Nicoletta Crisponi e 1Kiss4NewYork, 500 baci in 6 ore per la tesi a New York [INTERVISTA]

Il suo appuntamento fissato per Domenica 20 Febbraio nei dintorni del Duomo di Milano ha fatto davvero il giro del social web (Facebook, Blog e non solo).

Sto parlando di Nicoletta Crisponi, la studentessa trentina di 24 anni, che ha dispensato 500 baci in sei ore per volare a New York e preparare la tesi di laurea sulla “socialità dei non luoghi”.

Vorrei attirare l’attenzione del gruppo americano Improv Everywhere e cercar di convincerli ad accogliermi nella Grande Mela per svolgere parte della mia tesi di laurea, il tutto con la possibilità di usufruire di una borsa di studi messa in palio dal Politecnico.

La mia tesi si occupa di analizzare le relazioni all’interno dei così detti “non-luoghi”, concentrandomi principalmente sulla socialità, non-socialità che li impregna cercando di portarvi un carattere più “umano”. Quello che questo gruppo americano fa è esattamente questo attraverso delle piccole rappresentazioni teatrali, piuttosto che attraverso l’uso di flash mob. Parlerò con le persone e cercherò il loro sostegno in questo mio desiderio di poter andar a studiare a New York per poi, magari, cercar di portare qualcosa di nuovo, divertente e che ci aiuti a spezzare la quotidianità anche qui da noi.

Ninja Marketing l’ha intervistata per voi!

Elena Silvi Marchini (aka Hana Kawa)Ciao Nicoletta, non è un pò contradditorio che un gruppo come Improv EveryWhere, che fa del contatto sociale un cardine della sua azione, non si riesca a contattare? Non sono anonimi, sul sito ci sono nomi e cognomi!

Visto così in realtà un po’ si; preferisco, invece, pensare che sia per via dei troppi messaggi che ricevono, magari sono in vacanza o ancora vicini ad un evento e quindi impegnatissimi in qualche nuova missione!

Probabilmente prima o poi mi avrebbero risposto comunque, purtroppo però io devo rispettare i termini di un bando e non posso assolutamente aspettare troppo a lungo o non rientrerò nei termini per la presentazione della domanda. Ho provato a contattarli in ogni canale in cui avessero un link per comunicare con loro, nessuna risposta? Allora agiamo!

In fin dei conti è, comunque, un ottimo modo di presentarmi a loro dimostrando il mio reale interesse a collaborare con loro, nonchè la mia attitudine a mettermi in gioco; in fin dei conti per fare cose di questo tipo ci vuole una predisposizione, credo.

Giovanna Minini (aka Sakura Jo): Perchè hai pensato proprio ai baci? Perchè non qualcosa che avesse una relazione diretta con improv Everywhere per attirare la loro attenzione? Cosa ti ha condotta a questa scelta?

In realtà all’inizio quando si hanno ancora quelle discussioni con gli amici in cui si scherza su quello che si potrebbe/si vorrebbe fare era anche uscita l’ipotesi di presentarmi in mutande in metropolitana a Milano.

Poi ho pensato alla telefonata che dalla questura sarebbe arrivata a casa dei miei genitori nonchè al fatto che, occupandomi proprio di analisi della metropolitana nella mia ricerca sui nonluoghi, la possibilità di esser inserita nella lista nera dell’atm e giocarmi così qualsiasi ipotesi di collaborazione, non era proprio una grande idea!

Poi, comunque, volevo fare qualcosa di carino, nuovo e fresco che coinvolgesse le persone in modo attivo e non solo come spettatori. Così mi sono chiesta quale fosse un gesto semplice, riproducibile e immediato per approcciarmi alle persone e la scelta è ricaduta sul bacio, ovviamente sulla guancia.

E’ una delle prime cose che si insegnano ai bambini e preso nella sua purezza poteva esser un buon modo di relazionarmi con la gente. In più ha la grande potenzialità di lasciar un segno, se dato con un rossetto, che potesse esser la prova della partecipazione attiva di chi ha voluto farsi promotore della mia causa; una specie di raccolta firme al contrario dove, invece, si distribuiscono baci!

Silvia Carbone (aka Yukiko): Abbiamo visto in tv e letto sui giornali che il tuo obiettivo di domenica è stato ampiamente raggiunto, anzi, ci hai impiegato la metà del tempo previsto! Complimenti 😉
Sei riuscita quindi a metterti in contatto con Improv Everywhere? Adesso cosa farai?

Grazie mille, si è andata davvero molto bene, sopra ogni mia più rosea aspettativa! Per ora ancora nessuna risposta, devo proprio esser pieni di lavoro questi di Improv everywhere!

In ogni caso sto lavorando alla raccolta dei feedback per la realizzazione di un piccolo dossier che racconti che cosa, come, perchè, quando e dove. Sarà un cd con una parte più organizzativa ricca di tabelle riassuntive delle diverse fasi, una parte fotografica di tutti i baci pre evento e quelli proprio di domenica 20 febbraio in Piazza Duomo a Milano, una parte di video con un corto di 3 minuti ca. che racconti il tutto sulle note di Celentano e i suoi 24000 baci e uno un pochino più lungo con più testimonianze e l’audio reale, infine, una parte che tenga traccia di tutto quello che è successo sui media.

Appena pronto invierò tutto (ora vediamo se far un bel pacco fisico o affidarci al più rapido ma forse meno immediato web) e speriamo di aver una risposta al più presto!
Altrimenti… beh ci si ingegna di nuovo… in fondo mancano ancora tre settimane e dalla vita ho imparato che non bisogna mai desistere se davvero si vuole qualcosa e poi la fortuna aiuta gli audaci, non può che andare bene!

