Google ha appena ricevuto notifica da parte dell'UE di una multa record, da circa 2,4 miliardi di euro. Il motivo alla base della sanzione sarebbe la violazione delle regole sulla concorrenza attraverso una manipolazione consapevole dei risultati di ricerca, per favorire i propri servizi.
La decisione dell'Unione europea fa seguito ad una indagine durata circa sette anni sugli algoritmi di ricerca dell'azienda statunitense, che si è conclusa con una sentenza di "abuso di posizione dominante" da parte di Google, che avrebbe sistematicamente violato la legge antitrust, favorendo i propri servizi rispetto a quelli dei concorrenti attraverso i risultati di ricerca.
Google e la Commissione europea: le motivazioni della sanzione
La multa di oggi è la più alta della storia dell'UE e supera perfino quella di 1 miliardo stabilita per Intel nel 2009.
Sotto accusa in particolare Google Shopping, la funzionalità che consente di mettere a confronto i prezzi dei prodotti, che fa parte del motore di ricerca. Secondo l'UE Google avrebbe mostrato agli utenti i risultati di Google Shopping privando di fatto i concorrenti di un confronto dei prezzi e favorendo in questo modo i propri prodotti.
Per la sua posizione dominante in Europa, a Google non sarebbe dovuto essere concesso questo vantaggio.
La società dovrà quindi cambiare il modo in cui il suo algoritmo di ricerca classifica i siti web, al fine di "rispettare il semplice principio di una parità di trattamento tra i propri prodotti e quelli dei concorrenti".
Secondo le motivazioni della Commissione, da quando l’abuso di posizione dominante è iniziato, il traffico sul servizio di comparazione di prezzi di Google è cresciuto in modo esponenziale: di 45 volte nel Regno Unito, 35 volte in Germania, 29 in Olanda, 19 volte in Francia e 14 in Italia. Al tempo stesso, il traffico sui servizi dei concorrenti è crollato: fino al 92% in meno in Germania.
Le prove per giungere alla decisione sono state raccolte in un dossier contenente 1,7 miliardi di ricerche, analisi sull’incidenza della visibilità nei risultati, dati finanziari e un’inchiesta sul mercato dei clienti e dei concorrenti.
Google ha, naturalmente, respinto le accuse, spiegando di essere pronta ad esaminare nel dettaglio il dossier della Commissione e di prepararsi per un ricorso.
La società sta già fronteggiando in Europa anche altre due accuse: quelle sul software Android e quella per il servizio di pubblicità online AdSense.
La sanzione richiesta oggi dall'UE rischia di diventare ancora più salata se entro 90 giorni Alphabet non interverrà: la multa infatti potrebbe arrivare fino al 5% del fatturato quotidiano realizzato a livello mondiale da Alphabet, la società madre di Google.
La decisione della Commissione europea di oggi, insomma, mette seriamente a rischio il monopolio di Google in Europa.