agli utenti di condividere contenuti, proprio come “cloud computing”, tra computer e smartphone via Wi-Fi. Inoltre, il RAZR cerca di competere con RIM BlackBerry e il programma di IMessage di Apple con una suite di business-ready, Quickoffice, che permette di creare, aprire e modificare documenti Microsoft del pacchetto Office (Word, Excel e perfino PowerPoint). Il RAZR affascinerà il target business ” con la cancellazione da remoto, il blocco con PIN, la crittografia dei dati e i programmi di sincronizzazione.

Razr è il primo telefono del portafoglio Motorola Mobility con la funzione Smart Actions (immagine dalla conferenza fonte Engadget). In sostanza, è un facile strumento di scripting che consente di controllare tutte le funzioni del telefono che succhiano giù durata della batteria. Sarà così possibile impostare il livello di luminosità dello schermo, Wi-Fi, 4G e le impostazioni GPS quando il risparmio energetico diventa critico. Ad esempio, è possibile impostare il Razr in modo che diminuisca automaticamente la luminosità del display, rallentando il processore, non appena la durata della batteria scende al di sotto del 30 per cento. Motorola garantisce che la durata della batteria del Razr è in media il 30% di più rispetto a tutti gli smartphone sul mercato di uguale fascia: un’autonomia in utilizzo di 12,50 ore e 204 ore in stand by!

Velocissimo!

Il Razr Droid promette un processore dual-core da 1,2 GHz con 1 GB di RAM. Il confronto è sempre con il neonato di casa Apple: anche l’iPhone 4S dispone di 1 GB di RAM, ma il suo processore dual-core A5 lavora con un massimo di 1 Ghz. Inoltre ha 16 GB di storage on-board con altri 16 GB in una scheda microSD inclusa. Possono essere aggiunti altri 32 GB in microSD nell’apposito slot.

Anche per quanto riguarda la connessione il device della casa alata sembra competere bene con l’iPhone: il Razr Droid funziona su rete 4G LTE di Verizon, con la capacità di lavorare tra i 10 e i 20 mbps, contro i 14,4 di qualsiasia altro 4G. La connessione Wi-Fi permette inoltre di collegare ben 8 dispositivi al Razr!

Verizon Wireless è  al momento l’operatore esclusivo. Il Razr sarà disponibile per gli U.S.A. all’inizio di novembre per 299,99 $ con un contratto di due anni.

Bootloader bloccato e batteria non rimovibile

Come si legge dal canale twitter di Motorola il bootloader del Razr è bloccato e questo per motivi aziendali e per accordi con l’operatore Verizon. Questo delude di certo molti utenti: un bootloader sbloccato rende più facile caricare ROM personalizzate. Altro neo del devices della casa alata è il fatto che che la batteria del RAZR non sarà rimovibile, come si intuiva già dalle foto pubblicate prima del lancio dove si vedeva che l’ingresso della simcard era laterale. Il poco spessore del device non consente una copertura infatti sopra la batteria.

Infine ecco il video di Engadget con il Motorola Droid Razr in azione:

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Che ve ne sembra finora di questo nuovo Razr? Pensate possa davvero competere con l’iPhone grazie alle caratteristiche di cui vi abbiamo parlato e che lo fanno sembrare un device Android dal design accattivante e molto potente? Cosa succederà appena sarà possibile aggiornarlo al nuovo SO Android? Noi intanto aspettiamo di vederlo sugli scaffali prima di dare un giudizio definitivo!

L'oro a Crans-Montana, tra marketing turistico e guerrilla [CASE STUDY]

Torniamo a parlarvi di Crans-Montana, sede dell’imminente Cristal Festival. Poche settimane fa infatti, si era sparsa la notizia di un probabile record inaudito per l’Europa e per le Alpi: il ritrovamento – lungo il fiume Tièche – di una pepita d’oro dal peso di 128,5 grammi. Un turista tedesco, che desiderava restare anonimo, aveva allertato i media dell’accaduto precisando che la pepita era stata spedita ad esperti tedeschi, i quali nel frattempo avrebbero reso pubblici i risultati delle analisi relative alla natura, all’origine e alla composizione precisa della straordinaria pepita.

