Negli androni di Ninjamarketing in questi giorni c’è stato un vero terremoto di libidine: un gruppo di bravissimi writers e street artists salernitani che si raggruppano sotto il nome collettivo Satoboy hanno risposto con le armi della contropromozione “educata” all’appropriazione dei loro codici artistci da parte di alcuni promoter di discoteche della città.
Spieghiamo a tutti le vicende per condividere la libidine.
PREMESSA:
Il gruppo artistico salernitano Satoboy lavora in città con forza comunicativa dirompente. Il jet set piccolo borghese (Maria De Filippi style per intenderci) delle discoteche li ha da un po’ di tempo additati come persone non gradite (per usare un eufemismo). Hanno da sempre considerato la loro arte un atto vandalico, senza senso, stupido e che soprattutto se serve a promuovere qualcosa che non esiste come la creatività personale è assolutamente anormale e inutile.
I Satoboy sono stati in poco tempo banditi da molti locali e quando gli si dava il permesso di entrare attuavano nei loro confronti delle perquisizioni alla Gestapo, per evitare che entrassero con adesivi e stickerassero le loro pareti.
I lavori di Satoboy sono continuamente strappati o ricoperti dai manifesti delle serate danzanti delle discoteche salernitane, che sparano i loro acidi colori per promuovere serate di miss magliette bagnate o tronisti in arrivo a furor di popolo.
All’improvviso però i caporioni della movida salernitana hanno pensato bene di usare le tecniche della street art e per promuovere le loro iniziative. Hanno iniziato ad usare stencil, sticker e addirittura spray. Hanno iniziato a pensare che fosse cool usare i codici culturali e i semi artistici dei writers, inquinando loro sì l’ambiente architettonico della città con i loro orripilanti messaggi pubblicitari per venerdì sera da sballo fashion.
Cosa fa un vero street artist se è direttamente minacciato dalla cultura che si vuole smascherare e irridere? Usa le armi della fantasia e della creatività.
I Satoboy hanno realizzato delle locandine con uno slogan, per noi, meraviglioso: “STREET ART AREA – NO FASHION ADVERTISE”.
In un piccolo manifesto c’è l’affermazione di una personalità artistica, l’appropriazione degli spazi di condivisione di un atto creativo, la dichiarazione di un modello di relazione con la città e la società e un’eccezionale presa per il culo alla gente “perbene”.
Purtroppo molti manifesti di Satoboy sono stati strappati per far riemergere la sporcizia dei messaggi pubblicitari, ma il colpo è stato dato e siamo sicuri che il rimbombo si sentirà ancora per molto.
Alle prossime idee Satoboy, vi seguiremo sempre.