Proprio così. Secondo una ricerca dell’Entertainment Software Association (ESA) siamo uno dei principali centri della pirateria online dei videogiochi, insieme a Cina, Brasile, Spagna e Francia. Il 54% dell’attività globale di condivisione illegale di giochi si svolge in questi cinque paesi, nei quali non si starebbero adottando misure adeguate per proteggere i diritti d’autore.
Le aziende che fanno parte dell’ESA hanno rilevato che più di 144 milioni di connessioni a livello mondiale sono implicate nel file sharing illegale di videogiochi tramite reti P2P. Circa 78 milioni di queste sono rintracciabili nelle cinque nazioni “canaglia”, un numero cinque volte maggiore di quello attribuito agli utenti degli Stati Uniti.
Tra questi cinque paesi noi non siamo i peggiori. Infatti c’è la Spagna “osservata speciale”. L’ESA considera infatti lo stato spagnolo una priorità da analizzare con molta attenzione, a causa di “politiche negligenti che hanno promosso una cultura permissiva nei confronti della pirateria”.
Altre Nazioni come il Brasile rimangono sotto controllo a causa delle barriere di mercato, che limitano l’acquisto legittimo da parte degli utenti a causa del prezzo, molto spesso troppo elevato per la maggior parte della popolazione.
In Italia invece “il Governo sembra che abbia riconosciuto la gravità del problema, e ha fatto partire una consultazione ufficiale per esaminare i potenziali rimedi “.
Personalmente, ci sarebbero altri problemi più seri da risolvere. Ma questa è un’altra storia. {noadsense}
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.png00Simosokehttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngSimosoke2011-02-18 14:00:182011-02-18 14:00:18Pirateria online nei videogiochi: l'Italia nella top 5 delle nazioni "cattive"
Inutile nascondere il telecomando, manomettere l’antenna, uscire di casa: a Sanremo quest’anno non si sfugge! Il Festival ve lo portate in tasca con le apps per i vostri device.
Vi interessa essere aggiornati in tempo reale su quello che succede sul palco, nel backstage e sui gossip? C’è S.it Sanremo, l’app gratuita ad hoc dell’ Editrice La Stampa. Siamo già alla versione 1.1 che promette ancora più video e scatti rispetto a quella dell’anno scorso. E per veri fanatici segnaliamo Offline Sanremo al costo di 2,99 euro, che vi darà appunto in versione offline tutte le notizie su questa edizione e sulle precedenti. Ovviamente su Itunes è già disponibile la raccolta delle canzoni in gara, così come le canzoni dello speciale sui 150 anni dell’Unità d’Italia.
Ma veniamo alla vera novità, che crediamo riserverà delle sorprese: OpenSanremo, un App di Facebook per votare i cantanti in gara e non solo!
Nato da un’idea dei fondatori della start-up Busk.fm, in collaborazione con Tiscali, Opensanremo funziona così: per ognuna delle cinque serate si vota il cantante preferito e quello più sgradito, con la possibilità di dare preferenze multiple e di cambiare idea. Tutto ciò lo si fa direttamente dalla propria pagina di Facebook, dunque da pc, smarthphone o tablet, a voi la scelta!
Una votazione veramente popolare: la possibilità di scambiare battute, votare il cantante e il presentatore preferito, tutto gratuitamente, in real time e condividendo l’esperienza col popolo della rete.
OpenSanremo sfida il televoto, promettendo di essere anche più trasparente: terminata la kermesse, le votazioni saranno comparate e ordinate per fascie d’età, posizione geografica, sesso. Gli utenti stessi al momento dell’iscrizione danno il consenso al trattamento dei dati. La classifica del popolo della rete sarà molto diversa da quella ufficiale?
Per amore di cronaca un tuffo su OpenSanremo la vostra ninja Naoko l’ha fatto e ha scoperto che oltre ai commenti degli utenti di Facebook si possono scorrere i tweet che intanto parlano del festival.