In realtà, nei giorni scorsi è stato tutto svelato: si è trattato di un’operazione di marketing turistico non convenzionale: un pr stunt, un hoax, uno stratagemma per attirare l’attenzione dei media, creare buzz ed aumentare la visibilità di Crans-Montana come destinazione invernale. Un trend di marketing che è emerso con tutta la sua forza a Cannes 2011: l’extra-ordinary fiction: portare elementi straordinari nella vita quotidiana e contribuire all’arricchimento quasi teatrale delle esperienze di vita dei consumatori.

Il brief e la soluzione creativa

Il problema che si è presentato, dunque, per l’Ente Turistico Crans-Montana, era quello di incentivare le prenotazioni in una destinazione che ha tutto per accontentare le esigenze di una famiglia in vacanza: 292 giorni di sole all’anno, panorami, shopping, eventi sportivi mondiali, campi da golf e spa resort. Eppure, lo spettro della recessione ed un cambio euro-franco svizzero non particolarmente favorevole hanno fatto sentire il loro impatto negativo sui flussi turistici.

Di qui, l’idea di attivare una speciale promozione (il 33% di sconto su hotel, shopping ed appartamenti) e di stimolare la conversazione su Crans-Montana grazie ad un’iniziativa di publicity. Con l’aiuto di una giornalista, la notizia ha avuto visibilità sui quotidiani locali ed è rimbalzata presto in rete dopo una basilare attività di ufficio stampa da parte dell’Ufficio Turismo.

La campagna si è poi articolata coinvolgendo diversi lettori che avrebbero di lì a poco inviato delle lettere d’interesse alle principali testate italiane, francesi, tedesche, svizzere, belghe ed inglesi – chiedendo maggiori informazioni sull’accaduto. Si pensi che un geologo tedesco, del tutto estraneo alla campagna, ha approfittato della notizia per dichiarare ai media la sua teoria sulla conformazione geologica svizzera! A metà ottobre poi, l’Ufficio Turismo ha organizzato una finta caccia all’oro coinvolgendo alcune famiglie che si sono improvvisate cercatrici d’oro sulle rive del fiume.

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Una volta svelato ai media la campagna, la febbre dell’oro è diventata un concorso: 3 finte pepite d’oro sono state davvero posizionate nel fiume. Ai trovatori, una vacanza gratis a Crans-Montana.

Gli elementi chiave della strategia di marketing

– il link altamente memorabile tra il concept creativo e l’offerta da promuovere: 33 carati dell’oro, 33% di sconto sui pacchetti turistici

– la scelta di un elemento creativo, l’oro, quale trending topic naturale il cui fascino alimenta un potere virale rilevante: il suo essere punto di riferimento in un periodo di crisi economica ed al contempo oggetto del desiderio; la compresenza tra disponibilità accessibile e limitazione esclusiva (da cui lo stratagemma di sottolineare anonimità e segretezza dell’accaduto, per evitare che – paradossalmente – la stazione svizzera si trasformi in luogo di ritrovo privilegiato dai cercatori d’oro e da chi per hobby ne va in cerca setacciando i fiumi).
– la tempistica dell’operazione: una settimana circa, tra notizia del ritrovamento e svelamento della campagna.

– la continuazione della campagna, con il contest: un ulteriore elemento facilmente diffondibile con la logica della publicity

Stay tuned: presto il video del case study e un’intervista agli ideatori!

Giappone: promuovere il turismo attraverso i social media

Nessuno di noi ha dimenticato il catastrofico terremoto che ha colpito il Giappone lo scorso marzo, il conseguente tsunami e gli incidenti occorsi nella centrale nucleare di Fukushima.

