Questa è la (triste) storia di come sono diventato un fan di Call me Maybe grazie al potere occulto del Remix.
Era una sera buia e tempestosa e io mi trovavo ad un simposio per gentiluomini quali uso frequentare di solito il venerdì sera, e dopo i quali mi capita sovente di addormentarmi sul ciglio del naviglio e di essere svegliato all’alba dall’omino che pulisce le strade.
Mentre mi agitavo coinvolto profonda discussione sul rapporto tra il web e l’anatomia femminile, un amico dalla voce biascicante mi domanda “ma tu hai mai visto versione di Call me Maybe rifatta dalle cheerleaders dei Miami Dolphin?”.
Call Me Maybe?
A me?
Ma per chi mi aveva preso lo stolto? Per una sgrillettata sghignazzante che sogna di farsi il giardiniere?
Ma prima che io finissi di argomentare il mio sgomento, il mio in-fido amico aveva già fatto partire dal suo iPhone il video (che quo sotto vi riporto) di tributo delle supporter dei Dolphin.
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E’ stato così che ho notato una certa personalità in questo singolo pop che affronta l’innovativo argomento dei colpi di fulmine in età adolescenziale, con un’impronta stilistica da fa sembrare “mmmbop” degli Hanson un concerto dei Sonic Youth.
Questo è il potere del Remix: il contenuto cambia veste, si mischia, raggiunge luoghi e persone inaspettate, si diffonde nella rete, dando un significato concreto al maltrattato termine “virale” che tanto piace alla gentaglia che fa il mio lavoro.
Call Me Maybe è un ottimo esempio del potere di questa pratica alchemica, questo brano oggettivamente scialbino è stato reinterpretato nei modi più disparati, scalando tutte le classifiche occidentali e vincendo valangate di premi tra cui il disco di platino digitale in Italia.
Dalle parodie fatte in case, alla versione cantata della squadra olimpica americana di nuoto (in aereo), al capolavoro fatto da un contingente di militari in Afganistan, che in realtà non è la parodia delle versione originale ma di quella fatta dalle Cheerleaders dei Dolphin e che credo possa essere definito il video più gay friendly della storia dell'esercito americano.
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Quando un brano viene parodiato, citato, riutilizzato, di fatto se ne aumenta la vita e le possibilità di diffusione, anche se questo può creare problemi di diritto d’autore.
Nell’era di YouTube la pratica del re-use , del mash-up e del remix si sta evolvendo assumendo contorni e proporzioni sempre più inaspettati grazie a sperimentatori ed artisti che evidentemente non vivono troppo male il risentimento delle Majors.
Un esempio di genio indiscusso di questa pratica è l’americano Gregg Gillis Aka Girl Talk.
Mr. Gillis è un folle remixatore seriale che mixa al contempo audio e video di generi diversissimi tra loro, dando vita a brani completamente nuovi e inaspettati, e che oltre alle recriminazioni per violazione del diritto d’autore, negli anni si è portato a casa anche diversi riconoscimenti, come entrare nella Top 10 del Time e nella Top 50 di Rolling Stone.
Gustatevi questo pezzo da Feed The Animals.
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In conclusione è meglio lasciare che le persone stravolgano il nostro contenuto facendone quelle che vogliono, remixandolo, parodiandolo ecc. ma dandogli in questo modo vita potenzialmente infinita, o preferite preservarne l’interezza iniziale e la coerenza autoriale?
E ancora: ci sono video/brani che avete scoperto grazie ad una versione re-interpretata e che volete segnalarmi?
A voi la parola.
Jack ‘n Roll