Chissà perché mentre su Twitter si parlava della performance di Roberto Benigni all’Ariston, su Facebook si scambiavano pettegolezzi da comari su Belen e la Canalis…
Per ascoltare i brani in gara e lo speciale 150 anni d’Italia:
Le Apps del festival!
E se poi Sanremo non vi basta, vi ricordiamo i due big della musica italiana che sono già in App Store:
e per chi vuol cantarle?
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.png00Naokohttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngNaoko2011-02-18 13:34:022011-02-18 13:34:02Tutte le apps di Sanremo, per seguire il festival da veri Geek
Uno, nessuno, centomila, direbbe Pirandello e non saremo noi a contrariarlo, ma per sapere quanti ce ne saranno a Torino il 22 febbraio dalle 18 in poi al prossimo Cocktail Startupbisogna andare all'I3P, il principale incubatore universitario italiano. '>
Erano quattro amici al bar quelli che nel 1991 volevano cambiare il mondo e oggi quanti sono? Uno, nessuno, centomila, direbbe Pirandello e non saremo noi a contrariarlo, ma per sapere quanti ce ne saranno a Torino il 22 febbraio dalle 18 in poi, bhè bisognerà esserci.
Dopo il successo del mese scorso, torna al Politecnico in C.so Castelfidardo 30/a l’appuntamento con Cocktail Startup:un modo nuovo, giovane e divertente per incontrarsi e trattare temi mai raggiunti tra i banchi di scuola. Un club creato al di fuori di ogni schema che cerca di raggruppare tutti i giovani incuriositi dal mondo delle imprese e delle startup.
Potete vedere il loro blog per essere aggiornati sulle loro iniziative o seguirli su Twitter e Facebook.
Per l’occasione sarà presente Massimiliano Ceaglio, che svelerà a tutti i partecipanti come operano e cosa vuol dire far parte di un incubatore in Italia. Incubatore? Sì, avete capito bene: IN CU BA TO RE!
Il Cocktail Startup di febbraio è stato organizzato in collaborazione con I3P: il principale incubatore universitario italiano e uno dei maggiori a livello europeo. Favorisce la nascita di nuove imprese science-based con validata potenzialità di crescita, fondate sia da ricercatori universitari sia da imprenditori esterni, fornendo loro spazi attrezzati, servizi di consulenza e professionali per avviare la propria attività imprenditoriale e una network di imprenditori, manager e investitori.
Un passo indietro…
Fondato nel 1999, I3P è situato nella Cittadella Politecnica e ad oggi ha avviato oltre 120 start up che hanno saputo mettere a frutto i risultati della ricerca in diversi settori: dall’Information Technology all’elettronica, dall’energia alla meccanica, dall’aerospazio all’ambiente e territorio. Mediamente, ogni anno I3P riceve oltre 150 idee imprenditoriali, valuta più di 50 business plan e avvia circa 15 nuove start up. Promotore di importanti iniziative per il trasferimento tecnologico, l’incubazione e la crescita di impresa, la sua attività si inquadra nelle strategie globali del territorio piemontese volte a sostenere la ricerca, l’innovazione tecnologica e la nuova imprenditoria.
…e due avanti
I3P ha l’obiettivo di facilitare gli scambi e le connessioni sia a livello di istituzioni/imprese locali sia a livello, più ampio, nazionale ed internazionale. Per questo l’incubatore si impegna a creare sinergie tra le imprese ospitate, a facilitare i contatti con i laboratori del Politecnico, ad animare la rete di contatti con enti, associazioni ed imprese presenti sul territorio generando una rete di relazioni che possano: avviare partenership, aprire opportunità, scambiare esperienze, sviluppare competenze, concludere affari, ricevere servizi. Spazi ad hoc sono stati creati per favorire il networking, sale riunioni, uno spazio break e l’Agorà, una grande sala di conferenza attrezzata per ospitare eventi: uno spazio pensato per essere il cuore pulsante dell’Incubatore e di tutta la Cittadella Politecnica. Una vetrina verso l’esterno, un open space fisico ma contemporaneamente un forum virtuale a disposizione di un’intera comunità.