Le iniziative a sostegno dell’economia e della popolazione giapponese (tra le quali vorremmo ricordarvi anche il progetto ninja Creatives For Japan) continuano. Questa volta a essere protagonisti sono i social media: la Japan Tourism Agency ha infatti proposto di offrire ben 10000 voli andata e ritorno gratuiti verso il Giappone ad altrettanti social media user che diano visibilità alla nazione come meta per le vacanze.

Lo scopo è quello di dare un supporto all’industria del turismo, fortemente compromessa dai recenti accadimenti (il numero dei visitatori nel Paese nei primi tre mesi successivi ai disastri è diminuito del 50% rispetto allo stesso periodo del 2010), grazie al word of mouth creato sui social network: i viaggiatori (ai quali spetterebbero comunque le spese di vitto e alloggio) sarà infatti richiesto di documentare la loro esperienza su Facebook, Twitter, sul loro blog personale o su qualunque altra piattaforma social siano soliti usare.

Se il progetto andrà in porto, gli aspiranti visitatori non dovranno far altro che candidarsi su un sito web dedicato, specificando l’itinerario che intendono percorrere e perché ritengono di dover esser scelti: “We are hoping to get highly influential blogger-types, and others who can spread the word that Japan is a safe place to visit” è, infatti, il messaggio dell’agenzia.

La cifra necessaria per il finanziamento dell’iniziativa è di 10 milioni di yen. Se stanziati, il progetto prenderà il via ad aprile 2012.

Costruisci un finale diverso alle tue storie preferite con THe iNCIPIT

Costruisci un finale diverso alle tue storie preferite con THe iNCIPIT

Logo THe iNCIPIT

Oggi vi voglio parlare di THe iNCIPIT, una startup che ha rubato la mia attenzione e che spero possa incuriosire anche voi. Come vedremo successivamente si tratta di un progetto di crowdsourcing narrativo. Fino a qualche giorno fa aperta era solo ai beta tester, ma da circa tre settimane aperta al pubblico.

Non è certo l’unico esperimento di questo tipo sul web. L’ho trovato comunque molto interessante sia per la cura dei dettagli dal punto di vista grafico e tecnico, sia per la discreta partecipazione che è riuscita a generare nei suoi pochi mesi di vita. Più volte in questa sezione abbiamo ripetuto che l’interfaccia grafica e l’usabilità spesso vengono sottovalutate dagli startupper nostrani. Al contrario sono convinto che abbiano una grande importanza soprattutto nella fase iniziale di un progetto. Bè questi ragazzi l’hanno capito alla grande e possiamo dargli il nostro ninja-sigillo di startup promettente! Vediamo subito di cosa si tratta! 🙂

Che cos’è THe iNCIPIT

The Incipit è un innovativa community on line che consente agli utenti iscritti di creare in modo collaborativo e interattivo la trama di una storia.

Chissà quante volte leggendo un libro o un racconto siamo rimasti insoddisfatti di come andava a finire oppure abbiamo immaginato che i personaggi potessero agire in maniera diversa da come aveva pensato l’autore. Vediamo come questo è reso possibile dalla piattaforma di THe iNCIPIT.

Tutto inizia con episodio della storia, un incipit appunto, che viene pubblicato dai gestori del sito. Gli utenti possono interagire con quest’episodio in vari modi:
sostituendo una parola all’interno del racconto;
votando le modifiche proposte dagli altri sul sito di The Incipit oppure sulla fan page del progetto;
interagendo con gli altri utenti e con l’autore al fine di trasformare la storia in qualcosa che si avvicini di più ai gusti della community.

Tutto questo fino all’uscita dell’episodio successivo annunciata da un semplice conto alla rovescia.

