Quest'articolo è stato scritto da Gianpaolo Lorusso, Web Marketing & Usability Professional e Docente del Master Online in eCommerce Management di Ninja Academy.
Quando ho organizzato il primo ADworld Experience nel 2012, c'era solo un grande player nel mondo PPC: Google AdWords.
Il logo dell'evento addirittura scimmiottava il loro (giusto per essere perfettamente chiaro per i potenziali partecipanti), e l’obiettivo principale al tempo era quello di migliorare le mie stesse capacità di gestione delle campagne scoprendo le best practice utilizzate con maggiore successo dai miei concorrenti più bravi.
Facebook stava ancora cercando disperatamente di trovare un modo per raggiungere la redditività con improbabili annunci intargettizzabili e a quel tempo non lo presi nemmeno in considerazione.
AdWords, almeno in Europa, non aveva concorrenti reali. E questo era un fatto.
Solo 3 anni dopo, nel 2015, la situazione era già radicalmente cambiata.
Lo spostamento progressivo da uno scenario dominato da AdWords ad un mercato pubblicitario online più aperto era già una realtà.
Facebook stava guadagnando posizioni con opzioni di targeting sempre più efficaci, insieme ad altre piattaforme pubblicitarie native.
Il Real Time Bidding era ormai una realtà consolidata in tutti i mercati online più avanzati del mondo (il 30% del mercato pubblicitario online in USA era su RTB).
Amazon aveva cancellato la propria piattaforma interna di annunci “AdWords Style” a favore dei prodotti sponsorizzati.
LinkedIn, Pinterest e Twitter avevano lanciato i propri programmi pubblicitari su scala globale.
Bing era ancora presente e guadagnava visibilità grazie al fortunato lancio di Windows 10.
Il paesaggio PPC nel mondo era radicalmente cambiato. Probabilmente per sempre.
Molte cose erano avvenute in soli 3 anni ed ho dovuto riconoscerlo. Anche il payoff della conferenza è cambiato dall'originale "casi di successo dei migliori inserzionisti AdWords" a "casi di successo dei migliori inserzionisti online" e nel 2017 lo abbiamo di nuovo cambiato in "Online advertising success stories".
I casi reali AdWords sono ancora uno dei punti di forza principali dell'evento, ma Facebook & altre piattaforme PPC più la Conversion Rate Optimization hanno guadagnato il loro meritato spazio nel programma.
Mi è capitato poco tempo fa di sentire Larry Kim (fondatore di Wordstream e uno dei professionisti PPC più conosciuti nel mondo) affermare in un conferenza che "la CRO è sostanzialmente inutile". A suo dire le cose realmente importanti per avere successo online oggi sono un marchio forte e un'offerta credibile e ben presentata. Sono completamente d'accordo sull’importanza del brand e dell'offerta, ma penso invece che la Conversion Rate Optimization sarà uno dei trend dominanti nel mondo PPC (e non solo) nei prossimi anni. Altrimenti perché lui avrebbe sentito la necessità di negarlo ?.
Io normalmente uso la "regola dei 6 mesi" per valutare le nuove tendenze nel web marketing. Se spunta fuori una cosa nuova e rimane viva ancora dopo 6 mesi, comincio a considerarla. Altrimenti ho solo risparmiato tempo.
Conversion Rate Optimization
La CRO ha attirato la mia attenzione per la prima volta nel 2015 ed ora è una realtà ormai consolidata con aziende ed eventi specializzati in tutti i mercati più avanzati.
Di fatto questa è un'evoluzione normale in un mondo PPC a più piattaforme, visto che può influire direttamente sui ricavi di tutti i canali pubblicitari.
Lo abbiamo visto accadere più volte nel nostro settore. Bisogna adattarsi (migliorare le tue conoscenze) o si è destinati a soccombere!
Se stai facendo SEO o PPC oggi senza conoscere almeno le basi dell’usabilità e della CRO, avrai serie difficoltà a realizzare i tuoi obiettivi nei prossimi anni. Puoi scommetterci.
Ecco perché nel programma di quest’anno di ADworld Experience ho aggiunto un intera sessione di seminari avanzati sulla CRO e vari casi reali, ed ho scelto 5 top specialist come John Ekman (fondatore di una delle prime aziende CRO europee e di Conversion Jam, il più grande evento CRO del mondo), Karl Gilis & Els Aerts (AGConsult), Dave Walker (Segmatic) e Rossella Cenini (la "regina" della CRO italiana).
È anche per questo che mi sorprendo molto quando sento specialisti di Search Engine Marketing (inclusi i SEO) considerare l'ottimizzazione dei tassi di conversione come un settore separato (e facoltativo). Anche se posso comprendere perfettamente quanto sia difficile e faticoso specializzarsi in un settore che richiede tutto un insieme di nuove competenze non facilissime da acquisire.
E tu cosa ne pensi? CRO, PPC e SEO dovrebbero continuare ad essere considerate come mondi separati o come parti integranti dello stesso processo? In altre parole, credi nell'iper-specializzazione o in un approccio più olistico?