In ogni caso è stata davvero un’esperienza ottima per me, la prima volta in vita mia che organizzo qualcosa per parlare con la gente e se questa è la risposta non può che andare sempre meglio e tutto questo farà sicuramente parte della mia formazione personale!

***

Un grande in bocca al lupo da parte nostra!

xòxò

Angry Birds diventa una torta di compleanno! [VIDEO]

Mike Cooper, un ingegnoso papà americano, per il sesto compleanno del figlio Ben, ha realizzato una torta in versione giocabile del viralissimo e tribalissimo Angry Birds.

Alla Ninja Academy in Tribal Marketing, Bernard Cova ci ha parlato di diverse Tribù, tra cui quella degli AFOL (“Adult Fans of Lego”).

Certo che anche la community di fan di Angry Birds sta facendo parecchio parlare di se! Sbaglio? Vi dico solo questo, 10 ore per farla, 2 minuti per distruggerla!

Android Low-Cost? Samsung Corby Smartphone!

Continuiamo a tenere d’occhio la conquista di ogni tasca da parte del nostro Android! Oggi diamo uno sguardo ad uno degli smartphone più economici in commercio, il Samsung Corby Smartphone: un altro importante passo verso la diffusione di questi sistemi di nuova generazione!

Unboxing

Il piccolo Android si presenta in una scatola del tutto simile a quella dei suoi fratelli maggiori, con un contenuto analogo. Avendolo fra le mani per la prima volta, si nota come sia un pò più spesso rispetto ad altri device. Niente Flash (purtroppo) e una pulsantiera composta da otto tasti più navigatore. Considerando lo schermo touch, è abbastanza largo per questa fascia di prezzo.

Parlando di caratteristiche più tecniche, lo smartphone è equipaggiato con ancora la versione 2.1 di Android, che mal si accosta alla memoria interna di soli 100 MB. Fortunatamente è presente uno slot per scheda SD da 16 GB o inferiore, che, una volta aggiornato il tutto alla versione Froyo, dovrebbe ben risolvere i problemi legati alle app troppo pesanti. Troviamo su questo modello tutti gli strumenti di connettività necessari ad ogni uso: Bluethoot, GPS, Wireless e MicroUsb pronta all’uso. La fotocamera è solo da 2 megapixel, ma nel complesso, si allinea con il prezzo: sotto i 200 euro

E’ importante dire che il device è acquistabile anche senza essere costretti ad aderire a nessun operatore di telefonia mobile.

Samsung e Google uniti per un solo obbiettivo

Come si è a lungo discusso alla Ninjaccademy durante il corso di specializzazione in Social Media e Mobile Marketing, è diventata ben visibile la strategia di Google riguardo ad Android, in questo caso patrocinata da Samsung. “Democratizzare gli smartphone”, posizionandosi sulla massa e offrendo prezzi sempre più accessibili. (Ps. Non perdetevi il prossimo corso in Tribal Marketing, qui trovate tutte le informazioni) Mentre il mondo Iphone sta diventando sempre di più legato al concetto di lusso, l’ OS di casa Google procede a passi svelti verso la diffusione totale. Al momento dunque gli sviluppatori sono più attirati verso l’app store della grande mela, più appetibile e vicino a consumatori con ampio margine di spesa, a cui non poco importa di spendere 1 euro in una qualsiasi app. Ma quanto durerà questo trend? Riuscirà Android a mettere le mani sulla maggior parte degli utenti con la strategia attuale? E’ presto per dirlo, ma grazie ad operazioni come questa e quella del Vodafone Ideos di cui parlavamo qui, sembra proprio che il futuro sarà verde e robotico.

Google prosegue per la sua strada: e’ ufficialmente aperta la caccia all’iPad

La fame del colosso non si placa mai, e infatti, ha già aperto la caccia all’altro mostro sacro di casa Apple: Ipad. E’ stato annunciato pochi giorni fa il nuovo sistema operativo Android (3.0), sviluppato per tablet Pc: Honeycomb. In occasione del superbowl sono usciti una serie di spot dal gusto decisamente comparativo (le cuffie bianche non possono che rimandare a quelle dell’iPod) dove Motorola presenta il suo tablet PC: Xoom. Qui trovate tutti i dettagli.  Questo nuovo tablet sarà venduto a 800 $ (attualmente circa 600 euro) in America. Date uno sguardo anche a questo nostro articolo sui tablet fresco fresco!

Considerate le operazioni di Corby e Ideos, è possibile pensare che in un futuro non lontano verranno commercializzati Tablet pc più “Democratici” allo stesso modo degli smartphone?  Noi ninja saremo sempre allerta, pronti a cogliere ogni segnale dalla grande G.

Dall'idea al business: il progetto Easyfields, la piattaforma per i centri sportivi

Dall idea al business. Il progetto EasyfieldsLa scorsa settimana ho avuto la fortuna di conoscere tutto il team di Easyfields, una piattaforma web/mobile che aiuta i gestori dei centri sportivi a gestire la propria attività. A parte il prodotto in sè la loro storia è interessante per il modo in cui il progetto si è sviluppato e per la determinazione con cui il team lo sta portando avanti. Sicuramente una fonte di ispirazione per gli startupper e un buon esempio da seguire. Ho sezionato la loro idea in piccole parti con lo scopo di scoprire la ricetta del loro successo. Non aggiungo altre parole, buona lettura!