Cappuccetto Rosso - Laura Wood

Made by Laura Wood

In questo momento si sta giocando con la favola di Cappuccetto Rosso.. chissà che ne verrà fuori.. magari il lupo si innamorerà perdutamente di lei oppure verrà mangiato dalla protagonista della storia.. solo iscrivendoci lo potremo scoprire! 🙂

Ovviamente è possibile partecipare al gioco anche come autori. Per questo motivo i ragazzi di The Incipit sono sempre alla ricerca di persone che abbiamo voglia di mettersi in gioco. Si cercano scrittori, illustratori, comunicatori e anche programmatori. Chi fosse interessato può scrivere direttamente al team su Facebook, Twitter o attraverso il form di contatto.

Chi c’è dietro THe iNCIPIT (il team)

Il gruppo che guida il progetto è composto da quattro persone, ma come accennavo prima sono fondamentali per lo sviluppo anche tutte le persone che collaborano in maniera più o meno occasionale. Interessante vedere che tre persone su quattro sono creativi puri, a prova che non necessariamente per avviare una startup c’è assoluto bisogno di un team di programmatori specializzati. Conosciamoli più da vicino:

Team THe iNCIPITMarco Paccagnella, fondatore, project manager e autore. Cercando un po’ in rete ho scoperto che si tratta di una persona davvero ricca di risorse. Nasce come creativo occupandosi principalmente di fotografia e web design. Durante il suo percorso però ha avuto anche il ruolo di community manager per Too Lazy to do it, un altro famoso progetto di crowdsourcing. Abbiamo poi Manuel Colombo, cofondatore del progetto. Anche lui come Marco ha una grande passione per la grafica ed è laurato al Politecnico di Milano in Communication Design. Ha nel suo bagaglio diverse esperienze come web designer per progetti piuttosto conosciuti come i portali Leiweb.it ed ePrice. Segue poi Damiano La Maida, lo sviluppatore. E infine Laura Ghisellini, ovvero la content editor del progetto. Formata al Master della Scuola Holden di Torino, ex blogger di Blogo e oggi redattrice per AtCasa.it.

Anche per quanto riguarda gli illustratori troviamo delle persone molto in gamba. Sul sito di THe iNCIPIT ci sono i seguenti nomi: Davide Franzetti (http://www.davidefranzetti.com), Laura Wood (http://laurawoodillustration.blogspot.com) e Giacomo Cattaneo Giussani.

Davide Franzetti - Episodio 4

Made by Davide Franzetti

Breve storia del progetto

Il fondatore Marco Paccagnella ci racconta che l’idea di THe iNCIPIT è nata nell’autunno 2010 durante una pausa caffè con il confonder Manuel Colombo. Come spesso accade questo non era il primo progetto web di cui parlavano in quei 10 minuti prima di tornare in ufficio, ma questo sembrava essere più interessante degli altri. Chiedendo un po’ in giro tra i colleghi, il desiderio di cambiare il finale delle storie era più diffuso di quanto si potesse immaginare. Questo ha dato sicuramente un primo stimolo a continuare a lavorare sul progetto. Il primo step è stato ovviamente fare ricerche nel settore. In giro c’era molti progetti simili, ma niente che avesse le stesse caratteristiche che avevano in mente i due fondatori. Ecco alcune parole che mostrano l’entusiasmo con cui fin dall’inizio è stata portata avanti l’idea di THe iNCIPIT:

Ci entusiasmava l’idea di dare al lettore il potere di cambiare la trama, di costruire il racconto insieme al resto della community. Non era un gioco di ruolo, non era un libro-game, non era un romanzo a pezzi su twitter, non era neanche uno di quei tentativi di scrittura collettiva a più mani dal risultato confuso e divertente solo per gli autori. THe iNCIPIT era qualcosa di nuovo.

