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  • Il “maestro silenzioso” Ennio Morricone in 15 citazioni da cui trarre ispirazione

    È stato uno dei compositori più importanti dell'ultimo secolo e forse della storia della musica. Un uomo estremamente umile, serio, moderato, in grado di affascinare tutto il mondo con la sua musica e di lasciare qualche insegnamento

    14 Agosto 2020

    • Ennio Morricone era un uomo semplice, serio, umile, amato da tutti e specialmente da chi fa parte del mondo del cinema.
    • Ha collaborato con moltissimi e importanti registi a livello internazionale, arrivando anche a vincere due Oscar, di cui uno grazie a una sua colonna sonora. È stato uno dei compositori più importanti dell’ultimo secolo, e probabilmente della storia. 
    • Dietro alla fama si nascondeva un personaggio silenzioso, dal talento inestimabile, che preferiva stare vicino alla famiglia, vivendo con l’amata moglie nella sua Roma, invece che celebrare i successi e stare sotto i riflettori. 
      Il 6 luglio 2020, per un attimo, gran parte del mondo si è fermata alla notizia della morte di Ennio Morricone. È stata una reazione concorde, naturale, quasi incondizionata: se ne era andata una di quelle persone destinate a entrare nella leggenda, che si vorrebbe restassero con noi per sempre. Un compositore di colonne sonore a dir poco iconiche, ma anche autore di alcune tra le canzonette più famose (sua la firma dietro a canzoni celebri come “Se telefonando” o “Sapore di sale”), un artista in grado di riempire gli stadi di tutta Europa anche dopo oltre 50 anni di carriera. Vincitore di due premi Oscar, uno per la carriera, nel 2007, e uno per “The Hateful Eight” di Tarantino nel 2016. Morricone ha realizzato oltre 500 musiche per film e serie TV, e le onorificenze e i premi ricevuti compongono una lista lunghissima. Una carriera, quella del compositore romano, che ha influenzato pellicole di tantissimi registi e artisti del ‘900. Ha lavorato con Brian De Palma, Carlo Lizzani, Dario Argento, Don Siegel, Elio Petri, Ettore Scola, Franco Zeffirelli, Gillo Pontecorvo, Giuseppe Tornatore, Liliana Cavani, Marco Bellocchio, Oliver Stone, Pedro Almodovar, Pier Paolo Pasolini, Quentin Tarantino, Roland Joffé, Roman Polanski, Sergio Corbucci, Sergio Leone, Terrence Malick, e l’elenco potrebbe continuare. Dietro a un artista così “rumoroso”, però, si nascondeva un uomo molto silenzioso, semplice, discreto. Più volte ha dichiarato che la sua più grande sofferenza sarebbe quella di non lavorare. La costanza, la dedizione, e la passione per il suo lavoro, infatti, insieme all’amore per la sua famiglia, è ciò che ha contraddistinto maggiormente il maestro Morricone. Un artista estremamente curioso, alla ricerca di continui stimoli creativi per puntare all’eccellenza, che non smetteva mai di mettersi in discussione. Quando Tarantino, ad esempio, l’ha paragonato a Mozart, Beethoven, e Schubert durante la premiazione dei Golden Globe nel 2016, lui ha replicato:
    «Mi fa piacere, ma non siamo noi a doverci collocare. Sarà la storia a decidere. Perché arrivi il tempo giusto ci vogliono secoli.»