Dall’idea al business: il progetto Easyfields, la piattaforma per i centri sportivi by NinjaStartup

La genesi dell’idea

L’idea di Easyfields nasce circa due anni fa quando due centri sportivi del paese da cui proviene James Burr , uno dei founder della startup, chiedono a YMEE, la società da cui nascerà poi questo progetto, di avere un sistema che gestisca il servizio di prenotazione on line delle loro strutture. Fin da subito i fondatori capiscono che l’idea potrebbe essere interessante, ma allo stesso tempo che sviluppare una soluzione completamente ad hoc aveva dei costi eccessivi. Da questa riflessione scaturisce l’idea di costruire una soluzione “white label” che possa funzionare su più centri e che fosse replicabile allo stesso costo su diversi clienti.

Il team: storia, competenze e ruoli

La storia del team e come esso è composto è sicuramente un aspetto molto interessante. I founder di Easyfields sono James Burr e Giancarlo Bozza, due ragazzi italiani che nel 2005 subito dopo il liceo si trasferiscono negli Stati Uniti per studiare Economia e Design presso la Parsons School of Design, una delle università di design più prestigiose del mondo. Durante il percorso di studi si lanciano su diversi progetti web, tra cui Jamspire, una piattaforma per artisti emergenti che offre loro la possibilità di lavorare per la realizzazione grafica dei siti commerciali di ristoranti, club e molto altro. In contemporanea nasce Ymee, la società madre di Easyfields, specializzata in progetti web, campagne di social media marketing e applicazioni mobile. La prima grande campagna su cui lavorano è per la Fiat 500 e questo permette all’agenzia di acquisire una grande visibilità a livello internazionale. A questo punto arriva l’opportunità di Easyfields e accolgono volentieri la sfida.

Il team di Easyfield

Ai due founder si aggiungono altre persone, tra cui Luca Bellino, attuale Direttore Commerciale di Easyfields, ovvero colui che si sta occupando di creare una vera e propria rete distributiva sul territorio italiano. Luca ha avuto diverse esperienze lavorative prima di Easyfields, tra cui Oreal e Micheal Page (come head hunter). Inoltre il progetto è sostenuto da un gruppo di sviluppatori ucraini che lavorano a tempo pieno sul progetto e si occupano esclusivamente degli aspetti legati alla codistica.

Oltre a loro, altri personaggi girano attorno al progetto, ma ne parleremo meglio dopo. Ho avuto modo di conoscere i principali attori del progetto Easyfields e da subito ho avuto l’impressione di avere a che fare con persone molto determinate e con le idee chiare. Caratteri diversi mi dicono, ma ognuno bravo nel proprio specifico ambito di operatività. James lavora più sul prodotto e sull’information architetture e svolge il ruolo di project manager. Giancarlo (o Charlie) si occupa di marketing e strategie commerciali, ha un approccio più analitico ed è fissato con le statistiche e il tracking.

Le fasi di sviluppo del progetto e le sue evoluzioni nel tempo

Il progetto nasce ufficialmente nel settembre 2009, anzi prima, ma rimane nel cassetto per un po’ di tempo. La scintilla che scatena la voglia di esplorare a fondo l’idea arriva dopo il loro viaggio di laurea quando Charlie comincia a credere nell’idea e lo comunica al suo socio. Durante la loro permanenza in Italia hanno la possibilità di raccontare l’idea ad un paio di imprenditori molto conosciuti a Torino, i quali rimangono affascinati dal loro progetto e li spingono a provarci per davvero.

Il primo passo è un periodo di ricerca di circa sei mesi. Il prodotto non è ancora pronto, ma realizzano una brochure che ne illustra le funzionalità e con la quale in cinque giorni si presentano ad una quarantina di centri sportivi, dai quali ricevono anche in questo caso un feedback molto positivo. A novembre iniziano a lavorare sulla piattaforma, in particolare sul design, l’information architecture e la definizione del target a cui è rivolto Easyfields. Il progetto è totalmente autofinanziato da loro e per per sostenersi economicamente continuano a lavorare per Ymee.

Come spesso succede in una startup, il loro progetto evolve nel corso dei mesi successivi. Le funzionalità cambiano, ma il concept dell’idea rimane lo stesso. Durante questo periodo ricevono diversi feedback e questi vengono sfruttati al 100% con il fine di migliorare il prodotto. A fine settembre del 2010 esce la prima versione Beta di Easyfields.

Screenshot Easyfield

Vediamo ora la timeline di sviluppo fino ad oggi. All’inizio era solo un sito internet per centri sportivi con la possibilità di effettuare prenotazioni on line delle strutture. Da subito però i due founder capiscono che per rendere il servizio davvero utile era indispensabile sviluppare un sistema di amministrazione che sincronizzasse non solo le prenotazioni effettuate on line, ma anche quelle telefoniche e di persona. L’obiettivo era quello di costruire una piattaforma che il gestore del centro possa utilizzare nell’arco di tutta la giornata. Successivamente viene sviluppato il modulo di CRM per gestire i clienti e inviare loro qualunque tipo di comunicazione o notizia.

Le altre due componenti sviluppate sono un dashboard in stile Facebook con un servizio di notifiche in tempo reale sempre disponibile al gestore e l’integrazione del Facebook Connect. Quando me lo raccontano si vede che sono molto orgogliosi e si capisce subito perché. Ovviamente questo componente è rivolto agli utenti consumer e permette loro non solo di prenotare in maniera veloce la struttura in cui giocare, ma con pochi click di invitare i propri amici ad una partita di calcetto o di qualsiasi altro sport. Questo porta un vantaggio notevole anche al centro sportivo che attraverso questo componente si fa pubblicità sulle bacheche Facebook di molti utenti e allo stesso Easyfields

La scelta di tenere la base del business negli Stati Uniti

Based in New YorkI founder mi raccontano che la scelta di rimanere negli Stati Uniti è legata principalmente a YMEE, ma non solo. Come abbiamo detto la società madre al momento è il principale e unico finanziatore di Easyfields, ma non è questo l’unico motivo per rimanere lì. Dopo qualche secondo di chiacchierata esce fuori una cosa che ormai tutti quanti sappiamo riguardo il nostro paese. La realtà degli Stati Uniti è sicuramente più all’avanguardia tecnologicamente rispetto alla nostra, anche se è molto difficile stare dietro alla velocità con cui si evolvono le cose da quelle parti.