Basta, vi abbiamo svelato anche troppo, ma non pensate che le sorprese siano finite…al Cocktail Starup non si fa solo teoria, ma anche pratica: quella da banco di scuola prima e da bancone del bar poi. Ma durante la parte seria dell’incontro due imprese-startup incubate da I3P condivideranno la loro esperienza e la loro storia con i presenti.
Amici, simpatizzanti ed interessati sono tutti invitati.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.png00Ninja Guesthttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngNinja Guest2011-02-18 13:00:002011-02-18 13:00:0022 febbraio all'I3p di Torino = Cocktail startup! Chi se lo beve? [EVENTO]
Le news dall’America non smettono mai di stupire: è recente la notizia della pubblicazione della nuova edizione del manuale di utilizzo dei social media per i soldati dell’esercito USA.
40 pagine ti testi, immagini e documenti che da qualche settimana sta girando non solo tra gli uffici delle basi militari, ma anche tra i computer degli utenti civili, che possono scaricarlo gratuitamentequi.
Fare un’analisi adeguata dell’iniziativa è stato ben più complesso del previsto! Riprendiamo e distinguiamo allora quello che abbiamo trovato di lodevole e di meno bello, per cercare poi di trarre qualche conclusione.
CHE COSA CI E’ PIACIUTO MOLTO?
Il manuale è sicuramente ben costruito e strutturato, e in linea generale affronta due tipologie di argomenti:
1. Gestione della presenza personale sui social media: nella prima parte vengono dati consigli e sono delineate regole di utilizzo dei social media. In altre parole, cosa deve fare un soldato americano se desidera aprire una pagina Facebook, un blog o un altro account?
2. Gestione della presenza corporate sui social media: in questo caso le linee guida si orientano più verso il tema dell’organizzazione-esercito e della gestione della sua presenza online.
Infine, l’handbook è arricchito da casi di studio esemplari che mettono in pratica e spiegano il testo, dai documenti originali interni all’esercito relativi all’utilizzo delle tecnologie informatiche, da una serie di check-list molto utili e chiare e dalle FAQ, immancabile strumento time-saving presente in ogni documento americano!
In generale, quindi, stiamo parlando di un manuale molto completo, che in qualche decina di pagine affronta adeguatamente tutti gli argomenti di potenziale interesse.
CHE COSA CI E’ PIACIUTO MENO?
I contenuti del manuale, troppo ambigui! In effetti, scorrendo le pagine si passa da esaltazioni dei social media e delle nuove modalità di comunicazione:
“Social media represents a shift in the way we as a culture communicate […]. Social media is a cheap, effective and measurable form of communication.”
A pagine che martellano elenchi di rischi a cui i soldati e l’intero esercito, dunque l’intera nazione americana, possono andare incontro per un utilizzo scorretto o improprio dei social media.
“The primary concern when using social media is mantaining operations security. […]. Sharing what seems to be even trivial information online can be dangerous to loved ones and the fellow soldiers in the unit – and may even get them killed.”
Sicuramente per un’organizzazione come l’Esercito questa doppia faccia dei social media è più importante che per altre strutture, ma qui la retorica è forse troppo invadente. E le immagini non sono da meno!
Nell’handbook sono anche differenziati soldati e ruoli di comando e vengono dati consigli a generali e tenenti su come gestire le “amicizie” richieste da soggetti di ruoli minori e le relazioni online con essi. E qui forse si apre allora una domanda di fondo: Parlando di social media questa distinzione regge ancora? Probabilmente no, e se regge significa che il medium non è il messaggio, in altre parole che i social media vengono utilizzati come gli strumenti tradizionali (telefoni, fax, etc.). Allora, è ancora utile usarli in questo modo?
CHE COSA AVREMMO FATTO NOI?
