Per affrontare la crisi economica globale l’imperativo sarebbe riuscire a gestire al meglio le risorse energetiche, ottimizzando l’utilizzo di spazi e materiali, in poche parole riuscire a fare di più con meno.
Ciò è alla base del progetto di città ideata negli anni 70 da Paolo Soleri, architetto torinese, che in pieno deserto dell’Arizona ha posto le basi per il laboratorio urbano di Arcosanti.
Il progetto iniziale prevedeva la costruzione di strutture in grado di ospitare 5000 abitanti e la completa indipendenza dalla rete elettrica dell’Arizona, seguendo i principi dell’Arcologia, disciplina che unisce architettura ed ecologia (attualmente generatori ad energia eolica e pannelli solari non garantiscono l’intero fabbisogno di elettricità).
Chiunque può dare il proprio contributo al progetto, non solo quindi architetti, attraverso la partecipazione ad un workshop (Il Five Week Workshop) della durata di 5 settimane, l’unico requisito richiesto è la maggiore età.
Il percorso educativo permette di conoscere al meglio la città e le idee di Paolo Soleri per poi metterle in pratica fisicamente nella continua evoluzione della città. Il metodo è quindi quello del learning by doing, non solo lezioni puramente accademiche, ma anche tanto lavoro fisico!----------------------
Le altre uniche fonti di finanziamento del progetto sono la produzione di campane di ceramica e di bronzo e l’afflusso di turisti. Le campane dal suono gentile, dotate di una sottile vela di metallo che permette loro di suonare con la sola forza del vento godono di una certa fama in Arizona e nel resto degli Stati Uniti.
Per quanto riguarda i turisti, ogni anno se ne contano diverse decine di migliaia che arrivano in città spinti dalla curiosità di poter testare un’alternativa alla vita delle città contemporanee dominate dall’automobile e caratterizzate dallo spreco delle risorse e dall’isolamento delle persone che vi ci abitano.
In fondo se analizziamo il nome della città Arcosanti (ARC da Arcologia e COSANTI da anti-cosa) è un vero invito alla necessità di gestire al meglio l’ambiente che ci circonda.
Ad oggi, sebbene si è sempre riusciti ad ottenere l’interesse di esperti da ogni angolo del mondo, gli effettivi residenti della città sono circa un centinaio e ciò contrasta con la bontà del progetto in quanto è sicuramente di vitale importanza creare un contesto urbano più armonico e sostenibile.
Ma forse si tratta solo di problemi legati alla location, non è da tutti lavorare sotto il sole del deserto dell’Arizona! Allora chi si sente pronto ad affrontare questa sfida?