Il posizionamento della società in una città come New York permette ai ragazzi di entrare in contatto con persone, tecnologie ed eventi che permettono loro di sviluppare la piattaforma di Easyfields in maniera veloce e utilizzando le ultime tecnologie disponibili. Inoltre a New York negli ultimi anni si sono sviluppate diverse startup di successo come per esempio Foursquare e questo anche solo dal punto di vista psicologico ti aiuta molto. James e Charlie non hanno dubbi, al momento New York è il miglior posto dove innovare, ma mi confessano che se Easyfields dovesse prendere la piega giusta, non escludono di tornare in Italia a tempo pieno. Vedremo come va in futuro, ma sicuro sarebbe bello se dei ragazzi così intraprendenti tornassero nel nostro paese. Sarebbe un bel messaggio per i giovani imprenditori.

C’è stato un momento difficile nella storia della vostra startup?

Mi raccontano che secondo loro è proprio nel dna di una startup passare momenti di delusione, di frustrazione e ovviamente anche di grande soddisfazione. A quanto pare il loro modo di lavorare è proprio basato sul battibecco, ma un battibecco costruttivo e semplicemente dovuto ad un approccio alle cose molto diverso da parte dei membri del team. James mi dice che Charlie è più sul “fare ricerca”, lui invece sostiene più la filosofia del “fare, fare, fare, e se canni puoi sempre riaggiustare”. C’è stato un momento difficile all’inizio dello sviluppo della piattaforma dovuto ad una scelta sbagliata per quanto riguarda lo sviluppatore. Ciò ha portato allo spreco di un po’ di risorse, ma quando ho chiesto loro se hanno pensato di arrendersi mi hanno risposto in coro e senza esitazione: “MAI ARRENDERSI“.

La strategia di marketing e la distribuzione sul mercato italiano

Per quanto riguarda la strategia commerciale l’obiettivo principale al momento è sviluppare il mercato per la piattaforma di Easyfields sul territorio italiano. Luca Bellino mi racconta che i centri sportivi nel nostro paese hanno come caratteristica peculiare quella di non essere molto avanzati tecnologicamente per quanto concerne la gestione dell’attività. D’altra parte le persone hanno sempre meno tempo e un sistema per semplificare un’attività come quella di organizzare la partita di calcetto con gli amici diventa indispensabile. Easyfields con la sua strategia commerciale mira strategicamente a cambiare un po’ le abitudini di chi gestisce questi centri e rendere la vision dei gestori un po’ più imprenditoriale (per es: sfruttare le strutture durante l’arco di tutta la giornata).

A causa di queste caratteristiche, ci spiega Luca, sono indispensabili due cose: da una parte il contatto diretto con il cliente business per spiegargli bene i vantaggi derivanti dall’utilizzo della piattaforma e dall’altra un servizio di supporto tecnico e morale con massima reperibilità per andare incontro ai gestori poco “tecnologici”. L’approccio con cui si avvicinano ai loro clienti è quella del “prova e valuta”, ovvero la piattaforma viene offerta per 30 giorni gratuitamente al gestore. Chiamano questa fase “periodo di collaudo” proprio perché il gestore ha la possibilità di sperimentare senza alcun costo i vantaggi di Easyfields e in cui può persino fare delle richieste di personalizzazione della piattaforma. Gli obiettivi sono due: da una parte offrire un prodotto che si avvicini il più possibile alle esigenze del gestore del centro e allo stesso tempo sviluppare delle funzionalità che potrebbero interessare anche ad un gruppo più allargato di clienti.

Logo Ymee

Charlie invece ci parla più di ciò che gli compete, ovvero del marketing di Easyfields. Ci spiega che lavora in stretta sinergia con Luca per dare alla strategia di marketing una certa coerenza con quella strettamente commerciale appena illustrata. Ci ribadisce che è un mercato vecchio e in cui è molto difficile entrare, ma nonostante ciò lo strumento principale che utilizzano per promuovere Easyfields è il Facebook Advertising. Si trasuda passione anche in questo caso e chiarezza di idee. Attraverso un analisi attenta è riuscito a individuare un cluster di potenziali clienti di circa 18.000 persone a cui targettizzare comunicazioni pubblicitarie molto specifiche e dirette ottenendo 100 click giornalieri. La seconda parte della strategia di marketing è ovviamente lo sviluppo di una rete di agenti che stanno già sviluppando anche grazie a partnership strategiche come quella con Time Out, il più grande organizzatore italiano di tornei amatoriali. Gli agenti vengono formati in remoto in due settimane di corso, di modo da preparali a vendere il servizio più consapevolmente.

Finanziamento del progetto e mentorship sullo sviluppo

Il finanziamento di EasyfieldEasyfields è stata interamente finanziata da Ymee, ovvero da James e Giancarlo. James in particolare ci dice che fin adesso non si sono rivolti a venture capital perché il loro business non è ancora pronto per questo tipo di investimenti. Ci spiega che in base ad esperienze personali quando un’azienda non ha nessun prodotto o nessun business da dimostrare, ma ha comunque una buona idea, i venture cap tendono in qualche modo a “sfrattarti” perché hanno il coltello dalla parte del manico. Grazie all’autofinanziamento i founder mirano a posizionare l’azienda in una situazione in cui sono loro ad avere il coltello dalla parte del manico e quindi in parole povere avere un potere contrattuale maggiore con questi investitori che giustamente fanno i loro interessi.

