Storytelling è un termine in voga da tempo, specialmente tra le strategie di comunicazione aziendali. Il fatto è che, per raggiungere i propri obiettivi corporate, sarebbe bene mettere in atto una strategia basata sullo storytelling che funzioni realmente, perché tutti sono in grado di raccontare e condividere ma in pochi sanno farlo in maniera davvero efficace.
Abbiamo chiesto ad Andrea Fontana, docente del Corso Online in Corporate Storytelling di Ninja Academy, di darci qualche chiarimento e qualche consiglio per imparare bene e per non incappare in eventuali errori da inesperti.
Si parla tanto di storytelling e si traduce spesso come raccontare storie, ma è tutto qui?
È una domanda molto importante. È vero si parla tanto di storytelling perché la parola è di moda. E infatti la si traduce male e in modo sbagliato. Storytelling è un termine non esattamente traducibile nella nostra lingua. Se proprio volessimo tradurlo dovremmo arrivare ad usare la locuzione: "comunicare attraverso racconti”.
In questo senso lo storytelling non è raccontare storie ma un processo con cui costruire identità e relazione (anche commerciale).
Perché per un'azienda è necessario raccontarsi?
Attualmente per tre motivi di fondo:
- Trovare nuove identità. In un’epoca in cui tutto continua a cambiare e tutto viene messo in crisi, lo storytelling serve per definire nuove o migliori identità di impresa, prodotto o vita.
- Generare nuove relazioni. Se posso raccontarmi in modo efficace allargo la possibilità di essere letto, ascoltato, votato, comprato e scelto.
- Aumentare valore sociale ed economico. Il racconto produce un notevole aumento del cosiddetto "capitale narrativo" di un oggetto o di un individuo e questo a sua volta espande identità e relazioni (anche economiche).
Se è vero che “Non è mai troppo tardi”, un’azienda che non ha mai fatto storytelling da dove dovrebbe cominciare?
Da due cose. Capire come si è raccontata finora e anche non raccontata. Capire le storie di vita dei propri interlocutori: clienti, stakeholder, etc.
Il passaggio ai social media ha imposto nuovi modi di pensare la comunicazione aziendale e non. Cosa bisogna fare per impostare correttamente il corporate storytelling su queste piattaforme?
Individuare la propria “narrability”: cioè la propria linea di racconto, coerente con la storia di vita dei propri pubblici. E poi gestire i media come habitat dove il racconto possa vivere.
A che punto è il corporate storytelling nel panorama italiano?
Stiamo muovendo i primi passi. Ma posso dire che dopo una prima fase di assoluto spontaneismo (tutti facevano o dichiaravano di fare storytelling), sempre di più le organizzazioni stanno comprendendo che per fare storytelling ci vogliono competenze e mindset. Non basta riciclare iniziative già fatte o strumenti tradizionali e metterli sotto il nuovo nome di “storytelling”.
Da questo punto di vista siamo entrati in una seconda fase in Italia: fatta di una domanda sempre più consapevole ed esigente da parte delle aziende e una offerta che si sta sempre più professionalizzando.