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    Ennio Morricone: la vita

    Ennio Morricone nasce a Roma il 10 novembre 1928, primo di 5 figli. All’età di 10 anni inizia a frequentare il Conservatorio di S. Cecilia della capitale, iniziando a suonare la tromba, strumento del padre, per poi dedicarsi allo studio della composizione nel 1944. Inizialmente quella di Morricone era una vita di sacrifici. Basti pensare al fatto che, nel corso della Seconda Guerra Mondiale, si guadagnava da vivere intrattenendo i tedeschi mentre occupavano la città. Dopo qualche mese era il turno degli americani, che lo pagavano in viveri e sigarette («Ma non fumavo: le rivendevo e tornavo a casa con i soldi»). A metà degli anni Cinquanta, Morricone inizia ad arrangiare musiche per il cinema. Sono gli stessi anni in cui sposa l’amore della sua vita, Maria Travia. Dopo la nascita del primo figlio Marco, viene assunto dalla Rai come assistente musicale. Si licenzia il primo giorno, continuando a collaborare solo come arrangiatore nei varietà televisivi. Un gesto di chi aveva capito di essere destinato a qualcosa di più grande. A inizio anni Sessanta nascono altri due figli, Alessandra e Andrea, insieme a una collaborazione destinata a segnare un’epoca, quella con Sergio Leone. Grazie alla cosiddetta “trilogia del dollaro” e al pluripremiato “C’era una volta in America“, il compositore romano aumenta notevolmente la sua fama. Nel frattempo, continua la sua intensa attività di arrangiatore per l’etichetta RCA, che però riduce sensibilmente dopo la nascita del quarto figlio, Giovanni. Nel 1966 ha fatto anche da giudice alla ventesima edizione del Festival di Cannes. Dagli anni successivi, si dedica quasi totalmente a creare musiche per il mondo del cinema, collaborando con importantissimi registi in tutto il mondo. La sua carriera è costellata da una serie infinita di riconoscimenti, tra cui 3 Grammy, 3 Golden Globe, 6 Bbafta, 10 David di Donatello, 11 Nastri d’Argento, 2 European film Award, 1 Leone d’Oro, 1 Polar Music Prize. Nel 1995, riceve anche l’onorificenza di Commendatore dell’Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana” dal Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. Negli ultimi 20 anni, poi, si è dedicato a una nuova vita artistica, salendo su importanti palcoscenici in tutta Europa come direttore d’orchestra. Il 2007 è l’anno dell’Oscar alla carriera, prima di quello per la colonna sonora di “The Hateful Eight” nel 2016. Ennio Morricone - Orchestra

    La musica di Morricone, entrata nella leggenda

    Ennio Morricone non è stato solo un compositore “a servizio” del mondo del cinema. Dietro alcune delle canzoni più famose di Edoardo Vianello, Gino Paoli, Luigi Tenco, Mina, c’era proprio lui. Nella musica di Morricone, infatti, si intravedono continuamente influenze “pop”, frutto della sua irrefrenabile curiosità e uno dei primi elementi per comprendere la grandezza del compositore. Per quanto riguarda il mondo del cinema e le colonne sonore, il suo atteggiamento è sempre stato quello del rifiuto della standardizzazione, della continua ricerca di nuovi stimoli e nuovi elementi in grado di alimentare il suo processo creativo. Nelle sue creazioni, infatti, si possono ritrovare jazz, rock, e altri generi musicali più comuni e frizzanti, insieme alla grande musica classica. Comporre musica, per Morricone, significava tantissimo studio e prendersi libertà di sperimentare. Come diceva lui stesso, d’altronde:
    «Essere originali diventa sempre più difficile.»
    Le musiche di Ennio Morricone sono musiche splendide, di enorme impatto, anche grazie all’uso di strumenti diversi dall’ordinario e della voce umana. Immediatamente riconoscibili, entrate nella leggenda, in grado di conferire una sorta di immortalità al suo grande compositore. 1. “La musica esige che prima si guardi dentro se stessi, poi che si esprima quanto elaborato nella partitura e nell’esecuzione.” 2. “Io penso che, quando fra cento, duecento anni, vorranno capire com’eravamo, è proprio grazie alla musica da film, che lo scopriranno.” 3. “La musica mi ha salvato da fame e guerra. Ma l’arte è puro talento, la sofferenza non c’entra.” 4. “[…] il mio modo di scrivere testimonia sempre l’esigenza di andare avanti lungo un percorso creativo.” 5. “La musica poi è intangibile, non ha sembianze, è come un sogno: esiste solo se viene eseguita, prende corpo nella mente di chi ascolta. Non è come la poesia, che non necessita di interpretazione perché le parole hanno un loro significato.” 6. “La musica può essere interpretata in vario modo. Una composizione per una scena di guerra può essere intesa anche come brano che accompagna una danza frenetica.” 7. “Uso spesso le stesse armonie della musica pop perché la complessità di quello che faccio si può ritrovare altrove.” 8. “Se si pensa a tutti i film a cui ho lavorato, si può capire come sono stato uno specialista nei western, storie d’amore, film politici, thriller, horror, e altro ancora. In altre parole, non sono uno specialista, perché ho fatto di tutto. Sono uno specialista nella musica.” 9. “Ci sono alcuni registi che hanno paura del possibile successo della musica. Hanno timore che l’audience o la critica penserà che il film ha funzionato perché c’era una bella colonna sonora.” Ennio Morricone - Pianoforte LEGGI ANCHE: L’uomo che ha creato l’impero Disney: Bob Iger in 15 citazioni

