Le illustrazioni a un passo dalla realtà di Tim O'Brien

Tim O’Brien è un illustratore e ritrattista veramente eccellente, cura le proprie illustrazioni così nei minimi dettagli da arrivare a chiedersi se non siano reali! . Le sue opere sono state pubblicate soprattutto in testate come TIME Magazine, Rolling Stone, National Geographic , Playboy, Penthouse, New York Magazine, The New York Times, Warner e molti altri; ha progettato inoltre numerosi francobolli degli Stati Uniti.
Tim O’Brien ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti dalla Society of Illustrators di New York e Los Angeles, Graphis, Print, Communication Arts Magazine, the Society of Publication Designers, American Illustration, e l‘Art Directors Club. Tim ha più di una dozzina di dipinti della collezione della National Gallery, Washington, DC., ed è vincitore del prestigioso Hamilton King Award dalla Society of Illustrators.

Qui di seguito vi mostriamo alcuni tra i suoi migliori lavori.

Se volete scoprire tutte le splendide illustrazioni di Tim, in basso trovate il link al suo portfolio.

Le più famose battaglie tecnologiche degli ultimi 30 anni [INFOGRAFICA]

Sicuramente ricordate i vincitori, ma i vinti? Tecnologie come il Betamax, il Laserdisc, l’Hd dvd: ecco un elenco delle maggiori battaglie in ambito tecnologico degli ultimi 30 anni.

Se volete, potete seguirci anche su Twitter per le news sui gadget e la tecnologia.

Lo spot per la campagna di sensibilizzazione contro il cancro alla pelle tenutosi per le strade di Madrid a cura di Bungalow25

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700 vite, la campagna di ghiaccio contro il melanoma


Chi ha detto che il sociale non può seguire le stesse regole proprie del marketing strategico ?

Per rispondere a questo quesito calza a pennello il video che ci apprestiamo a presentarvi, uno spot per la campagna di sensibilizzazione contro il cancro alla pelle e che si terrà in Spagna, per la precisione a Madrid.

Lo scopo è tra i più nobili, ovvero portare all’attenzione della società civile la crescita costante di casi di melanoma nella popolazione, malattia che provoca, nella sola penisola iberica, più di 700 morti all’anno.

Una tipologia di affezione tra le più invalidanti non solo per la natura del male in sé ma anche perchè non dettata da agenti notorialmente patogeni, altresì dalla semplice quanto naturale esposizione ai raggi solari.

La Bungalow 25, in compartecipazione con la multinazionale farmaceutica Bristol-Myers Squibb, a Madrid quest’anno ha avuto un’idea frutto della spiccata creatività dei suoi copywriters che riesce a fondere elementi di viral advertising a quelli più convenzionali di pubblicità progresso di solito in onda sui nostri schermi.

Nel video appena propostovi, della durata di circa 90 secondi, ci vengono illustrate dai sottopancia che corredano le immagini, tutta una serie di dati rispetto alla diffusione del melanoma, con un particolare riferimento alle 700 vittime annue nel territorio spagnolo, con una voce fuori campo che attraverso il claim che contraddistingue tutta la campagna, lancia l’iniziativa con un perentorio “700 vite che spariscono….”


Da qui parte la descrizione dell’evento vero e proprio, ovvero la creazione di statue di ghiaccio dislocate lungo punti strategici del capolouogo madrileno, come una delicata metafora che unisce le vittime del cancro alla pelle ed il ghiaccio, entrambe destinate a sparire a causa dell’esposizione al sole.

Di assoluto interesse rimangono innanzitutto la scelta del mezzo della campagna, assolutamente incisiva seppur di grande garbo nella sua presentazione, ma ancor di più da un lato la descrizione di un evento che unisce il palcoscenico con il reale (la città di Madrid ed i suoi cittadini sono al tempo stesso spettatori/riceventi della campagna ma attori e soggetti attivi della stessa), e soprattutto l’interdisciplinarietà esplicitata nello spot stesso.

Viene descritta e illustrata, infatti, la scelta di marketing per il sociale che sfrutta gli organi di informazione ed i new media attraverso un processo creativo fluido che si adatta ad ogni mezzo di comunicazione, una sorta di meta-costruzione simbolica che illustra l’evento spiegandolo, che impone la sua diffusione strategica suggerendola direttamente senza lasciar spazio ad alcun segno di interpretazione.

Secondo studi recenti sul comportamento degli utenti in rete, i follower su Twitter delle marche sono più propensi ad acquistare quella marca o a consigliarla ai propri amici

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Twitter, la relazione tra i follower dei brand e l'intenzione all'acquisto

Secondo studi recenti sul comportamento degli utenti in rete, i follower su Twitter delle marche sono più propensi ad acquistare quella marca o a consigliarla ai propri amici (vedi anche “Following brands on Twitter increases purchase intent [STUDY]” su Mashable).

I social media stimolano le persone a comunicare e ad interagire tra loro a livello di singole relazioni anche con brevi messaggi; così anche le aziende, che scelgono di utilizzare la rete, possono passare da una comunicazione one to many (tipica del broadcasting) ad una one to one. La comunicazione in rete fa emergere nel consumatore l’idea di essere importante, di essere finalmente al centro dell’interesse di quell’azienda con cui riesce quindi ad instaurare un rapporto.