Per quanto riguarda il mentorship i ragazzi di Easyfields sono molto fortunati e devo ammettere che non capita tutti i giorni, almeno qui in Italia. Le due persone principali che hanno fatto da mentor al progetto sono il padre di James, ex ingegnere elettronico con un’esperienza trentennale nel settore dell’hi-tech e Giancarlo Rocchietti, fondatore di Euphon, società quotata in borsa, presidente di Piemontech e che da quando ha venduto la società si applica nell’investire in attività e imprese innovative.

Non sono aspetti da sottovalutare quando si cerca di capire il segreto del successo di una startup.

Lo stato attuale del progetto, i successi e i piani per il futuro

Al momento sono sei i centri sportivi che utilizzano la piattaforma, ma ricevono dalle quattro alle cinque richieste giornaliere. James conclude la chiacchierata svelandoci la loro visione a lungo termine: diventare il network di riferimento per tutti gli sportivi. Allo stesso tempo sono consapevoli che il primo obiettivo, come se fosse una partita di Risiko, è conquistare quanti più centri sportivi possibili per poi rivolgersi successivamente agli sportivi.

Che dire? Auguri per il vostro futuro e complimenti!

Trasforma la tua immagine del profilo di Facebook in un video con Flip Your Profile

Cambia volto anche tu in Facebook! Dalla foto al videoFacebook, diventa più Dinamico! L’immagine del proprio profilo può ora diventare un video vero e proprio!
Come fare?…Con la nuova applicazione FlipYourProfile e su youtube,
(http://www.youtube.com/ampercent) ci sono gli utilissimi video tutorials!

Creare suspense ed anticipazione come J. J. Abrams: il caso Super8 [CASE STUDY]

Suspense: condizione, momento di attesa spasmodica di fronte l’evolversi di avvenimenti dei quali non si è in grado di prevedere la conclusione.

Avete presente Lost? Dubito che qualcuno tra voi non ne abbia mai sentito parlare. Quaranta naufraghi su un’isola deserta, strani avvenimenti, balzi avanti e indietro nel tempo. Per il nostro caso, Lost è il classico esempio da manuale: J.J. Abrams, creatore della serie, ha incollato davanti lo schermo milioni di spettatori in tutto il mondo. La suspense è diventato il suo marchio di fabbrica, fuori e dentro la pellicola.

Il 6 Febbraio 2011, tra gli spot trasmessi nell’halftime del SuperBowl, è apparso il promo di Super8, l’ultima fatica cinematografica di Abrams. Prodotto da Steven Spielberg e costato oltre 50 milioni di dollari, Super8 sembra essere un incrocio tra un thriller di fantascienza e un disaster movie. Per ora, non ci concentreremo per decidere se spendere o no i sei euro del biglietto al cinema (tanto dovremo aspettare il 10 giungo), ma ci focalizzeremo sulla strategia di promozione e sulla dimensione virale che la caratterizza.
Sull’esempio di Cloverfield (prodotto nel 2008 sempre da Abrams), la strategia promozionale della Paramount ha puntato sulla rete e su una serie di indizi, riferimenti, informazioni, seminati coerentemente e periodicamente qua e là sul web. Navigando per un po’, ci si imbatte in un vero e proprio universo parallelo, progetato ad hoc per traslare Super8 dalla finzione della sala al mondo reale. Ovviamente, le informazioni diffuse sono tutte rigorosamente frammentarie (e forse anche inutili). Ma l’effetto è quello di incuriosire lo spettatore, di indurlo a sondare la rete. Super8 si trasforma così in un’esperienza che parte dal film per estendersi al di fuori di esso.

Tracce di realtà parallela:

Il primo trailer è stato rilasciato dalla Paramount nel Maggio 2010, in occasione dell’uscita nelle sale di Iron Man 2. A settembre dello stesso anno è stato diffuso un teaser. Durante il 45° SuperBowl è stato trasmesso il terzo trailer ufficiale della campagna. In ogni versione, nel finale dei video, sono stati inseriti dei frame, unendo alcuni dei quali si ottiene un’immagine specifica: una foto, una data, un nome. Spulciando vari forum, sembra che dell’ultimo trailer esistano ben tre versioni differenti, ognuna con diversi fotogrammi aggiuntivi.

Nel 2008, per promuovere Cloverfield, ci fu un massiccio utilizzo della rete. Per sostenere l’Universo Cloverfield, vennero creati i profili Myspace dei protagonisti (il 18 Gennaio 2008 è il loro ultimo accesso, data di uscita del film).  Inoltre, fu dato vita ad una società di ricerche, a una marca di bibite, mentre venivano diffuse false news su YouTube. Per Super 8 è accaduto una cosa simile. Su un fotogramma nel primo trailer, sono presenti le parole “Scariest Thing I Ever Saw” che riportano all’omonimo sito. All’apparenza, è un simulatore del PDP-11, un vecchio tipo di calcolatore prodotto negli anni ’70. Alcuni file presenti nel PDP sono accessibili solo tramite password (TOADFISH112), mentre altri per essere visualizzati devono essere stampati (.PRINT RSCOM8).

Curiosamente, uno di essi è la reclame dei Rocket Poppeteers, misteriosi ghiaccioli apparsi già nel primo trailer di Super8. Se volete, potete registrarvi sul sito per seguire le avventure di Cpt. Gordon Coop e partecipare ad alcuni inquietanti test via mail. Sul PDP è attiva anche una chat ed è possibile seguire le conversazioni tra un uomo misterioso e un certo Josh Minker. Josh è un ragazzo appassionato di fauna marina e di altre stranezze (ce ne parla nel suo blog). In ultimo, ad infittire il mistero, spunta anche il messaggio postato da Josh su “Above Top Secret“, sito dedicato al mondo del paranormale.

