
La tecnologia è alla base della nostra vita quotidiana e questa affermazione non è mai stata vera quanto nel periodo storico in cui ci troviamo; basti pensare ai più svariati ambiti di applicazione, dalla guida autonoma alla cosiddetta Industria 4.0 per arrivare ad un settore che ne è direttamente influenzato ma forse a volte non direttamente collegato: il marketing e l'advertising.
Oggi come oggi siamo abituati a pensare al marketing in senso digitale (social network, Web, etc.) ma non dimentichiamoci di quello che è il marketing “offline” che per forza di cose è direttamente ed inesorabilmente collegato. Non faremo differenza tra marketing B2B o B2C, ma parleremo dello scopo principale, e cioè creare nel consumatore la voglia e la curiosità dello scoprire un prodotto e quindi il contesto in cui poterlo utilizzare.
Il futuro del marketing è esperienziale (avete letto il pezzo "Retail e Digital Marketing, la coppia vincente nel mondo dello shopping"?): chiunque di noi faticherebbe a trovare la necessità di possedere un determinato oggetto (pensiamo a un paio di sneakers, o ad uno smartphone) senza poter immaginare il contesto di utilizzo. Se pensiamo all'advertising attuale, la maggior parte dei contenuti contestualizza un determinato prodotto in una situazione nella quale questo è fruibile o collocabile.
Come può quindi la tecnologia andare incontro agli esperti del settore? Lo scopriremo tra poco, ma tranquilli, non parleremo (ancora) di IoT :)
Il consumatore vuole percepire il prodotto nel modo maggiormente diretto possibile e vuole interpretarlo velocemente e direttamente, senza dover immaginare determinate caratteristiche: piuttosto vuole vederle. Ovviamente il modo migliore è "toccarlo con mano" ma non sempre questo è possibile. Attraverso la tecnologia, tuttavia, è possibile catturare l'attenzione del cliente.
Ma come?
Due scenari di Tech Advertising: Kino-mo vs Microsoft
A questo quesito hanno risposto due realtà completamente differenti: Kino-mo con Hypervision e Microsoft con le già conosciutissime HoloLens. Entrambe queste tecnologie, in modo molto diverso e con target estremamente differenti, puntano a un unico risultato: invogliare il consumatore a scoprire un prodotto rendendolo fruibile a livello visivo. Il prodotto può essere di qualsiasi tipologia e natura, il punto è che il consumatore lo viene a conoscere direttamente attraverso un’esperienza 3D (nel caso Hypervision non un vero e proprio ologramma ma una rappresentazione visiva 3D).
La tecnologia Kino-mo Hypervision è stata presentata al CES 2017 raccogliendo enormi consensi, sia in patria (la società ha sede a Londra) che all'estero, dove ad esempio in America è distribuita da Americhip.
Questa tecnologia consente di visualizzare prodotti 3D di piccole dimensioni attraverso una visualizzazione Full HD. Gli scopi sono i più disparati e vanno dalla comunicazione visiva ad alto impatto (si pensi a prodotti di lusso o comunque indossabili) per arrivare alle comunicazioni commerciali nei retail. Le applicazioni sono praticamente infinite, l'unico limite è l'immaginazione (stranamente, uno dei primi Brand ad utilizzare questa tecnologia è Aston Martin...). Questo tipo di comunicazione sicuramente efficace è già di per sé una attrazione, quindi potrebbe consentire di pubblicizzare anche prodotti con basso tasso di distribuzione, grazie solo alla tecnologia utilizzata per promuoverli.
Microsoft ha invece lanciato ormai da qualche tempo le HoloLens, un prodotto indossabile differente alla precedente tecnologia, che consente di visualizzare ed interagire con Ologrammi 3D che possono essere sovrapposti a contesti reali (si pensi ad un'auto, un edificio, etc.).
Tale tecnologia è sicuramente disruptive in quanto consente all'utilizzatore di interagire con l'ologramma e permetterà alle azienda e/o alle varie organizzazioni di creare esperienze utente fino ad ora inimmaginabili. Pensiamo ad esempio all'ambito culturale per i musei, all'ambito turistico (pensate di immergervi nella spiaggia tropicale appena prenotata per le tanto attese ferie), a quello automotive (chi di noi non vorrebbe vedere in 3D gli optional dell'auto appena acquistata nel caso in cui in concessionaria non fosse disponibile...), oppure, e sono solo esempi ma potremmo dilungarci per ore, nell'ambito architetturale.
Tutte queste realtà potranno quindi ripensare le proprie strategie non solo di marketing (vedi R&D) grazie all'utilizzo di questa tecnologia.
Abbiamo visto due tecnologie differenti ma con un unico scopo: cambiare le nostre abitudini nel percepire il marketing ed i prodotti/servizi. E voi Ninja? Cosa ne pensate?