Premesso che l’iniziativa dell’U.S. Army è davvero interessante eanche lodevole, l’handbook è strutturato come un manuale ad uso interno, che deve essere letto ed utilizzato esclusivamente dai soggetti operativi nell’esercito. Forse l’averlo reso disponibile a tutti e l’averlo caricato su Slideshare non è stata la mossa migliore..!
Inoltre, il manuale presenta macro-temi come quello della sicurezza sul web, del branding (anche personale), etc. Tutti argomenti, non si irriti nessuno, di cui esperti di qualsiasi nazione hanno già scritto in profondità, da anni. Un’altra possibilità poteva essere allora quella, più semplice, di evitare la scrittura dell’handbook e di distribuire ai dipendenti dell’esercito un buono in libreria e una lista dei manuali che trattavano gli argomenti, da comprare e leggere. Più semplice di così!
Lettori ninja, prendetevi dieci minuti di tempo e date un’occhiata al manuale: cosa ne pensate? Non trovate anche voi qualche paradosso e ambiguità, all’interno di un progetto comunque da apprezzare?
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.png00Alberto Maestrihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngAlberto Maestri2011-02-18 11:00:082011-02-18 11:00:08U.S. Army Handbook: quando l'Esercito Americano dà lezione di social networking! [TOOL]
“Entrate nella vasca! State insieme!” Questi sono stati gli ordini dati a Devendra Banhart ed alla sua ragazza Rebecca Schwartz. (fonte: Nowness) Così nasce la nuova campagna per gli occhiali Oliver Peoples diretta dalla fotografa Lisa Eisner.
Più di 30 milioni di visualizzazioni su YouTube in meno di 2 settimane per lo spot The Force di Volkswagen. La chiave del successo di questo video è l’aver fatto leva sulle emozioni. Si sa che i bisogni che inducono il consumatore a decidere di acquistare un determinato prodotto non si trovano sul piano razionale, bensì su quello emotivo, ed è esattamente su questo che si basa il marketing emozionale.
Alzi la mano poi chi non ha visto/amato la saga di Star Wars? Quanto abbiamo sognato da bambini di avere una spada laser e di spostare gli oggetti con la forza del pensiero? Il team dei creativi dell’agenzia Deutsch LA ha fatto proprio centro!
Una chicca per voi: il video con le prove e le scene eliminate dello spot, quasi più divertente del montaggio finale, ho detto quasi! ^_^
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.png00Irene D'Agatihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngIrene D'Agati2011-02-18 09:00:522011-02-18 09:00:52"La Forza" di Volkswagen è il marketing emozionale [VIRAL VIDEO]
Da sempre la relazione tra brand e consumatore è alla base del valore percepito del brand stesso, ma indubbiamente il valore generato da questa relazione risulta amplificato nell’era dei social network. Con l’avvento di Facebook e Twitter (tanto per citare i più noti) il dialogo con la marca diventa social. Non è un caso che siano sempre i consumatori e le persone comuni ad essere presenti per primi sulle reti del web; le aziende ci arrivano solo dopo e ci arrivano quando cominciano a capire l’importanza del presidiare la rete per mettersi in ascolto.
Proprio l’evoluzione nell’uso dei social network ha portato all’utilizzo dei nuovi media digitali come strumenti di promozione e di Customer Relationship Management. Il CRM si evolve e diventa Social CRM. Stiamo parlando di quello strumento che permette ai brand di creare valore sia per se stessi sia per i consumatori, attraverso la gestione di uno spazio virtuale in cui mettersi in ascolto, dialogare e far crescere, in termini di quantità e di qualità, le relazioni.
E se parliamo di relazioni e di conversazioni non possiamo non parlare di Twitter, il media che ha fatto del micro-blogging la sua forza e che rappresenta uno dei grandi trend della rete a livello mondiale. Un luogo dove monitorare la propria community, dove rispondere alle domande, ma anche dove gestire al meglio eventuali criticità. Per questo il social CRM deve essere trasparente, autentico e deve essere svolto in real time. Insomma, deve riuscire a far sentire importanti le persone. E deve essere efficiente, in caso contrario il danno d’immagine provocato dall’effetto virale del web può essere molto alto.