Come ben si vede, l’Universo Super8 è enorme. Attorno ad esso si è rapidamente creata una folta community, sono nati forum e discussioni sui social. L’engagment attiva l’utente e il passaparola così generato è il principale sostegno alle tradizionali pratiche di promozione. L’unico dubbio è: la pellicola di Abrams riuscirà a soddisfare le aspettative che la campagna ha creato nei fan?

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L'Agenda Digitale di Benigni per l'Italia? Quando Dante viene prima di Cavour [SANREMO]

Cari Guerrieri,

da un po’ di tempo molti fattori ci hanno portato ad appassionarci sempre di più all’ambizioso tema della ricerca di una palingenesi morale della società italiana (dal greco palin-, “di nuovo” e γένεσις, génesis “emergenza, creazione, nascita” ovvero “che nasce di nuovo“).

Tra questi fattori c’è il ruolo storico di Ninja Marketing come stimolo all’innovazione non solo nel campo del nostro settore, ma anche in ambito sociale, culturale e civile in senso ampio. Chi ci conosce sa che per noi “fare marketing” oggi coincide sempre di più con “fare società”.

Abbiamo una visione diversa del ruolo della comunicazione nella società dei network (anche di quella commerciale), una visione che alcuni potrebbero definire “militante”, altri semplicemente consapevole e responsabile.

Siamo infatti consci del ruolo sociale di noi comunicatori e in quanto consulenti e ricercatori predichiamo ovunque l’accresciuta consapevolezza dei pubblici, del nuovo ruolo attivo delle persone, che siano consumatori-produttori, lavoratori cognitivi, imprenditori digitali, tutte persone che in una società dell’informazione si adoperano costantemente per ricevere, elaborare, processare, diffondere, informazioni, contenuti, senso.

Per questo ci sentiamo responsabilizzati a dare consapevolmente il nostro contributo alla co-creazione di un nuovo immaginario collettivo e di una nuova e positiva visione condivisa dell’Italia, recuperando i valori migliori che hanno reso celebre il nostro paese nel mondo.

Verso il Paese dell’Eccellenza

Già avevo scritto qualche tempo fa un accorato articolo sul sito di Rena, la Rete per l’Eccellenza Nazionale, associazione di cui siamo membri composta da giovani impegnati a dare un contributo alla rinascita del paese. L’articolo voleva essere una bozza per un “manifesto per l’eccellenza” ed è stato ripreso anche dai nostri amici dello Spazio della Politica (uno dei nostri blog preferiti).

Uno “sforzo” intellettuale, civile, energetico e spirituale ci sembra infatti doveroso e necessario per contribuire ad alimentare un po’ di luce nel buio che stiamo attraversando (non è un caso che a Sanremo abbia vinto una canzone che parla di luce nel buio, di speranza, di resurrezione).

Per questo ci sentiamo allineati emotivamente e spiritualmente ad un grande poeta della contemporaneità, Roberto Benigni, che ancora una volta, nel suo intervento al Festival di Sanremo, ha dimostrato di avere a cuore la rinascita dell’Italia e di saperlo fare con ben più grazia, poesia, creatività di noi, come solo un degno rappresentante del genio italico può fare.

Credits: Corriere della Sera, 19 febbario 2011, pag. 5

Lo ha fatto in modo incredibilmente efficace e creativo, rivitalizzando con le sue meravigliose capacità espressive un elemento della nostra storia e della nostra cultura nazionale incartapecorito e ormai svuotato di senso: l’Inno di Mameli. Lo ha fatto partendo dalla storia, dalla tradizione, dalla cultura, lo ha fatto con Grazia, Bellezza e Poesia.

Una palingenesi che riguarda tutti

Ma non pensiate che la ricerca di questa palingenesi non riguardi pure voi che state leggendo. Lo ha fatto Benigni che ha accesso ai media mainstream, lo facciamo noi Ninja, che siamo tra i primi blog italiani, lo fate pure voi, ogni giorno, con i tweet che retweettate con i contenuti che condividete su Facebook, con i post nei vostri blog.

Siamo infatti tutti noi, in quanto media, chiamati a contribuire a selezionare, processare, diffondere le informazioni che riteniamo rilevanti e positive per l’evoluzione della società in cui viviamo.

I blog, ma non solo, sono oggi centri nevralgici della conoscenza e contribuiscono, alla stregua dei mainstrem media alla formazione dell’immaginario e dell’identità condivisa.

Per questo vogliamo contribuire con voi a stimolare ed alimentare il dibattito sulla rinascita dell’Italia, co-immaginandolo e  co-creandolo insieme a voi e vorremmo partire da alcune questioni cruciali per il futuro di questo paese.

Quale Italian Valley?

Questi sono i giorni in cui imprenditori, creativi, lavoratori cognitivi si mobilitano per sollevare il dibattito sulla mancanza in Italia di una Agenda Digitale, chiedendo alla politica di darsi da fare. Allo stesso modo le grandi corporation e i gruppi editoriali cavalcano il movimento emergente della digital economy con campagne di branding associate al Risorgimento e all’Unità d’Italia. Si tratta di iniziative e lodevoli e animate dalle migliori menti imprenditoriali e di marketing del nostro paese, molti dei quali nostri amici.

Iniziative che ci piacciono e alle quali diamo il nostro appoggio, perchè sono in grado di pungolare il sistema politico e di coinvolgere le persone. E’ giusto e urgente iniziare a correre e in fretta per colmare il gap che ci separa dai paesi più competitivi e meglio posizionati in questa nuova corsa per la sopravvivenza economica.

