Come sta cambiando il mondo del banking grazie alla digital transformation? In che modo l'innovazione sta impattando sul settore? Quali sono le novità del fintech che coinvolgono gli utenti?
Negli ultimi anni il mondo bancario è stato sottoposto a un enorme cambiamento, anche grazie all'avanzamento delle nuove tecnologie. A partire dai pagamenti fino alle possibilità assicurative, il banking si è trasformato in modo quasi naturale sotto i nsotri occhi.
Per ripercorrere alcune delle tappe di questo cambiamento digitale e scoprire cosa ci riserva il futuro, in occasione del Ninja Camp di Scilla abbiamo rivolto alcune domande a Stefano Azzalin, responsabile di SellaLab, che ci ha spiegato come al centro di tutto, oggi, ci sia l'utente, cioè tutti noi.
In che modo l'internet of things sta cambiando il mondo dei pagamenti?
L’internet of things sta modificando il mondo dei pagamenti attraverso la chiave della semplificazione. L’aspetto più bello, per chi lavora in questo settore, è vedere come l’innovazione portata dalle tecnologie che si basano sul soluzioni IoT vadano completamente a migliorare l’esperienza utente, in modo del tutto trasparente.
Potenzialmente non c’è limite, e ha l’opportunità di cambiare davvero le nostre vite e il nostro lavoro.
Possiamo andare dalle più banali, seppur interessanti, interazioni tra gli ATM e i nostri smartphone per un’esperienza più immediata nonché più sicura, alla gestione assicurativa delle nostre auto se siamo disposti a concedere alle assicurazioni accesso ai dati (posizione, velocità, comportamento, manutenzione, etc…) del nostro veicolo o, pensiamo anche, all’assicurazione casa per chi utilizza servizi come Airbnb.
Ma un altro dei mondi che sta venendo impattato dall’IoT è il mondo del retail: pensate a quanto tempo buttiamo via ogni giorno nel fare la coda alla cassa del bar, del supermercato, di un negozio… non sarebbe bello poter uscire semplicemente dal negozio con i prodotti che vogliamo o che abbiamo consumato e vederci automaticamente addebitare la carta di credito? Bene. Tutto questo è reale e possibile, sebbene soluzioni simili non siano ancora diffuse su larga scala, esistono già.
E siamo solo all’inizio, è un lavoro continuo volto a rendere sempre più automatico e invisibile l’azione stessa del pagamento.
Tra gli Advisor di SellaLab anche David Orban. Presto avremo tutti un chip sottopelle per i nostri pagamenti o l'innovazione va in un'altra direzione?
Sì, è vero, David si è fatto impiantare un chip sottopelle, nel quale custodisce la chiave del suo portafogli bitcoin e, com’è naturale che sia, altri dati che per lui sono di estrema importanza.
Non crediamo però che avremo necessariamente tutti chip sottopelle e, sebbene l'evoluzione della robotica e dell’intelligenza artificiale aprano strade affascinanti, al contempo la tecnologia dei pagamenti corre veloce ed è quindi difficile immaginare un futuro così esponenziale.
Come dicevamo prima l’innovazione in questo settore guarda completamente all’utente finale: chiedere a milioni di utenti di installarsi un chip sottopelle è un attimo invasivo. Semplificare invece la vita agli utenti che desiderano acquistare un bene o un servizio è la direzione verso cui tutti stiamo guardiamo. È avvenuto negli anni '50 con la nascita delle carte di credito che hanno permesso a tutti di non dover necessariamente avere contati con sé, è avvenuto nuovamente con il telepass, con i pagamenti on line, con i wallet, con i pagamenti mobile… I pagamenti, o meglio ancora le transazioni di pagamento, saranno un qualcosa di sempre più “invisibile” e automatico: sia lato persona fisica sia lato azienda.
La gestione del pagamento, dalla coda alla cassa al pagamento tra aziende, ha un costo: tempo e risorse. La sfida è portare questo tempo a zero così da poterlo restituire alle persone e liberare le risorse perché possano dedicarsi a qualcosa di più utile.
Ed è qui che le nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale vengono in nostro aiuto. Quindi in un futuro non troppo lontano è presumibile che non dovremo più avere il pensiero di dover preoccuparci di pagare, perché un qualche sistema l’avrà già fatto al posto nostro.
A che punto sono le startup del FinTech in Italia? Ci sono già realtà interessanti e pronte per i mercati internazionali?
