Il primo smartphone ad esser mai costruito fu il frutto di una joint venture fra IBM e BellSouth e si chiamava IBM Simon Personal Communicator. Lanciato sul mercato nel 1993, combinava assieme caratteristiche di cellulare, cercapersone, PDA e fax. Al di là di altre applicazioni come il calendario, la calcolatrice, e-mail e giochi, la sua peculiarità risiedeva nel fatto che non possedesse tasti fisici ma gli utenti potevano usare un touchscreen per comporre il numero sulla tastiera con le dita. Dal primo tocco su quello schermo ha avuto inizio la storia di un vero e proprio status symbol della società moderna: lo smartphone.
Non è pertanto azzardato affermare che in qualche modo ci sia una profonda correlazione tra la nascita degli smartphones e la geniale idea di inserire la tecnologia touchscreeen (fino a quel momento utilizzata solo al di fuori della telefonia) in un cellulare. Fino ad ora però, dopo 14 anni da quell’evento, l’unico passo avanti fatto in questo settore è stato il passaggio dal touchscreen resistivo, macchinoso e poco pratico (spesso era necessario l’ausilio del famoso “pennino”) a quello capacitivo - stile iPhone per capirci – in cui è sufficiente anche solo sfiorare con il dito lo schermo per selezionare una icona.
Appare evidente quindi che la tecnologia touchscreen da grande innovazione si è poi col tempo trasformata in una semplice dotazione standard di ogni smartphone di qualunque marca, divenendo un accessorio quasi banale. Come sapete però, per ottenere un prodotto di successo, oltre che innovarlo e migliorarlo bisogna anche differenziarlo , creando dunque valore aggiunto. Siccome la rivoluzione della telefonia si è avuta proprio con la sostituzione della tastiera fisica con un touchscreen, chi ci dice che questo valore aggiunto non possa provenire proprio da una nuova concezione di interazione con il nostro device? Vi presentiamo dunque una serie di “tastiere alternative” che potrebbero cambiare nuovamente il destino dei nostri smartphone.
1)Il “feel-screen” di Senseg
Pochi giorni fa una azienda finalnedese, la Senseg, specializzata in interfacce tattili, ha annunciato attraverso il celebre sito cnet di aver sviluppato un nuovo tipo di touchscreen: con Senseg i touchscreens sembrano infatti prender vita! Toccando le texture, i contorni o i bordi delle immagini che appariranno sullo schermo ci sembrerà che queste stiano fisicamente “emergendo” dal panello del display e di conseguenza gli utenti le potranno percepire con i polpastrelli delle proprie dita sfiorando semplicemente lo schermo. Usando questa tecnologia, i produttori di tablet e smartphones potranno rivoluzionare l’esperienza degli utenti con una sensazione al tatto molto sviluppata ben lontana dalla semplice vibrazione da feedback aptico.
Immaginerete dunque che questa rivoluzione travolgerà non solo le persone abituata ad interagire con gli smartphone ma anche tutte quelle colpite da handicap visivo che, a causa della loro impossibilità, non possono di certo sfruttare le caratteristiche di un touchscreen “puro”, sprovvisto di indicatori breil. Per capire meglio il suo funzionamento vi rimandiamo a questo video introduttivo (putroppo in lingua inlgese):
2) Touchsceen con bottoni "pop-up"
Molto simile alla tecnologia precedente ma sostanzialmente diversa sia nel software che nel Hardware è quella ideata nella università americana della Carnegie Mellon University da uno studente laureato, Chris Harrison, e dal professore Scott Hudson. I due hanno infatti realizzato, su un terminale con OS Android, il primo prototipo di schermo touchscreen con tasti che “vengono fuori dallo schermo”. L’idea è quella di creare telefonini con schermo tattile che permetteranno di digitare qualcosa anche senza guardare lo schermo. I prototipi realizzati si basano sua una struttura costituita da una camera d´aria ricoperta da uno strato di lattice semi-trasparente deformabile, connessa ad una pompa che, gonfiandosi o sgonfiandosi, genera un effetto “tastiera a comparsa”.
Sotto la camera d´aria creata, è poi inserito un sensore a infrarossi che esegue la scansione del dito rilevandone la pressione. La tecnologia è ancora in fase di sviluppo e al momento i problemi da superare sono connessi soprattutto alla riduzione delle dimensioni della pompa d´aria, evidentemente troppo invasiva.
3) GestureTek: comunica con il tuo device attraverso gesti
GestureTek è il possessore di un brevetto che permette all’utente di essere riconosciuto dal proprio dispositivo senza nessun sistema di controllo, ma semplicemente utilizzando movimenti corporei. La tecnologia di controllo video realizzata da GestureTek, consente di controllare contenuti multimediali o accedere alle informazioni semplicemente tramite l’ausilio delle proprie mani o del corpo. Simili software sono stati concessi in licenza a Microsoft per la Kinect della console Xbox 360 . La stessa Microsoft ha dichiarato inoltre che sarebbe al lavoro su una versione rimpicciolita di Kinect, affinché possa essere inserita all'interno di smartphone e altri dispositivi portatili.
Recentemente il brevetto è stato acquistato anche da Qualcomm, società produttrice di chip per dispositivi mobile, la quale afferma che sfrutterà l’accordo per introdurre tale tecnologia nella sua gamma di smartphone. Inoltre, sarà integrata anche nella famiglia dei processori Snapdragon, offrendo anche ai produttori di altri smartphone e tablet che sfruttano questo processore la possibilità di accedere a tale tecnologia.
4) Senseye : “occhio” al tuo smartphone!
L’ultima tecnologia che vi presentiamo - ma non di certo la peggiore - è quella svuiluppata dalla azienda Senseye. Essa permette agli utenti di interagire con il loro device semplicemente… guardandolo. Con il solo movimento dei bulbi oculari sarà infatti possibile attivare lo schermo, sfogliare le pagine del browser automaticamente o addirittura giocare. L’immagine catturata dalla camera frontale dello smartphone (o del tablet) è analizzata usando un algoritmo. Il software è infatti in grado di localizzare la posizione dell’occhio e stimare dove si sta guardando sullo schermo con una accureteza sufficiente per capire anche quale icona stiamo puntando. Un primo tipo di device con questa tecnologia, sostiene la Senseye, potrebbe esser già rilasciato nel 2013. Non ci credete? Eccovi un video dimostrativo:
Sulla base di questi elementi come pensate possano essere gli smartphone del futuro? Secondo voi quale sarà la prima azienda ad investire in queste tecnologie per produrre una nuova generazione di smartphone?