In occidente non ci sono problemi. Carichiamo tutto il caricabile sui nostri (nostri si fa per dire, qua si è tutti precari ormai) SUV, inscatoliamo l’inscatolabile nelle nostre monovolumi (l’inscatolato interessa soprattutto le carni e i tonni), inchiavardiamo l’inchiavardabile nei nostri pickup (e dalle, qui si va ancora con la Fiat Uno di papà: praticamente quella che ti portava ad Agropoli le domeniche di Luglio).
Prima anche da noi le nonne accumulavano l’accumulabile sulle teste e via andare.
Questo avviene oggi in moltissime parti del mondo, che noi ammiriamo in qualche documentario, mentre ci scappa un sussurro: “Ma dai è un set! Esistono ancora cose così”.
Ebbene sì e per le tratte più lunghe, quando serve un mezzo di locomozione e la quantità di carico aumenta fino a sfiorare l’impossibile, accadono cose straordinarie e “pittoresche”.
Un buon occhio di marketing potrebbe far prendere vita a queste prove di equilibrio e pensare ad una campagna non convenzionale, ad una serie di video virali, oppure a dei manifesti, insomma la creatività dei trasportatori potrebbe entrare in corto circuito con quella dei professionisti della comunicazione e far esplodere la fantasia.
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