    L’umiltà, la serietà, la dedizione di uno dei compositori più grandi della storia

    La sua musica è diventata celebre in tutto il mondo, ma Morricone preferiva rimanere con i piedi per terra. Letteralmente: non compariva mai sul set durante le riprese. Le sue uniche eccezioni furono “C’era una volta il West”, “C’era una volta in America”, e “La leggenda del pianista sull’oceano”. In America ci andò poi nel 2007, quando ricevette l’Oscar alla carriera e stupì tutti con la sua genuinità.

    LEGGI ANCHE: La “Queen of All Media”: Oprah Winfrey in 15 citazioni Nonostante gli innumerevoli premi e riconoscimenti attribuitogli lungo la sua carriera, lui si è sempre concentrato sulla sua musica, la sua vera voce, disinteressandosi della fama. Non voleva celebrare nulla, preferiva vivere nella sua casa di Roma insieme alla moglie Maria e vicino al resto della sua famiglia. Ennio Morricone è sempre stato contraddistinto da grande semplicità e umiltà, unite però a una grande consapevolezza del suo talento e una grande fiducia nei propri mezzi. Un uomo metodico, serio, dai ritmi regolari, che nonostante di mestiere facesse musica se n’è andato silenziosamente, come era solito vivere le sue giornate. 10. “Nell’amore come nell’arte la costanza è tutto. Non so se esistano il colpo di fulmine, o l’intuizione soprannaturale. So che esistono la tenuta, la coerenza, la serietà, la durata.” 11. “Quando scrivo nessuno mi può aiutare, perché chi scrive ha qualcosa di personale da dire.” 12. “Io sono veramente commosso da questa serata, perché non mi aspettavo tutto questo. Chi scrive sta a casa a scrivere e poi va in studio a registrare. Non pensa a tutte queste cose, io non c’ho mai pensato. Tutte quelle cose belle che mi hanno detto, che ogni tanto pensano, vi ripeto, io non me le aspetto mai. Purtroppo sono talmente scettico sulle congratulazioni che mi fanno che penso soltanto se ho fatto il mio dovere […] 13. “Posso avere anche centomila persone alle spalle: non me ne accorgo. Sono troppo concentrato, sono solo. Solo fino agli applausi conclusivi. Allora tutto si scioglie. Il miracolo s’è ripetuto un’altra volta. E posso passare anch’io dalla parte del pubblico.” 14. “Tutti devono morire. Non mi fa particolarmente paura. Quello che davvero mi spaventa è che se me ne vado prima di mia moglie la lascerò da sola, e viceversa. L’ideale sarebbe morire insieme.” 15. “[…] C’è solo una ragione che mi spinge a salutare tutti così e ad avere un funerale in forma privata: non voglio disturbare. […]”