In molti pensano che i social network siano strumenti esclusivamente dedicati ai ragazzini (magari per postare le proprie foto o guardare quelle altrui), oppure ancora alla nicchia di marketer e pubblicitari.
In realtà, le piattaforme 2.0 hanno potenzialità molto interessanti legate anche all'editoria: pensiamo per esempio a quanto scrive il nostro Francesco nel post "Storytelling e Mobile: con i device cambia la narrazione?".
Spostandoci più specificamente proprio al mondo della (micro)narrazione, oggi vi presentiamo tre esempi davvero interessanti: NarrantiErranti, Micronarrativa e Romanzo Digitale, tre progetti italiani che riescono a unire creatività e social network in modo eccellente, a conferma che questo mondo sta subendo grandi cambiamenti che occorre seguire o meglio anticipare.
NarrantiErranti: creatività in 400 caratteri
NarrantiErranti è il primo lavoro che ci piace citare, un laboratorio di micro-narrazione che si avvale della voglia di mettersi in gioco degli utenti e della cassa di risonanza del web per produrre ogni settimana tantissime pubblicazioni di ottimo livello. Ogni domenica a mezzanotte vengono pubblicate due parole sulla pagina Facebook, l’account Twitter e il blog: da quel momento, chiunque può partecipare scrivendo un racconto in 400 caratteri che colleghi i termini. Ognuno può inviare un solo contenuto a settimana. Leggiamo un'intervista al creatore dell'iniziativa, Diego Fontana:
"NarrantiErranti è nato senza ambizioni e posso dire che è diventato in poco tempo uno dei punti di riferimento per chi ama la micro-narrativa, e l’interesse da parte di testate e radio locali e nazionali lo sta dimostrando. Senza contare che è anche un esercizio molto interessante, che costringe a dosare e selezionare le parole. [...] Ogni settimana collaboriamo con una realtà diversa, e questo è bellissimo perché permette di esplorare mondi nuovi, senza contare che gli autori dei testi possono essere pubblicati su spazi differenti. [...] ne approfitto per svelarvi un’anteprima: siamo in contatto con un videomaker per creare un piccolo cortometraggio da un’altra narrazione. Tutte soddisfazioni per noi ma, soprattutto, per chi manda i propri contenuti."
Micronarrativa: vite in 140 caratteri
Da un'idea di Andrea Maggiolo, Micronarrativa si ispira ai personaggi precari di Vanni Santoni - autore dell'omonimo libro uscito nel 2007. Andrea ha provato a continuare l'idea dandosi il limite dei 140 caratteri. Il risultato? Tantissime storie pubblicate per lo più sull'account Twitter dell'iniziativa. Ascoltiamo cosa dice il creatore:
"Una delle cose più interessanti di Twitter è che le vite non rimangono in un mondo chiuso. Anzi, sono anche cominciate alcune collaborazioni: per esempio con il bravissimo Riccardo Guasco, che ha illustrato alcune storie. Vorrei fare evolvere il progetto anche in direzione partecipativa. Già in molti mi mandano le loro storie via tweet, e le migliori vengono retwittate. Stimoli e idee nuove sono fondamentali, magari anche con qualche fotografo. Per ora non pianifico il futuro anche perché mi diverto tantissimo, c'è dietro un grande lavoro di sintesi."
Romanzo Digitale: raccontare una storia via sms
Di Romanzo Digitale, il progetto nato dalle idee di Davide Romagnoni dei Vallanzaska e Marco Prosperi, ne avevamo anche parlato qualche tempo fa nel post "Romanzo Digitale: nuove forme narrative per nuovi media [e-CULTURE]". Si tratta di un romanzo che innova nella formula editoriale e distributiva, in quanto la storia si sviluppa unicamente attraverso gli sms che si mandano i personaggi (divulgati attraverso tweet, post e pubblicazioni del blog).Per il momento è in fase di definizione il quarto episodio, e i risultati sono molto positivi. Ci spiega Marco:
"la narrazione funziona bene e gli utenti si appassionano con commenti ai post (gli sms) dei protagonisti. Questo soprattutto nel primo anno che è culminato con un incontro "reale" tra i personaggi; la protagonista ha preso addirittura vita su Facebook. Quest'anno l'autore Davide Romagnoni ha scritto altri episodi efficaci e in linea con l'obiettivo di continuità, quasi una "digital novela", con storie che si intrecciano e che possono partire e diramarsi. E' stata un'esperienza più di nicchia ma comunque soddisfacente. Ora stiamo lavorando al proseguo, e a tal proposito stiamo pensando di utilizzare anche WhatsApp per distribuire i messaggi di romanzo digitale. La riflessione è nata dall'esigenza di dover essere presenti il più possibile "push" sui device degli utenti. WatsApp simula in qualche modo l'sms."
Per concludere
NarrantiErranti, Micronarrativa e Romanzo Digitale: 3 esempi efficaci e da seguire, 3 stimoli su come stanno evolvendo editoria e narrazione ai tempi dei social media e delle tecnologie digitali. Per ricordarci la necessità di adattare forme tradizionali alle nuove logiche partecipative e innovative.
Complimenti dunque a Diego, Andrea (Riccardo), Davide e Marco: speriamo di risentirli presto. Avete altri progetti che vi sono particolarmente piaciuti in questo senso?