Due giorni fa abbiamo parlato di Street Academy, il contest pensato e realizzato da Ninja LAB per Tim Tribù, che ha avuto un enorme successo di utenti e sta riscuotendo ancora adesso riconoscimenti importanti, come l’inserimento sul sito di Current tv del documentario Street Academy, nato a corollario del contest e realizzato sulle strade della Londra dei writers.
Adesso Ninja e Tim Tribù ci riprovano, con un nuovo contest che cerca di mettere ancora più in luce il grande patrimonio artistico disseminato nelle strade italiane e che molti non riescono a vedere.
È nato da pochi giorni Street Museum, un nuovo progetto dove le opere di arte urbana acquistano finalmente il valore che dovrebbero avere, ripensate e valorizzate tenendo conto delle scelte estetiche, artistiche, sociali e filosofiche presenti nelle opere che colorano e danno un respiro nuovo alle nostre città.
E per raggiungere questi obiettivi, Ninja LAB ha pensato di costruire un contest dove si legassero insieme il guerrilla e l’user generated content, progettando un museo 2.0 dove tutti noi possiamo diventare artisti, attraverso le opere di street art, curatori e piccoli guerriglieri, se incorniciamo le opere viste in strada e le proponiamo al museo online www.streetmuseum.it, e pubblico, decidendo attraverso i nostri voti chi è meritevole di stare nel pantheon della Street Art italiana. Non saranno i presunti esperti d’arte a decidere chi farà parte di questa imponente mostra permanente de-localizzata.
L’obiettivo finale è realizzare il più grande “museo online a cielo aperto”, fantastico ossimoro che dice tanto intorno a questo sogno.
Il museo virtuale online avrà inoltre le stesse prerogative di un museo tradizionale. Ogni opera presentata sarà accompagnata da una scheda informativa in cui è riportato il nome dell’artista, la tecnica usata, la città dove si trova e in più l’opera verrà localizzata precisamente grazie alle mappe di Google.
Street Museum, concepito da Ninja LAB, è stato lanciato in questi giorni con un’operazione di guerrilla art che ha colpito Milano e Roma, proprio nei giorni in cui il dibattito sui writers si è fatto incandescente.
Incorniciare le opere della strada, aggiungendo nome dell’autore e tecnica utilizzata, ha fatto emergere dal grigiore delle città alcune opere di artisti importanti, come Tv Boy, Miss Van e Obey, aka Shepard Fairey, mettendo in luce agli occhi assopiti di molti di noi l’altissimo valore artistico di queste creazioni.
Il sogno è riempire i muri d’Italia con le cornici Street Museum, segno che l’arte, quella vera e dirompente, vive con noi in uno sterminato museo in cui tutti contiamo qualcosa.