Scelto il nome la prima tappa è stata un lungo brainstorming. Tutte le idee sono state raccolte in un semplicissimo documento condiviso su Google Docs (che mi confessa Marco, è ancora presente nella loro cassetta degli attrezzi) cercando di mettersi nei panni sia degli autori che dei lettori. La base era chiara: storie a episodi, pubblicati periodicamente con un conto alla rovescia, in cui gli utenti potevano intervenire tramite sondaggi e parole in libertà. Fin da subito capiscono che non possono mancare due elementi fondamentali: da una parte degli strumenti di community e dall’altra una controparte illustrativa forte e di qualità con cui accompagnare il testo. 

Verso la fine del 2010 il primo prototipo era online e accessibile solo agli sviluppatori. In primavera si è iniziato a sentire il bisogno di uno sviluppatore che potesse aiutarli nelle parti di codice più impegnative. Con l’arrivo di Damiano La Maida THe iNCIPIT ha subito un’accellerazione e per l’estate 2011 il sito era pronto per un beta-test privato.

Tra il mese di agosto e settembre 2011 The Incipit è stato sottoposto al feedback di un centinaio di utenti che hanno permesso di arrivare oggi all’uscita della beta pubblica. La prima storia che ha dato il via a THe iNCIPIT è la famosissima favola di Hansel e Gretel. Grazie al contributo della community la storia è stata totalmente stravolta. Nello specifico Hansel è diventato un fantasma, Gretel una ragazza molto bugiarda e la strega un’acchiappa fantasmi in pensione. 🙂 A fine settembre, come abbiamo già detto, il sito è stato aperto al pubblico con la fiaba d’eccellenza: Cappuccetto Rosso. Alla domanda “perché proprio una favola” Marco ci risponde: “E’ un ottimo campo da gioco: tutti le conoscono, nessun utente parte avantaggiato, e poter dare una seconda possibilità al lupo è un atto dovuto“.

Modello di business e progetti per il futuro

Il progetto è ancora in una fase embrionale, ma i due fondatori sembrano molto determinati e in queste prime tre settimane di vita non hanno mai smesso di lavorarci. Nel futuro di THe iNCIPIT, ci racconta Marco, sono in cantiere due macro-sviluppi:
– il primo, che verrà pubblicato a breve, è ampliare l’offerta a un numero maggiore di storie contemporaneamente;
– il secondo è trasformare THe iNCIPIT in una vera e propria piattaforma, dando agli utenti un ruolo ancora più importante e potenziando maggiormente l’aspetto di community, avvicinandolo il più possibile ai paradigmi dei social network

Allo stesso tempo, il fondatore ci confessa che molto probabilmente non mancherà lo sviluppo della versione mobile di THe iNCIPIT.

Per quanto riguarda il business plan è ancora prematuro parlarne essendo solo all’inizio. Ora, come succede soprattutto nei progetti web, l’obiettivo è allargare quanto più possibile il bacino della community, ma curiosando sul sito si intravedono dei possibili sviluppi del business:

Sei un editore, un autore, un’azienda in cerca di un nuovo modo per farti pubblicità? Stai pianificando una social media strategy e vorresti un’idea innovativa per generare brand awareness o vendere il tuo prodotto? Oppure desideri spazio advertising? Vuoi inserire un tuo banner su questo sito?

Il fondatore della startup ci racconta che nel corso dei prossimi mesi il progetto verrà presentato a case editrici, istituti didattici e, ovviamente, anche investitori e finanziatori. Anche in questo caso i due ragazzi sembrano molto determinati e affermano:

L’editoria digitale è un mondo in fermento e pensiamo di poterci ritagliare una nostro spazio. Siamo i primi a credere in questo progetto. Aver lanciato il sito è solo l’inizio (e non vuole essere solo un gioco di parole). Ciò che ci serve ora è raggiungere il nostro target e farci conoscere.

Che dire? Vi auguro il meglio per il vostro progetto e mi prometto che vi terrò d’occhio! Buona fortuna! 😉

L'artista indiano Mohamed Raoof ha creato una versione realistica degli uccellini arrabbiati, utilizzando delle foto,  leggermente modificate, per accentuare la somiglianza: il fenomeno Angry birds non accenna ad esaurirsi!