Oggi vogliamo provare a dare una breve panoramica dell’uso di Twitter come social CRM da parte delle compagnie aeree.
JETBLUE
Cominciamo con JetBlue, la compagnia americana che dimostra di credere molto nell’utilizzo di Twitter come strumento per creare una relazione di valore con i propri clienti. E’ riuscita in breve tempo a crearsi una solida reputazione, forse anche per essere stata una delle prime compagnie aeree a creare dialogo su questo social network. La troviamo su Twitter con un profilo certificato, JetBlue Airways, attraverso il quale è possibile vedere chi sono i componenti del team che si occupano della gestione dell’account. Un modo che contribuisce a fare della trasparenza e dell’autenticità citate sopra la colonna portante della sua strategia di social media marketing. Troviamo, inoltre, anche JetBlue Cheeps, un profilo appositamente dedicato al mondo dei deals e delle offerte speciali del Martedì. I Twitter-numeri di JetBlue sono indicativi del fatto che la compagnia abbia fatto di Twitter una colonna della sua strategia social: 5000 tweets (indice che si tratta di un brand attivo nel dialogo) e i followers che superano abbondantemente il milione e mezzo!
BRITISH AIRWAYS
Un’altra compagnia notoriamente molto attiva su Twitter è British Airways. La troviamo attiva con ben 3 profili: British Airways globale, British Airways North America (dedicato esclusivamente ai viaggiatori di quest’area) e British Airways News, specifico per tenere aggiornati i followers di tutte le notizie utili, in real time. Indispensabile è stato l’uso che questa compagnia ha fatto di Twitter nella gestione delle interruzioni del servizio dovute al maltempo che ha colpito soprattutto la costa est degli Stati Uniti nello scorso dicembre. Una recente analisi sulle migliori pratiche di Twitter-benchmarking per i brand ha potuto dimostrare che il numero di followers di British Airways, che ha visto un incremento di circa il 10% da ottobre a dicembre, nella notte del 21 dicembre 2010, al culmine del problema meteo, ha visto il numero di followers aumentare ben più dei 3 mesi precedenti!
VIRGIN ATLANTIC
Anche Virgin Atlantic merita di essere menzionata tra le best practices in tema di “Twitter for CRM”. Non solo perchè risponde alle eventuali richieste dei followers, ma anche perchè augura buon viaggio e fa gli auguri di buon compleanno! Anche Virgin Atlantic, inoltre, si è distinta molto positivamente nell’uso strategico di Twitter nella gestione delle interruzioni di dicembre dovute al maltempo. Sia il numero di followers che l’intensità dei tweets hanno avuto un incremento notevole, segno che questo media è stato usato come strumento privilegiato per dare informazioni aggiornate costantemente. La compagnia è attiva su Twitter con 3 profili: Virgin Atlantic (il profilo ufficiale a livello globale), Virgin Atlantic India e Virgin Atlantic South Africa, creati per creare più engagement su queste 2 specifiche rotte (anche se meno aggiornati rispetto al profilo globale). E come gli altri brand fin qui esaminati, anche questa compagnia americana utilizza Twitter come strumento per promuovere offerte last minute sui suoi voli.
VUELING
Last but not least, non possiamo non parlare di Vueling. La compagnia spagnola utilizza molto i social media per promuovere sconti e offerte. Quella più recente con cui sta “bombardando” il web? Un milione di posti a 29€ su tutte le rotte, nel periodo compreso tra metà febbraio e metà aprile. Ma Twitter è usato molto anche per gestire dubbi dei clienti in merito a prenotazioni, bagagli e ritardi. Infatti oltre al profilo Twitter ufficiale, Vueling Airlines, troviamo Vueling Clients, un vero e proprio canale ufficiale di Customer Relationship Management, con tanto di orario: dal lunedì al giovedì dalle 8 alle 18 e il venerdì fino alle 15. Anche se, si sa, il web non chiude mai!
