Amnesty International ha sviluppato una guerrilla tutta sua, la Amnestyrrilla.
Una guerrilla che non vuole solo impressionare o sbalordire il pubblico con grandi effetti speciali, ma ogni volta che si ripresenta sotto i nostri occhi di spettatori occidentali, rappresenta una vera e propria bastonata, perchè ci mette in crisi, ci fa perdere l’equilibrio e ci mette nella condizione di ripensare non solo al mondo che ci circonda, ma soprattutto a noi stessi.
Una guerrilla davvero impegnativa, concettuale, che ci porta a rivedere e a mettere in discussione tutti i nostri punti di riferimento, le nostre convinzioni, perché non entra solo nella nostra quotidianità, ma entra proprio nel nostro intimo, nel nostro io interiore scuotendolo.
Le fasi dell’attacco sono ben riconoscibili:
• L’Impatto - Sempre molto forte;
• Il Dubbio - Si cerca di capire cos’è, cosa vuol dire, di che si sta parlando al fine di afferrare il messaggio e i suoi codici;
• La Crisi - Si comincia a chiedersi: "Che sto facendo?", "Perché me ne strafrego di tutto ciò?", "Ma io in fondo come voglio vivere?", "Qual è il mondo reale, il mio o il loro?"
Allora ci si rende conto che le prime vittime del sistema siamo noi, perché non riusciamo a guardare oltre i confini della comodità e dei piaceri.
Ma siamo vittime solo di noi stessi, della nostra Passività e della nostra Pigrizia.
La campagna che vi presento oggi è quella per la difesa dei diritti umani. L’idea creativa - in realtà non è nuova - sta nell’utilizzare la doppia pagina di un magazine posizionando le graffette in corrispondenza delle mani dei soggetti fotografati, immobilizzandoli.
Al lettore viene dunque istintivo agire cercando di togliere le graffette, riconoscendo ed affermando con tale gesto il diritto alla difesa della dignità umana.
Il claim di uno dei tre soggetti recita più o meno così:
"Quest’uomo sta scontando la sua pena in condizioni orrende, senza tutela legale o possibilità di contatto con l’esterno. Tu hai la possibilità di poterlo aiutare."