C’è da aspettarsi quindi che questo tipo di relazioni possano portare un consumatore a preferire proprio quella marca con cui ha un dialogo rispetto ad un’altra concorrente.

Gli studi del Costant Contact e del Chadwick Martin Bailey, condotti su 1491 consumatori maggiorenni americani, rilevano appunto come gli utenti interagiscano con brand anche di fama mondiale, semplicemente attraverso Twitter.

Già ricerche precedenti, su Facebook e i brand, avevano mostrato come la maggior parte dei consumatori intervistati si dichiarava più propenso a consigliare ai propri amici o acquistare loro stessi un prodotto proprio di quelle marche ”likate” su Facebook.

In questo tipo di comportamento possono essere spiegati diversi tipi di bisogno, come quello di socialità o di sicurezza.

Ciò che in ogni caso emerge dalle analisi su Facebook e Twitter è che il processo di fidelizzazione del consumatore è pressoché simile nei due social, in pratica un consumatore si fidelizza con quella marca con cui ha un qualche tipo di rapporto in rete.

Se da un lato un follow o un like per un’azienda significa fedeltà alla marca, dall’altro solo il 21% degli utenti su Twitter decide di seguire un marca, e comunque questi utenti non seguono più di una decina di altre marche; bisogna aggiungere però che gli utenti che seguono una marca, solitamente rimangono a lungo dei follower.

Ma perché un utente dovrebbe essere follower di un brand?? Vediamo la top 5 delle ragioni per esserlo secondo gli intervistati:

– 64% è già un consumatore di quella marca
– 61% vuole essere il primo ad avere news su quel brand
– 48% cerca di avere sconti o promozioni
– 36% cerca di accedere a contenuti esclusivi
– 28% per ricevere contenuti da ritwittare e condividere

Dalle ricerche si scopre anche che mentre ben l’84% degli utenti segue i tweet postati dalle aziende, solo il 23% di questi twitta sui brand.

Lo studio infine sottolinea che in percentuale, coloro che utilizzano anche Twitter effettuano più accessi a Internet all’ora rispetto a quelli che usano solo Facebook; inoltre gli utenti di Twitter rispetto a quelli che hanno solo un account su Facebook utilizzano Facebook persino di più.

Kindle Fire: fai like e lo vinci con altri 250$ [Breaking News]

 

La promozione per il lancio del tablet low cost di Amazon è aggressiva come lo sarà il prezzo.

Il lancio del nuovo tablet di Amazon è previsto per il 15  di questo mese, con preordini anche da 250 000 pezzi. Nell’attesa di poter mettere le mani sul tablet che sembra destinato a rivoluzionare il panorama del mondo tablet – mobile, vediamo come il colosso dell’ e-commerce punti su facebook per diffondere ulteriormente la conoscenza del prodotto

Alcuni utenti, dopo aver fatto like sulla pagina ufficiale del Kindle fire, riceveranno il tablet gratuito e 250 dollari da spendere su Amazon in omaggio. La strategia è aggressiva, come il prezzo del tablet, vi terremo aggiornati su tutti gli sviluppi che questo tablet avrà in futuro. Riuscirà a convincere più del famoso tablet da 35$ indiano? Invaderà il mercato come ci si aspetta?

Per ora la promozione sembra limitata ai cittadini U.S.A, vedremo se verrà estesa anche alla vecchia Europa

Non dimenticate di dare un’occhiata qui al nostro commento proprio sul Kindle Fire

 

Google GoMo: il servizio che aiuta le aziende a diventare mobile! [Breaking News]

Google è continuamente a lavoro: dopo l’indiscrezione sulla possibilità del lancio dell’app nativa di Gmail e le novità su Android, Google lancia una iniziativa totalmente rivolta al mercato Mobile, GoMo.

Come Jesse Haines, responsabile del marketing per l’advertising mobile di Google, spiega nel blog di Google Mobile Ads, Gomo (abbreviazione di “Go Mobile”) è progettato per aiutare le aziende che non sono soddisfatti del loro sito mobile.

Haines spiega che spesso i potenziali clienti vengono rimbalzati da un sito mobile poco funzionante che li porta a scegliere un’azienda concorrente con un sito mobile migliore.

“Questo accade centinaia, addirittura migliaia di volte ogni giorno, perché molti siti di aziende non funzionano bene sugli smartphone”, dice Haines.

Su HowToGoMo.com, un’azienda può inserire l’URL del proprio sito e vedere un’anteprima della risoluzione su smartphone. Gomo poi formula suggerimenti e raccomandazioni su come il sito potrebbe essere ottimizzato per mobile.

Google mette a disposizione una serie di tools per la programmazione, tutorial e servizi di test per siti mobile.

GoMoMeter

GoMoMeter è il servizio più interessante: permette di verificare la velocità di caricamento e la compatibilità di pagine web sui devices mostrando eventuali errori o problemi su foto, testo, link considerando anche l’uso del touchscreen degli utenti.