Indubbiamente questo breve excursus nel mondo delle Air Companies ci fa capire che qualcosa si muove, che i brand cominciano a prendere coraggio e a mettersi in una vetrina virtuale e, soprattutto, sociale. Cominciano a dare vita a conversazioni che permettono loro anche di monitorare e analizzare i bisogni dei clienti. In una parola, creano una community. Indubbiamente le potenzialità di Twitter come strumento di CRM sono altissime e in continua evoluzione e noi non disperiamo di poter leggere un giorno tra le best practices più efficienti e creative nei servizi anche la nostra compagnia di bandiera🙂
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.png00Eukikohttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngEukiko2011-02-17 17:15:512011-02-17 17:15:51Twitter e il Social CRM nelle compagnie aeree
Si parla di censura di Internet, argomento molto attuale, viste le vere e proprie rivoluzioni che si generano direttamente sul Web e sui Social Network: Egitto, Tunisia, Siria, Myanmar, Cina, Italia… ah no, l’Italia no, scusatemi.
Uno studente di design, Yuxi You, ha pensato bene di analizzare il fenomeno con delle infografiche, raccolte sul suo sito web. Utilizzando dati provenienti da Reporters Without Borders ed OpenNet Initiative, ha disegnato una mappa dei continenti (che potete vedere in alto) evidenziando con colori diversi le zone in base ai diversi livelli di censura della rete.
Vi sorprenderà che la maggior parte dell’Africa è senza censure (forse perchè non hanno ancora la banda larga), mentre di sicuro non vi sorprenderà sapere che in Cina c’è una censura costante ed invasiva (vi ricordate il caso Cina vs Google?).
You ha notato che i contenuti più censurati sono i siti pornografici (ovviamente), iSocial Network e i blog che parlano di politica. Qui sotto potete trovare anche un diagramma con i motivi della censura, sul sito invece ci sono anche il funzionamento e il dettaglio dei contenuti censurati. Potete anche firmare una petizione per avere un mondo libero dalla censura della Rete. Finora hanno aderito 151.196 persone… voi che fate?
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.png00Luigi Ferrarahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngLuigi Ferrara2011-02-17 16:00:282011-02-17 16:00:28La censura di Internet nel mondo [INFOGRAFICA]
Un posto in prima fila ovunque ti trovi: il futuro del cinema è forse nelle nostre tasche?
Da ieri su App Store, in 35 paesi, sono disponibili per iPhone, iPad e iPodInception Edition e The Dark Knight Edition, due apps gratutite distribuite dal colosso cinematografico Warner Bros che si è così decisa a saltare sul treno in corsa della tecnologia iDevice, promettendo di ampliare nei prossimi mesi il catalogo offerto.
Grazie all’In-App Purchase dopo aver visionato gratuitamente 5 minuti del proprio film preferito sarà possibile acquistare direttamente dall’app, senza passare nuovamente dallo store, la versione integrale completa in 16 lingue e con sottotitoli ed extra come giochi, backstage e soundtrack. Inoltre si può scegliere tra la visione in streaming Wifi o 3G e il download completo per la visione offline.
Al momento le due pellicole disponibili sono un po’ caruccie Inception è acquistabile per 11,99 dollari (14,99 €) mentre The Dark Night per 9,99 dollari, considerato che non sono proprio recentissime.
Se l’idea della vendita di film per il grande schermo nel formato small degli iDevice è già di per sé un passo simbolico verso un nuovo orizzonte della distribuzione cinematografica, l’altra novità è la possibilità di collegarsi ai propri social network – Facebook e Twitter al momento – per condividere con gli amici feed sul film in tempo reale.
La carta della friendly movie-experience-mobile è a nostro parere quella da tenere d’occhio: potrebbe essere l’ulteriore jolly per nuovi sviluppi.