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Angry Birds come non li avete mai visti: in piume ed ossa

Pensavamo di aver visto tutte le declinazioni possibili di Angry birds, dalle torte di compleanno alle partite di calcio,  passando per i flash mobs, ma evidentemente il fenomeno non è destinato ad esaurirsi.

L’artista indiano Mohamed Raoof ha infatti  creato una versione realistica degli uccellini arrabbiati, utilizzando delle foto,  leggermente modificate, per accentuare la somiglianza. Ecco il risultato:

Colora la tua musica con gli altoparlanti da viaggio ricaricabili via usb!

Voi dovete metterci la musica, al resto ci pensano gli iHM61: altoparlanti per tutte le occasioni (e soprattutto da viaggio).

Al loro interno una batteria agli ioni di litio ricaricabile tramite una semplice porta usb, quindi basterà il vostro computer. In questo modo potrete ascoltare in libertà la vostra musica preferita.

Alta qualità del suono, dimensione davvero minima e sorprendente: si possono “riavvolgere” su se stessi occupando non più del palmo di una mano.

Caratteristiche principali:

– leggono qualsiasi sorgente audio (cellulare, pc, laptop, mp3, iPod, ecc);

– hanno un led al centro che cambia colore;

– possibilità di unire più speaker insieme;

– utilizzabili anche mentre sono in carica.

Prezzo di lancio intorno ai 26 dollari! Non vi resta che alzare il volume! 🙂

Pirelli ambient, attacco di danza in piazza Sempione

Un ambient tutto da ballare quello che Pirelli ha portato lo scorso 8 Settembre sotto l’ Arco della Pace di Milano, in piazza Sempione.

Trenta danzatori professionisti, vestiti come dei piloti di formula 1, hanno ballato a ritmo del brano “Fantasy” di Breakbot. Un’esibizione di potere e controllo per celebrare l’inizio della stagione di Formula 1 con gli pneumatici PZero.

L’evento e il video fanno parte della campagna “Let’s Dance” nata dalla partnership tra Pirelli e F1. L’attacco di danza porta il nome dell’acclamata coreografa francese Paola Ka mentre la regia del video è stata affidata alla regista Nathalie Canguilhem.

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Credits:

Advertising Agency: 72&Sunny Amsterdam, Netherlands
Creative directors: Carco Cavallone, Robert Nakata
Production: HSI London
Director: Nathalie Canguilhem
Music: Breakbot “Fantasy”

Apple Startup Culture: l'abc di Steve Jobs

Nel 2011 Apple diventa l’azienda con maggior valore al mondo. Un anno fa il Ceo la definiva “una gigantesca startup”, che oggi conta circa 50000 dipendenti. Quali sono gli insegnamenti per una startup del trentennio di guida di Steve Jobs?

1.Vision
“Vuoi trascorre il resto della tua vita vendendo acqua zuccherata, o vuoi una possibilità di cambiare il mondo?”, per cirarlo. La risposta suggerisce di essere preparati. Cosa significa? Prevedere il futuro. Ovvero studiare il mercato, imparare a (ri)conoscere i progetti che in virtù di esso stanno in piedi, organizzarne al meglio la stratega di inserimento. Il contesto della nostra vision non è prevedibile, in realtà, perchè viviamo un mondo di sorprese: l’unico modo per prevedere il futuro è crearlo.

2.Mission
Corrisponde in gran parte all’idea. Essa è frutto di diversi fattori: motivazione, genio, tecnica, maturità, serendipity, cultura del fallimento. Su questo si è lungamente speso pochi giorni fa Guy Kawasaki sul suo profilo Google+, in un post intitolato Cosa ho imparato da Steve Jobs.