Gomo mostra anche “buoni” esempi di siti web mobile-friendly da cui prendere ispirazione.

Perché Google rivolge tanta attenzione ai siti mobile?

Anche se si è immerso nel mercato dello sviluppo delle applicazioni mobile con Android, il primo amore di Google è sempre stato il web. Questo perché i siti Web possono essere cercati e indicizzati dai server di Google, e ciò spiega la nuova iniziativa che incoraggia le piccole e medie imprese a costruire siti web mobile-friendly e a non affidarsi esclusivamente alle apps.

Come al solito Google ha pubblicato un video molto semplice e carino per spiegare il suo nuovo servizio, chiudiamo dunque lasciandovi proprio con il video:

[yframe url=’http://www.youtube.com/watch?v=Ja7abx3OPOQ’]

 

Anche i graphic designer guardano Ghostbusters

New York, un gruppo di ragazzi si lascia alle spalle l’università e – spinto dalla strana passione per la parapsicologia – si trova a gestire una ditta di disinfestazione ectoplasmatica ed esorcismo di spiriti maligni. Iniziava così – nell’ormai lontano 1984 – Ghostbusters, definito da molti uno dei più grandi film americani di sempre.

Negli anni si sono susseguite altre versioni, tra cui qualcuna a cartone animato, sempre con i medesimi protagonisti alle prese – a seconda dei casi – con spettri pasticcioni o pericolosi.

Oggi, nel 2011, in attesa di sapere se avremo o no una nuova versione in 3D, godiamoci queste immagini tutte da guardare realizzate da sorprendenti graphic designer.


Il numero di emergenza misterioso [VIRAL]

Cari Ninja, abbiamo scovato in rete un video molto bizzarro… sembra proprio una campagna teaser!

Lo spot chiama a raccolta chiunque si trovi in una situazione dalla quale vorrebbe uscire: cena a casa dei genitori di lei, un lavoro alienante, in poche parole.. chi si sente in trappola! Chiamando il numero 800.96.05.68, la promessa è di far arrivare dei soccorsi.

[yframe url=’http://www.youtube.com/watch?v=qTd6CbYdl_c’]

Di che si tratterà? Qualcuno di voi ha provato a chiamare questo numero? Le nostre Ninja-indagini raccontano di una segreteria telefonica alla quale raccontare la situazione che intrappola ed indicare un indirizzo. In più, dando informazioni su come farsi riconoscere, presto dovrebbe arrivare qualcuno al salvataggio!

Continueremo ad indagare, stay tuned!

Gmail per iOS: in arrivo l'app nativa su Appstore [Rumors]

L’indiscrezione arriva da MG Siegler, editor di Techcrunch, che nel suo blog personale Parislemon annuncia l’arrivo sull’Appstore dell’applicazione nativa di Gmail.

Google finora si è semplicemente concentrata sul Web mobile garantendo per un pò una buona versione web based della propria casella elettronica.

Indubbiamente il conflitto fra la Mela e il Robottino ha intralciato l’arrivo di un’app nativa di GMail su Appstore.

Fino ad ora.

Google è sul punto di lanciare la sua app nativa di Gmail, secondo MG Siegler che parla di numerose fonti a riguardo. Secondo il columnist di Techcrunch, l’app sarebbe già stata sottoposta ad Apple per la revisione. Se viene approvata, dovrebbe essere presto online.

E’ un’ottima notizia secondo Siegler che si sbilancia anche nel dire che chi gli ha fornito la notizia afferma che questa applicazione sarà più che sorprendente.

Nonostante una buona versione mobile di Gmail, l’app potrebbe finalmente permettere le notifiche push ma soprattutto potrebbe integrare il servizio di Google+ e offrire così nuove funzionalità agli utenti del social network firmato Big G.

Google non ha la fama di avere buone applicazioni per iOS: sono infatti spesso piene di bug e non veloci all’avvio.

Ma aspettiamo prima di far commenti di avere notizie certe su questa indiscrezione e di vedere dal vivo l’app!

 

La nascita delle App Governative [Breaking News]

 

Il mondo mobile sta per affrontare il prossimo passo della sua evoluzione: le app governative

 

Sia chiaro, parliamo (purtroppo) del governo Americano. E’ incoraggiante vedere come il mondo mobile si stia inserendo nella vita quotidiana su tutti i livelli

“Ci saranno milioni di differenti apps governative” dice Tom Suder, presidente e CEO di Mobile Government Solutions, un’azienda privata di settore che ha già sviluppato un’app per il registro federale americano. “Ma ancora non ci siamo, manca poco”

Le agenzie governative americane stanno dunque ufficialmente costruendo il primo app store governativo, per ora a uso interno.  Non ci sono ancora date su eventuali aperture al pubblico, nemmeno negli U.S.A.

E’ facile fantasticare sui moltissimi usi e benefici di trasferire anche solo una parte delle operazioni governative su piattaforma mobile.

Se però in America servirà ancora qualche tempo per far adattare sia gli operatori governativi, che la burocrazia riguardo a privacy e sicurezza, in Italia dovremo aspettare ancora, speriamo non all’infinito.