In Italia il panorama fintech è decisamente in fermento, numericamente ancora piccolo, con pochi grandi nomi e investimenti ancora contenuti. Secondo i dati del Registro delle Imprese, abbiamo circa 6880 startup innovative di cui circa 150 sono identificabili come appartenenti al settore fintech.
Oggi le banche devono necessariamente guardare con interesse a questo mercato perché è sotto gli occhi di tutti che giorno dopo giorno le startup competono sempre di più con le banche andando ad occupare diversi settori: dal credito, ai pagamenti, ai prestiti.
Ciò può o intimorire o, da un altro punto di vista, può entusiasmare perché tutto ciò porta un’enorme evoluzione nel settore e apre, al contempo, enormi opportunità di collaborazione tra giovani e promettenti startup fintech e il settore bancario. Se a questo aggiungiamo le novità introdotte dalla PSD2 che vedono le banche come soggetti abilitanti di terze parti (ovvero le startup fintech) è impossibile non vedere che positivamente questo cambiamento.
Quindi oggi, sì, ci sono startup fintech italiane particolarmente interessanti che stanno scalando a livello internazionale che hanno aggredito settori quali gli investimenti o i pagamenti, ma ciò che ci auguriamo è di venderne nascere sempre di più.
Oltre a una possibilità di accelerazione con SellaLab, Banca Sella offre anche tanti servizi per il banking, il credito e i pagamenti e incassi digitali. Anche in questo settore la personalizzazione in relazione al cliente è diventata essenziale?
Sì, storicamente il Gruppo Banca Sella ha sempre messo il cliente al centro, molto prima che il concetto di User Center Design venisse anche solo immaginato.
Ogni giorno pensiamo e costruiamo i servizi pensando alle necessità degli utenti: è stato così quando abbiamo introdotto in Italia l’eCommerce o il trading on line, e poi abbiamo migliorato le nostre tecnologie ascoltando i feedback dei clienti.
Oggi parlare di personalizzazione significa parlare da una parte di relazione e dall’altra di tecnologia. Non a caso ad esempio abbiamo lanciato sul mercato l’offerta Up2Start che unisce questi due aspetti: si tratta di una sorta di “cassetta degli attrezzi” per le startup completa di tutto l’occorrente necessario per sviluppare la propria idea. Dal conto corrente, quindi, ai sistemi di pagamento più evoluti, dall’accesso ai finanziamenti dedicati ad, appunto, la consulenza fornita da esperti del settore.
E questo servizio è altamente personalizzabile, secondo le esigenze di ciascuno, perché si può scegliere tra un offerta iniziale che possiamo definire “di base”, che comprende anche la consulenza, fino a servizi più evoluti compreso un percorso di accelerazione in SellaLab, che per le startup vuol dire avere accesso alla rete di contatti di Banca Sella nel mondo startup; questo significa metterli in contatto con incubatori, università e centri di ricerca, con altri imprenditori interessati al tema dell’innovazione, ma anche con potenziali investitori.
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Corporate Program, Open District, tanti progetti dedicati a giovani e attori del settore che vogliano portare cambiamento. Quali sono i valori fondamentali per fare innovazione nell'ambito bancario e finanziario?
Crediamo che i valori imprescindibili siano sempre il rispetto dei valori etici nonché quelli del rispetto delle regole e di una sana e prudente gestione. Crediamo che l’innovazione debba sempre tutelare e salvaguardare gli interessi dei clienti, solo il valore prodotto da questa innovazione va a vantaggio di tutti possiamo parlare di reale innovazione.
Oggi, a questi valori imprescindibili, dobbiamo necessariamente aggiungere elementi quali l’apertura, l’interoperabilità e la sostenibilità: sono questi valori che emergono chiaramente anche solo guardando come il mercato mondiale sta evolvendo. Pensiamo ad esempio ai big di internet, a come sono stati capaci di innovare producendo valore per il mondo intero (dalla ricerca, agli acquisti on line, ai trasporti, etc…).
Il mercato oggi ci richiede di essere aperti sia tecnologicamente che al confronto, di costruire con il mercato stesso, di contribuire alla crescita.
Sicuramente, nell’immaginario comune il settore bancario è un qualcosa di chiuso nel senso più ampio del termine, eppure in questi ultimi tempi è forse uno di quei settori che più incarna il reale senso di apertura. E noi siamo felici di poter contribuire a questa evoluzione e a supportare quelle imprese che vogliono innovare questo settore: questo è il senso con cui sono nati progetti quali il Fintech District, le API di Banking Gateway, prodotti come Up2Start o il nostro stesso acceleratore fintech SellaLab.