Non so ve ne siete accorti ma non ho scritto per un po'.
I progetti si accavallano, il lavoro pompa. Il corpo fa male, fare la vita di un ventenne a trent'anni suonati è molto stancante. Le priorità si interscambiano e la scrittura è meno spensierata. Tuttavia mi sono accorto di una cosa fondamentale, in un momento in cui si piange miseria.
In ogni economia di crisi, anche nelle più nere c'è sempre un settore in via di sviluppo dove si fanno soldi a palate e dove ci si lancia le idee in faccia per l'abbondanza. In una economia di difesa come quella che viviamo la gente vuole mangiare, dormire e morire.
Nulla di più.
Le campagne pubblicitarie, il parere dei vari fresconi della comunicazione, gli investimenti, i brain-storming, le conference call, i litigi col cliente. Non valgono un cazzo, meno di zero. Sono aria vacua.
Il mio grosso cliente freelance mi vuole pagare a dicembre?
Fotte zero.
Il brand vuole il rilancio e la consulenza e non vuole pagare?
Sticazzi.
La risposta alle flessioni monetarie è in un bicchiere di Chardonnay raffinato in barrique e un lamb rack scottato a dovere.
Il tutto su un letto di:
$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$!
Io mi lancio nel food.
Non sono gli uomini che plasmano il mercato.
Ma il mercato che plasma l'umanità.
Andatelo a dire a Marx che aveva torto. Forza!
Andate!
Ci vediamo al ristorante o in un bordello.
Che tanto si parla sempre di carne.
Statemi bene.
L'agnello.