Gli italiani leggono poco, pochissimo o anche niente. Lo dicono le statistiche. Eppure continuano a proliferare scrittori. Qualche anno fa Valeria di Napoli, in arte Pulsatilla scriveva sul suo blog:
(…) in Italia i più non sanno scrivere. C'è questa dilagante voglia di fare gli scrittori, tutti. Quando dico a qualcuno che sto cercando di scrivere, il più delle volte mi viene risposto "ah, anche io scrivo" o "ah, anch'io ho un racconto nel cassetto, a te chi ti pubblica?" o "ah, sì, anch'io scrivevo". Il risultato è che abbiamo tanti sedicenti scrittori e sempre meno lettori - visto che trovare un bel libro italiano ormai è impresa garibaldina. (...)
Scrivere un libro è difficile, pubblicarlo lo è molto di più, venderlo in un mercato come quello italiano è un’impresa titanica. Essendo il numero dei lettori così scarso, le strategie di marketing di maggior successo puntano alla creazione di un gruppo di lettori “casuali”, vale a dire di individui che non sono abituati a leggere, che normalmente non acquistano libri ma che possano essere interessati a quel libro in particolare.
Per fare ciò, bisogna ricorrere a strategie per il lancio del prodotto, che creino una notevole aurea di curiosità intorno al libro. In questo caso, le strategie di marketing tradizionali risultano poco efficaci nonché estremamente care.
In particolare, le case editrici, se non gli stessi scrittori possono ricorrere all’utilizzo di strumenti non convenzionali con lo scopo di creare una nicchia di lettori potenziali prima della sua pubblicazione.
Gli esperti ritengono che sia necessario creare un legame quasi affettivo tra l’autore e il lettore, che sarà portato a seguire il primo anche in libreria. Uno degli strumenti che permette la nascita di questo legame è il blog, attraverso il quale lo scrittore può farsi conoscere ed interagire con i futuri lettori.
Perché un blog sia efficace è comunque necessario che tratti argomenti affini con il libro, ad esempio: se un blogger scrive sulla sua vita privata ma vuole pubblicare un libro di storia dell’arte, viene da sé che risulti piuttosto inutile. Inoltre è necessario che il blog raggiunga un numero di visite alto, intorno alle 6.000 mensili, perché si possa pensare di aver a disposizione un mercato potenziale.
È questo il caso della sopracitata Pulsatilla, cui è stato proposto, a due anni dall’apertura del blog, di pubblicare un libro, La ballata delle prugne secche, edito da Castelvecchi. Il libro appare come una riorganizzazione dei temi trattati nel blog.
Lo scrittore proattivo si è spinto, soprattutto in America, fino alla self-publishing, curando totalmente la realizzazione, la micropromozione (attraverso media non convenzionali e soprattutto blog) e la distribuzione (on-line) del proprio libro.
La self-publishing è in realtà una pratica che trova le sue radici anche in scrittori del passato di enorme successo, che inizialmente hanno stampato da soli i propri libri come Blake, Wolf e Joyce.
Oggi, con i nuovi media, assume un altro significato. Lulu.com è uno dei siti più famosi, che aiuta gli scrittori a stampare il proprio libro. È bene ricordare però che sono rarissimi i casi in cui questa strategia ha successo. Se un libro non ha alle spalle una casa editrice viene percepito privo di credibilità.
Inoltre, questa pratica sta diventando fin troppo comune. Dal momento che la barriera di entrata è estremamente bassa, chiunque può stampare il suo libro, non esiste un “controllo di qualità”. A meno che non si voglia vendere il libro soltanto agli amici e ai colleghi di lavoro o non ci si voglia semplicemente far passare lo sfizio di vedere il proprio libro stampato, è necessario avere un piano di marketing ben studiato.
Uno degli strumenti più innovativi per promuovere un libro è il book trailer, che funziona quasi esattamente come il trailer di un film e può essere inserito sia sul sito o blog dell’autore e della casa editrice, sia naturalmente su youtube. Si consiglia di creare video brevi, anche della durata pari ad uno spot pubblicitario, che siano accattivanti e possibilmente realizzati da professionisti.
Inoltre se pensiamo al libro come ad un qualsiasi altro prodotto, non dobbiamo dimenticare che oggi i consumatori tendono ad essere più consapevoli e a fare ricerche prima di acquistare. Il book trailer in questo caso può risultare molto utile.
Un esempio è il book trailer del libro Perché no di Cristina Zagaria, edito da Perdisa e realizzato dall’irriverente The Jackal:
Quando si tratta di un libro, magari di un buon libro, magari di un esordiente o comunque di uno scrittore che non gode ancora di una certa fama, l’importante è non distaccarsi dalla dimensione commerciale, considerandone soltanto il punto di vista artistico.
I libri, al pari di altri prodotti volgari, non si vendono da soli. Nemmeno i buoni libri. Occorre mettere in pratica delle strategie di marketing mirate e non lasciare niente al caso, evitando in particolare di farsi prendere dalla frenesia della pubblicazione a tutti i costi e nel più breve tempo possibile.