Il web 2.0 ha favorito il processo di democratizzazione della politica, agevolato la circolazione di idee ed opinioni, reso accessibile il confronto libero e diretto e la partecipazione più o meno attiva alla vita comunitaria, in misura largamente maggiore rispetto a quanto abbiano fatto prima le sedi di partito o i comizi di piazza.
La politica 2.0 è social e si fa network.
Diviene un mercato all’interno del quale la moneta di scambio è la comunicazione.
E così può capitare di vedere realizzato l’inimmaginabile: mobilitazione delle masse, mozioni di sfiducia popolare contro le classi dirigenti, insurrezioni e manifestazioni.
Il V-day di Beppe Grillo è l’esempio lampante della potenza di Internet nel fare campagna (anti)elettorale al di là degli spazi mediatici tradizionali.
Che sia marketing, politica, antipolitica, opinion making, strumentalizzazione, bagarre o reale presa di coscienza e di posizione poco importa di fronte ai numeri e al seguito di certe iniziative.
E di simili progetti ne nascono ogni giorno di nuovi, tra i circoli degli impegnati, tra le fila di collettivi o nel privato delle abitazioni della gente comune che quotidianamente si confronta e misura con i risultati concreti delle 'decisioni di palazzo'.
Come Rifiutiamoli! di cui abbiamo ricevuto segnalazione qualche giorno fa.
Rifiutiamoli! è una campagna che «da il via a nuove azioni di rifiuto e di dissenso simbolico verso questa classe politica.
È una chiamata all’azione rivolta alle Menti Creative di questo Paese. Una campagna di comunicazione “generata collettivamente” per dire basta a questa classe politica irresponsabile e fallimentare, che ancora una volta si ripropone al governo del nostro Paese.
È un movimento non violento e creativo, allegro ma determinato, che sfrutta le tecniche della comunicazione e del marketing per diffondere un messaggio di utilità sociale.
Rifiutiamoli! È un diritto e un dovere».
Il simbolo della campagna, una R con un punto esclamativo, è il simbolo che esprime un determinato rifiuto a partecipare passivamente alla farsa delle prossime elezioni.
Rifiutiamoli!,infatti, invinta a organizzare azioni di “guerrilla comunicativa”, per le strade e su Internet, utilizzando mezzi creativi e non-convenzionali (spazi urbani, catene di S. Antonio, video, ritocchi fotografici, mini siti Internet, leggende urbane, ecc.) con l’obiettivo di creare notiziabilità e portare la campagna sui mass media.
Il progetto è opera di una nuova classe creativa, apolitica, apartitica.
Un piccolo manipolo di operatori della comunicazione: creativi, designer, programmatori, artisti, manager, blogger, studenti, collaboratori a progetto, imprenditori di noi stessi. Tutti addetti alla produzione di valore immateriale e simbolico, cittadini italiani stanchi uniti dalla Rete.
Rifiutiamoli! non è politca, nè antipolitica ma un rifiuto creativo e consapevole.
La politica 2.0 non è una mappa.
È territorio.