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  • È ufficiale: Spotify si quota in borsa con una IPO da 1 miliardo

    La quotazione diretta non prevede alcuna emissione di nuovi titoli per il gruppo che ha dichiarato 159 milioni di utenti attivi

    1 Marzo 2018

    Spotify è più vicina a Wall Street.

    Il più grande servizio di streaming musicale al Mondo ha presentato i documenti per quotarsi in borsa: nel dettaglio, ha fatto richiesta per una cosiddetta ‘quotazione diretta’  per vendere fino a 1 miliardo di dollari in titoli, presso la Securities and Exchange Commission, l’ente federale Usa  preposto alla vigilanza della borsa valori (la Consob americana).

    È quanto risulta dal modulo F1, il documento che deve essere depositato da privati stranieri presso l’autorità di borsa prima di poter effettuare una IPO (offerta pubblica iniziale) negli Stati Uniti. Sulla data della quotazione si parla di fine marzo, gli inizi di aprile.

    Spotify
    Daniel Ek, chief executive officer e co-founder di Spotify – Photographer: Akio Kon/Bloomberg

    In perdita di 1,24 miliardi

    L’F1 è interessante perché, con l’obiettivo di proteggere gli investitori, fornisce informazioni preziose sulla società, tra cui struttura aziendale, dati finanziari e del debito, imposte e molto altro. Dall’F1 emerge che nel 2017 la società co-fondata da Daniel Ek (AD) e basata in Svezia ha generato 4,09 miliardi di euro di ricavi, in rialzo dai 2,952 miliardi del 2016 e 1,940 miliardi del 2015.

    L’anno scorso ha chiuso però con una perdita di 1,24 miliardi di euro, più ampia di quella da 539 milioni del 2016 e di 230 milioni del 2015. Il gruppo ha dichiarato 159 milioni di utenti attivi al 31 dicembre 2017, di cui 71 milioni premium.

    Quotazione diretta

    In particolare la quotazione diretta non prevede alcuna emissione di nuovi titoli né il coinvolgimento di banche di investimento. Spotify ha spiegato la modalità scelta per sbarcare in borsa dicendo che “quotare titoli ordinari al Nyse senza underwriter è un metodo nuovo per iniziare le quotazioni”.

    Spotify non venderà le sue azioni al pubblico, ma la sua quotazione consisterà in una serie di transazioni da parte di azionisti esistenti (come dipendenti e investitori) che vendono appunto azioni ad altri investitori del mercato azionario.