3.Team (+ scelta di Mentor, Partner ed Investitori)
Una caratteristica particolare della leadership di Jobs aveva a che fare con la sua smisurata ambizione: sosteneva il bisogno di doversi confrontare con persone professionalmente sempre superiori. Secondo una scuola di pensiero (si veda: G. Kawasaki, L’arte di partire bene), non andrebbe scartata l’ipotesi di scegliersi candidati con grossi punti di forza pur avendo forti punti deboli.

Infatti, un team in possesso di competenze elevate e diversificate è esattamente ciò di cui ha bisogno la startup, perché ha scarse risorse a partire dai membri che la costituiscono. Non c’è spazio per gli esuberi e farsi spaventare dai punti deboli corrisponde ad una tendenza alla mediocrità.

Quando Apple entrò nella fase corporate, diede vita al Fellows Program, per cui dipendenti particolarmente straordinari per contributo tecnico o carismatico all’interno del mondo informatico ottengono un riconoscimento dall’azienda, per mezzo dei quali, cioè, si rende capace di realizzare i suoi obiettivi.

Lo scopo finale è che “Apple non costituisce grandi team per lavorare su ogni singolo prodotto, piuttosto assume poche persone, ma molto intelligenti, in grado di lavorare su diversi progetti e di spostarsi da un progetto all’altro in base alle esigenze”.

Ma se state accarezzando narcisisticamente i vostri difetti, chiedetevi: sono perfettamente qualificato? Valuto gli altri rispetto a standard superiori di quelli utilizzati per me stesso? Se le risposte non sono affermative, meglio mettersi a lavorare: un team perfetto è ciò che renderà possibile la realizzazione dei punti 1 e 2.

4.Competitors
“Sfortunatamente, la gente non si sta ribellando contro Microsoft. Non conoscono niente di meglio”: l’insegnamento in questo caso sta nel sapersi far riconoscere dai propri clienti all’interno del mercato che conquistiamo.

Il posizionamento consiste nel saper individuare e scegliere la propria nicchia a cui dare risposte concrete sulla base del valore del prodotto o del servizio che offriamo e sulla capacità che abbiamo di fornirlo. Generalmente pensiamo di dimostrare la nostra conoscenza n materia sui nostri bei assi cartesiani in cui la nostra impresa si trova sempre in alto a desta (forse perché il mercato è grande e non ci sono competitor?).

Quando avremo imparato il senso di questa istruzione, allora sarà possibile affermare qualcosa come “Presto esisteranno due tipi di persone: quelle che useranno dei computer e quelle che useranno Apple”. Il nostro business plan prevederà dettagliatamente tale analisi.

5.Packaging e tecniche di pitching
Basta vedere le presentazioni dei prodotti a Cupertino per farsi un’idea completa della cultura aziendale di Apple sotto la guida di Jobs. La capacità di parlare in pubblico e tenere una presentazione secondo particolari modalità corrispondono in questo caso all’importanza per il design, la forza dei risultati di qualità ottenuti, l’attenzione per la giusta capacità di presentazione e persuasione sono sempre stati in perfetta sintonia con il prodotto.

Jobs ha insegnato ad usare la fantasia, a sognare grazie all’applicazione tecnologia. Bisogna riconoscere come abbia cercato nel proprio caos interiore, tutte quelle regole da ribaltare, assumendosi un grande rischio.

Generalmente i manuali che insegnano ad ottenere dei risultati sostengono la tesi inversa: cioè dare importanza alla funzione, non alla forma e studiare i background dei grandi imprenditori di sempre per scoprire che non erano nati per creare un’azienda da svariati miliardi di dollari, oltre a riproporre un metodo già collaudato.

Jobs ci ha lasciati con un consiglio diverso: esserci. Essere le persone giuste al momento giusto.

Mi piace poter lasciare il discorso aperto, concludendo questo post con lo spot omaggio della Apple, nella versione italiana doppiata da Dario Fo: Think Different.