Sabato notte, attraverso le Instagram stories degli amici, abbiamo visto in diretta Chiara Ferragni fidanzarsi ufficialmente con Fedez. I video hanno raggiunto in pochissimo tempo milioni di visualizzazioni e durante la giornata successiva non c'è stata piattaforma social dove non si è discusso della storia d'amore di dominio pubblico più bella dai tempi di Lady D.
Dopo la proposta di matrimonio da parte di Fedez, la notizia è stata pubblicata su diverse testate, proponendo fotogallery di rito. Questo è sembrato imperdonabile ai “lettori” italiani che hanno scatenato quella che in gergo tecnico chiameremmo una shit storm nei commenti alle testate, riempiendoli di citazioni a loro giudizio colte come celebri testi scientifici, sociologici e ricette. Il messaggio è chiaro: di Chiara Ferragni non ce ne frega niente.
Qual è la colpa di cui si sono macchiati i giornali e le riviste? Quella di scrivere un articolo di costume. Saranno tutti lettori molto impegnati, lettori dediti ad altro tipo di cronaca, gli italiani, che leggono in media un solo articolo a testa al giorno. Del resto era chiaro a tutti che con l’avvio della Penny Press negli anni ’30 del 800 il giornalismo era destinato al decadimento più profondo sotto il peso delle “tre esse”, soldi sesso e sangue.
Sovraesposizione mediatica
L’accusa rivolta alla blogger – guai a chiamarla influencer, influencer di che? – è la sovraesposizione mediatica.
Chiara Ferragni, la fashion blogger più seguita al mondo con quasi 9 milioni di follower, ha sempre pubblicato online (alcuni) dettagli della sua vita personale alimentando il suo personaggio pubblico digitale con elementi di racconto quotidiano: il jet, la cena con la sorella Valentina, la vacanza alle Hawaii. Chiara si comporta come tutti noi, raccontando sui social network la sua vita personale e postando – sempre come noi stessi facciamo – una media di 4 post al giorno per canale.
Se volessimo dunque ragionare in merito alla questione, sarebbe interessante interrogarsi sulla sovraesposizione mediatica di una generazione che fotografa il pranzo e guarda cosa ascolta la ragazza che gli piace su Spotify, che si fa fotografare da un amico intenta a lavorare e poi commenta in mezzo secondo. Quando è diventata così importante l’approvazione degli altri?
Matrimonio fake
Una seconda questione è, poi, la falsità della relazione con Fedez. Dopo aver considerato che passano davvero tanto tempo insieme per far finta di stare insieme – solo per fare tutte le Instagram stories ci vuole una media di 7 ore al giorno di vicinanza forzata – è bene riflettere sull’importanza di fare un passo indietro nel considerare la questione.
Sarà forse che quel crescente distaccamento dalla politica stia influenzando anche altri settori? Che la distanza percepita tra l’elettore e il politico sia, invece, un male dei nostri tempi e che stia crescendo una disaffezione tra noi e le very important people, politici o blogger che siano?
Forse, in un mondo che continua a spingere sul pedale dell’individualismo, il singolo è diventato così centrale da essere peccaminoso considerare che un altro possa essere più rilevante di noi?
Chiara è colpevole a prescindere
Del resto non è mai capitato che si creasse un dibattito tanto acceso e disgustato da una relazione che la si vuole costruita a tutti i costi. Non poteva essere costruita la relazione tra l’umile lady D e il principe d’Inghilterra. Non potrebbe essere falsa la relazione mediaticamente bellissima tra Macron e Brigitte? No, la prima non è costruita perché Lady D è perfetta per essere la principessa (fino a che non ha deciso di passare al lato oscuro), la seconda non è costruita perché chi vorrebbe sposarsi con una donna vecchia?
Chiara Ferragni è colpevole. Di essere donna, di essere bella e di essere ricca grazie alle velleità.
Fedez, che ha recentemente dichiarato in un’intervista di essere ben più ricco della futura consorte, è solo un uomo che le sta accanto. In un paese che attacca online Boldrini e Meloni, che deride Brigitte e regala vignette in prima pagina delle cosce di Boschi, Chiara Ferragni è colpevole.