Ma correre a testa bassa senza alzare la testa e capire dove vogliamo andare potrebbe farci imboccare la strada sbagliata (magari mascherando in questa corsa i soliti interessi di vecchi poteri in grado più di altri di mettersi alla testa delle nuove energie in movimento). Per questo, prima di correre, alziamo la testa, scegliamo il nostro passo e decidiamo di correre là dove è più opportuno andare. In questo periodo di mutamenti epocali, chiediamoci prima di tutto “chi siamo?” e “dove stiamo andando?”.

Una via italiana all’innovazione

Vogliamo discutere seriamente di quale debba essere il posizionamento dell’Italia in questa corsa alla competitività? Pensiamo di poter competere con la cultura e il sistema delle startups in stile americano? Ci serve davvero in Italia la Silicon Valley? Quale deve essere la nostra specificità, il nostro posizionamento, qual è l’ethos e il pathos dell’Italian Valley? Davvero crediamo che la tecnologia da sola possa bastare a renderci competitivi?

Sicuramente il gap va colmato e in fretta, ma senza una nuova cultura condivisa e una nuova consapevolezza di quale sia il nostro ruolo nello scenario economico globale, le agende digitali rimarranno sterili e la corsa dei 1000 talenti verso la celebrazione dell’Unità d’Italia rimarranno una bellissima strategia di posizionamento per Telecom Italia e un ottimo pacchetto di commerciale per gli inserzionisti di Wired.

Senza iniziare a immaginare l’Italia come la vorremmo, senza prendere veramente posizione, nei fatti e non solo con le parole, questi nuovi moti carbonari potrebbero alimentare solo nuove frustrazioni, contraddizioni, nuovi orticelli di potere. Dobbiamo riempire di valori e di idee le agende digitali, per dargli un sapore, uno stile, un colore, là dove i giochi di palazzo vedono solo nuovi mercati e nuovi interessi da cavalcare.

Diritto alla Rete, Wi-Fi Libero, Libertà e Neutralità, Sostegno al Talento e all’Imprenditorialità, sono parole che non devono restare vuote. Dobbiamo essere in grado di vedere al di là degli slogan, delle campagne pre-elettorali, delle copertine patinate, delle azioni di PR. Dobbiamo continuare a chiedere il cambiamento, perchè queste parole rimarranno vuote se non riusciremo ad intaccare i principi gerontocratici, familistici e lobbystici che imbrigliano le forze migliori del nostro paese.

Tocca a noi comunicatori prima di tutto riempire l’Agenda Digitale aggiungendo i valori e i tratti distintivi in grado di connotarla, valori come Merito, Innovazione e noi ci aggiungiamo Bellezza e Poesia. Solo così riusciremmo a trasformare l’Agenda in Rivoluzione Digitale come ha detto Matteo Scurati sullo Spazio della Politica.

L’Italia “non è” senza Bellezza e Poesia

Ogni tanto mi chiedo se i nostri eroi del venture capital italiano, lo dico senza polemica e con grande stima per i suoi protagonisti, davvero credano che in Italia si debba pensare di replicare il modello americano alla Facebook e Twitter e non invece il caso di guardare al substrato di piccole e medie imprese che producono e fanno fatturati e utili da subito. Magari non miliardari come vorrebbero i venture capital, ma producendo valore vero, quello che serve a sostenere famiglie, relazioni, mercati e non quello a cui aspirano principalmente i finanzieri.

Quale può essere la strada italiana alla tecnologia e all’innovazione? Già ce lo siamo chiesti in un altro ambito quando abbiamo iniziato a riformare il marketing con concetti come “Marketing Mediterraneo” e “Societing”. Potremmo insieme iniziare a trovare quella strada partendo dalla ricerca di “nuove parole”, di nuovi modelli e pratiche di fare impresa.

Lo dico con funzione di stimolo e riflessione affinchè possa proseguire a Gianluca Dettori, a Stefano Vitta a Raffaele Mauro, a Nicola Mattina, a Marco Zamperini, a Marco Montemagno, solo per citarne alcuni e a tanti altri amici imprenditori/innovatori. Troviamo insieme la via italiana all’innovazione e all’eccellenza.

C’è un punto centrale nell’intervento di Benigni a Sanremo: l’idea che l’Italia nasca dalla poesia e dall’arte, dalla cultura e dalla bellezza, prima che nella politica.

«Prima viene Dante, e secoli dopo Cavour. Prima la lingua, poi la nazione. È la straordinaria bellezza del nostro Paese e dei nostri artisti che ci unisce. Non è meraviglioso il passo di Dante in cui Beatrice appare vestita dei tre colori che saranno quelli della bandiera italiana?».

L’Italia può essere il Paese dell’Eccellenza e noi possiamo trovare la nostra strada all’Innovazione. Tuttavia, senza puntare su quello che è nato prima della politica, ovvero la Bellezza e la Poesia, perderemo per sempre il nostro ruolo di italiani nel mondo che sta arrivando.