Saremo attenti a seguire l’evoluzione di questo variante di Mobile-VideoOnDemand. Intanto cosa ne pensate voi? Vi piace l’idea di guardare il vostro film preferito ovunque voi siate o preferite divano, pop corn e telecomando? [Peccato solo per quelli che la scusa dell’invito a casa per vedere un film era un buon metodo di rimorchio…]
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.png00Naokohttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngNaoko2011-02-17 13:55:502011-02-17 13:55:50MovieApp! Il Grande Schermo diventa Mobile per iPhone e iPad
Bar Karma, una serie TV "community-developed" da poco in onda su Current TV. Creata dai suoi fan, che hanno proposto e approvato il copione, le musiche e la direzione artistica, collaborando online fin nelle scelte di produzione e nell’utilizzo del product placement, questa serie sci-fi di 12 episodi mescola videogioco, community, produzione televisiva e interattività multipiattaforma. '>
L’11 febbraio su Current TV (USA) è andato in onda il pilot di Bar Karma, una serie TV “community-developed”, creata dai suoi fan che hanno proposto e approvato il copione, le musiche e la direzione artistica, collaborando online fin nelle scelte di produzione e nell’utilizzo del product placement. 12 episodi di mezz’ora per una co-creazione sci-fi che si eregge sulle fondamenta videoludiche che il suo autore, Will Wright, gettò quando creò il videogioco The Sims.
Bar Karma mescola infatti le dinamiche comunitarie del gioco online alle convenzioni che regolano il processo creativo della scrittura televisiva. Gli autori della serie hanno reso disponibili una serie di strumenti interattivi per il crowdsourcing narrativo che permettono di manipolare collaborativamente gli elementi costitutivi della serie.
Attraverso il sito di Bar Karma, Facebook, Twitter e grazie a un app per iPhone/iPad, i fan hanno potuto accedere allo “Storymaker”, creando così una mini comunità di autori televisivi. Sono stati all’opera da metà novembre 2010, proponendo bozze di possibili trame. In seguito i produttori hanno scelto le storie più belle e verosimilmente realizzabili sul piccolo schermo. Dopo questa prima selezione le proposte sono tornate ai fan che hanno collaborato attivamente e votato per definire la versione finale della storia. Bar Karma quindi è, da una parte, una comunità di creazione, dall’altra è anche il prodotto di questacreazione.
Il funzionamento del meccanismo è semplice: non professionals, ovvero fans, hanno un’idea. Current Studios da loro gli strumenti e i mezzi professionali per realizzarla in uno spazio di pratiche collaborative online senza precedenti. Il risultato è Bar Karma, ambientato in un misterioso bar che viaggia nel tempo gestito dalla Karma, Inc. In ogni episodio, un viaggiatore entrerà nella taverna e si confronterà con scelte che decideranno il suo destino…
La serie segna un passo importante per Current TV che esalta l’idea di piattaforma collaborativa UGC fondativa per questo canale. Ma allo stesso tempo la potenzia applicandone le pratiche a un formato scripted (Karma peraltro è la prime serie scripted di current tout court). La visione di Wright è affascinante quanto potente: in un intervista su Wired US, l’autore dichiara di aver creato Karma proprio per dare la televisione “in pasto al fandom” e lasciare finalmente liberi i fan di creare e co-creare il prodotto e definirne i valori senza i paletti che altri content owner pongono per assicurarsi un fermo controllo sulle loro opere. Insomma, secondo noi, una grande iniziativa innovativa che cerca di andare oltre il tradizionale modo di pensare la televisione (e la sua autorialità).
Il primo episodio di Bar Karma è disponibile online (sul sito US di Current TV). Se il progetto vi appassiona, partecipate! Al momento il ciclo di produzione online vi permetterà di partecipare al pitch creativo per l’episodio 6 della serie.
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https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.png00Katahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngKata2011-02-17 12:00:592011-02-17 12:00:59Bar Karma: viaggio ai confini della creazione televisiva
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