5 Twitter-Games per iPhone da non perdere

“Twitter è il modo migliore per scoprire le novità del momento nel tuo mondo.” Chi usa abitualmente Twitter sa che questo è il pay off con il quale il più famoso social network di micro-blogging si presenta nella propria home page. Effettivamente Twitter nasce come strumento per divulgare notizie, informazioni e , perchè no, per una buona dose di pettegolezzi. Le modalità con cui gli utenti e le aziende cominciano ad usare questo social network crescono di giorno in giorno, ma chi l’avrebbe mai detto che avrebbe potuto prendere anche una piega squisitamente ludica? Ebbene sì, alcuni sviluppatori hanno creato dei giochi per iPhone formati interamente da tweets! Qui vi proponiamo 5 Twitter-Game già disponibili nell’App store 😉

Super Twario

Come si può facilmente intuire dal nome, Super Twario è una sorta di remake del mitico Super Mario in chiave Twitter. E’ uno dei giochi più divertenti dove il flusso di Twitter diventa un videogame coloratissimo che ha come protagonista un coniglio bianco. Utilizzando l’accelerometro dell’iPhone si può far scorrere la piattaforma di tweets sui quali, come faceva il “vecchio” Super Mario, si può saltare, ma si può anche fare il retweet o rispondere. In questo modo il gioco procede ed è possibile guadagnare punti..un pò come faceva il nostro adorato supereroe prendendo i funghetti 🙂

Costo: gratuito

Super Twario

Tweet Defense

Tweet Defense è di fatto una modifica del più conosciuto Tower Defense, dove bisogna sconfiggere degli zombie dalle torrette di difesa. Oltre alla possibilità di visualizzare 10 diverse mappe, Tweet Defense si caratterizza per essere il primo gioco direttamente connesso alla quantità di scrittura sul proprio account Twitter. Più twittate e più le vostre torri di difesa diventeranno forti e difensive! Basterà anche il semplice login per ottenere un bonus. Quindi saranno le statistiche del nostro account a fare la differenza: maggiore sarà il numero di followers e tweets, più forti saranno le torrette e più zombie riusciremo a battere!

Costo: 2,39 €

Tweet Defense

Poptweets

Se vi piacciono i quiz in cui si hanno a disposizione pochi secondi per rispondere, questo gioco fa per voi.  In ogni schermata apparirà un tweet e 3 nomi di personaggi che possono potenzialmente esserne gli autori.  Si tratta di associare ogni tweet ad ogni persona in meno di 20 secondi. Ovviamente potete scegliere tra svariate categorie come: celebrità, film, musica, politica, ecc

Costo: 1,59 €

ChumpDump

ChumpDump può essere definito il “gioco dell’unfollow” poichè permette di gestire i nostri amici su Twitter. ChumpDump analizza il nostro seguito di amici, guarda chi ci ricambia il follow, controlla le nostre interazioni con i followers e ce ne suggerisce alcuni da “scaricare”! Una volta deciso se continuare a tenere questi followers o abbandonarli definitivamente, possiamo scrivere loro un tweet in cui spieghiamo le nostre motivazioni. Ovviamente non si tratta di un gioco al quale stare incollati per ore, ma può sicuramente essere utile per gli “strateghi” di twitter, coloro che puntano ad avere un numero molto alto di followers, pur ricambiando il follow a pochi (e ce ne sono!).

Costo: gratuito

ChumpDump

TwitCross

Si tratta di un gioco molto divertente che usa le parole. TwitCross, infatti, è un puzzle di parole crociate in cui l’obiettivo è quello di indovinare le parole nel contesto in cui queste sono apparse in un tweet. Gli indizi non sono altro che i tweets degli utenti, ai quali si deve rispondere completando gli spazi vuoti. E se non riuscite ad indovinare? Niente paura, basterà cliccare sull’icona dell’utente per visualizzare il tweet completo 😉

Costo: gratuito



Volete cantare sotto la doccia? Questa radio fa per voi!

Chi di noi non ha mai cantato sotto la doccia? Le canzoni più belle, i ritornelli inventati al momento, ecc. Insomma, è un posto liberare la creatività canora. Allora vi proponiamo la radio-doccia che va ad acqua!

Proprio così, non servono le batterie. La radio funziona con la pressione dell’acqua ed è impermeabile naturalmente.
Inoltre memorizza l’energia così è utilizzabile anche quando chiudiamo l’acqua.

56 $ ed il gioco è fatto!

Tips & Tricks Mobile con… Nicola Marra de Scisciolo

Intervista T&TMobile a Nicola Marra de SciscioloIn questo post facciamo alcune domande veloci a Nicola Marra de Scisciolo, Designer / ICT Manager @  Simulation Intelligence. Simulation Intelligence è una società attiva nell’area delle ricerche di mercato, della formazione e della comunicazione [interessante da vedere una su Ricerche PubblicateIl Nuovo Leader]. Nicola è napoletano, vive a Bruxelles per lavorare tra Milano e Londra, in questo momento si sta occupando di Progetto eReaderItalia (Analisi di mercato sul mondo iPad, eBook reader, device mobili e contenuti editoriali).

Caro Nicola sei pronto?

On!

1] Quali sono i device mobile che usi e quanti device mobile hai?

iPhone, iPad. In ordine di apparizione.

2] Quali canali di comunicazioni usi di più per lavoro e per socializzare?

Principalmente email e Skype per il lavoro, twitter per la mia ‘social life’

3] Hai scelto di avere un device per avere un App o hai scelto il device e hai scoperto le Apps?

Non avevo scelta… sono un Apple dipendente … quindi la cosa è avvenuta contemporaneamente.

4] Quali sono le Apps di cui non potresti fare a meno?

TouchOSC, Reeder, Safari,  Twitter client e il fantastico Dropbox (great stuff here).

5] Quali sono le Apps che usi per lavoro e/o ti sono utili come Digital Media Designer?

Essenzialmente le stesse con l’aggiunta di MyPantone… a dire il vero trovo che la cosa realmente utile per il lavoro sarebbe ogni tanto staccarsi dalla rete (a riguardo consiglio una piccola Application Freedom)

6] Qual è stata l’ultima app (free e/o pay) che hai scaricato? Perché?

TuneIn Radio, per ascoltare bbc4 mentre leggo… ma è davvero una App incredibile per chi ama la radio.


Ecco a voi tutte le connessioni alle Apps citate da Nicola 😉


SkypeTwitterTouchOSCReeder for iPadDropboxmyPANTONETuneIn Radio

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