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Come twitta Trump: 10 spunti di riflessione

Il format dei tweet dell'uomo più potente del mondo: un tone of voice radicalmente diverso rispetto al suo predecessore, ma non solo

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Isabella Borrelli 

Editor

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Pubblicato il 16/01/2017

Senza dubbio Twitter è la voce cinguettante dei potenti d'America. E se Obama ci ha fatto innamorare con i baci con Michelle e tweet colmi d'ispirazione e senso dell'umorismo, Trump ha uno stile decisamente diverso. Non vi stiamo parlando dei contenuti - un argomento troppo vasto per un semplice articolo - ma del format che definisce l'account Twitter del nuovo presidente USA, quello che ci piacerebbe definire come tone of voice di Donald Trump. Una voce forte, coinvolgente e decisamente social.

In un mondo dove le distanze, incolmabili, tra governi e governati sono fintamente accorciate dai social, Twitter è diventato il nuovo pulpito dei comizi. Questo è vero soprattutto per l'America, dove il social network ha avuto una diffusione più capillare e dove gli utenti hanno anche compreso più profondamente il patto con lo user che sottende il cinguettio: orizzontalità e reciprocità. In un mondo (politico) sempre più complesso, dove mezzi tradizionali e nuovi sono fusi in piani di comunicazione sempre più stratificati, il tone of voice contribuisce a definire il carattere di un leader.

Staff or not? This is the question

La prima domanda che c si pone è: quanto di quello che appare sull'account di Donald Trump è scritto da lui stesso e quanto è frutto dello staff? La domanda è particolarmente pertinente soprattutto se inquadriamo l'uso dei social network all'interno di forze politiche a carattere populista che modellano il loro stile dialettico sulla disintermediazione e l'autenticità.

Da un'analisi effettuata riguardo i device dai quali partono i tweet di Trump emerge che il 69% dei tweet proviene da un sistema Android, mentre il 27% da un iOS. Senza entrare nei dettagli del maniaco, Trump ha uno smartphone Android, al contrario l'iPhone in questione è del suo staff: a confermare quest'ipotesi - che può sembrare ai limiti di Sherlock - può essere un secondo dato e cioè che a quel 27% corrispondono i tweet più impersonali del profilo del Presidente con link e news. Il quel 69% invece non sono presenti mai ne link ne foto, ma solo testo e sempre di carattere personale, emotivo e dal contenuto molto forte. Così forte, che nessun collaboratore vorrebbe mai avere la responsabilità di menzionare direttamente Vladimir Putin dal profilo del Presidente degli Stati Uniti d'America.

'Trump Helps Lift Small Business Confidence to 12-Yr. High'https://t.co/MhbABREhztpic.twitter.com/CWAvJ4fRdx

— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) January 10, 2017

Good news is no news

Questa è una legge antica e nello stile di twitting di Trump è particolarmente vero: il 61% dei tweet ha un sentiment negativo. Trump ha uno stile molto forte e aggressivo, attacca direttamente i propri nemici, risponde alla critiche e pone al centro della propria strategia di comunicazione una posizione molto forte su questioni verso cui è contrario, come politiche economiche aziendali poco protezioniste e immigrazione.

Meryl Streep, one of the most over-rated actresses in Hollywood, doesn't know me but attacked last night at the Golden Globes. She is a..... — Donald J. Trump (@realDonaldTrump) January 9, 2017

Toyota Motor said will build a new plant in Baja, Mexico, to build Corolla cars for U.S. NO WAY! Build plant in U.S. or pay big border tax.

— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) January 5, 2017

Emotional framing

Ogni strategia di comunicazione può reggersi solo sul contenuto. A fare la differenza in una strategia comunicativa è la capacità di raccontare una storia, la propria storia, e di essere in grado di tradurla in maniera coerente e coinvolgente attraverao i social. E tutte le migliori storie hanno alle loro basi delle emozioni, perché sono le emozioni ad accumunare un imprenditore miliardario in politica a un operatore di un call center in Missouri.

Trump mette sempre bene in chiaro quali sono le sue emozioni su determinati argomenti e lo fa, puntualmente attraverso una concisa esclamazione che identifica in una manciata di caratteri la sua posizione politica che viene tradotta, ad uso dell'(e)lettore sotto forma di stati d'animo. L'autentico, il vero, il sincero Donald non è contrario a posti di lavoro in Messico, ma è triste per i mancati posti di lavoro in USA. Too bad!

Just tried watching Saturday Night Live - unwatchable! Totally biased, not funny and the Baldwin impersonation just can't get any worse. Sad — Donald J. Trump (@realDonaldTrump) December 4, 2016

Bus crash in Tennessee so sad & so terrible. Condolences to all family members and loved ones. These beautiful children will be remembered!

— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) November 23, 2016

The ONLY bad thing about winning the Presidency is that I did not have the time to go through a long but winning trial on Trump U. Too bad!

— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) November 19, 2016

James Clapper called me yesterday to denounce the false and fictitious report that was illegally circulated. Made up, phony facts.Too bad! — Donald J. Trump (@realDonaldTrump) January 12, 2017

Ehi, twitta come parli

Per il copy di un tweet si avvicina per toni, modi e struttura grammaticale molto più alla forma parlata che alla forma scritta delle lingue. Per Trump questo è particolarmente vero, perché la costruzione testuale e la struttura di significati è molto vicina al parlato. L'uso della punteggiatura è molto forte (i punti esclamativi sono un elemento fondamentale di ogni tweet), le esclamazioni sono normalmente strutture grammaticali assolutamente vietate - o di uso comunque parco - in un testo scritto istituzionale. Questo avviene perché Trump non sta veramente scrivendo ai suoi elettori, lui gli sta parlando, con forza e in maniera diretta. Appunto, apparentemente disintermediata.

...time for Republicans & Democrats to get together and come up with a healthcare plan that really works - much less expensive & FAR BETTER!

— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) January 5, 2017

Julian Assange said "a 14 year old could have hacked Podesta" - why was DNC so careless? Also said Russians did not give him the info! — Donald J. Trump (@realDonaldTrump) January 4, 2017

 

Sto parlando a @te!

Donald Trump certamente non "le manda a dire", cioè non teme di taggare direttamente i suoi interlocutori, e soprattutto i suoi "nemici". Ovviamente non mi riferisco a persone comuni, ma a stakeholder e influencer. Li attacca in maniera diretta e molto forte, senza mezzi termini ne formule politicamente corrette. In altre parole Trump pone al centro dell'attenzione mediatica i suoi oppositori per poi lanciarli nell'arena in pasto ai suoi sostenitori, quasi 20 milioni di follower pronti a intasare qualsiasi account Twitter. Anche quello di Vanity Fair.

Has anyone looked at the really poor numbers of @VanityFair Magazine. Way down, big trouble, dead! Graydon Carter, no talent, will be out!

— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) December 15, 2016

Reports by @CNN that I will be working on The Apprentice during my Presidency, even part time, are ridiculous & untrue - FAKE NEWS!

— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) December 10, 2016

NO WAY!

Il caps lock è bandito dalla netiquette, perché nel mondo della tastiera è come urlare. Donald Trump non bada molto al bon ton perché lui è autentico, lui si arrabbia davvero, ha davvero a cuore le questioni di politica interna. La perentorietà delle sue affermazioni è avvalorata da un caldo uso del caps lock per sottolineare - proprio come si fa nella lingua parlata alzando la voce o scandendo le parole - una parola chiave o un concetto fondamentale. La reazione dei lettori? Quando Trump urla, i suoi follower vanno in visibilio: l'engagement triplica all'istante.

I win an election easily, a great "movement" is verified, and crooked opponents try to belittle our victory with FAKE NEWS. A sorry state! — Donald J. Trump (@realDonaldTrump) January 11, 2017

Russia has never tried to use leverage over me. I HAVE NOTHING TO DO WITH RUSSIA - NO DEALS, NO LOANS, NO NOTHING!

— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) January 11, 2017

FAKE NEWS - A TOTAL POLITICAL WITCH HUNT! — Donald J. Trump (@realDonaldTrump) January 11, 2017

I am writing right now

Riallacciandoci al discorso precedente riguardo l'estrema vicinanza dei testi di Twitter alla lingua parlata - soprattutto nel caso del Presidente U.S.A. - è interessante notare l'uso del present continuous. In altre parole la metà dei tempi verbali utilizzati da Trump raccontano un'azione che si sta svolgendo esattamente in quel momento, mentre scrive. Si tratta di un altro potente mezzo comunicativo per trasmettere l'immediatezza e la "pseudo" disintermediazione della comunicazione.

Seguire Donald Trump vuol dire sapere right now cosa sta facendo e cosa sta pensando il Presidente degli Stati Uniti.

Monitoring the terrible situation in Florida. Just spoke to Governor Scott. Thoughts and prayers for all. Stay safe!

— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) January 6, 2017

I am asking the chairs of the House and Senate committees to investigate top secret intelligence shared with NBC prior to me seeing it. — Donald J. Trump (@realDonaldTrump) January 6, 2017

 

Il cinguettio della porta a fianco

Il linguaggio di Trump oltre che assimilabile alla lingua parlata è anche estremamente semplice. Tempi verbali tra i più usati, parole familiari lontane dal gergo politichese, frasi brevi e semplici. Donald Trump twitta come twittiamo noi, o meglio, la media di noi. Mediamente istruita, mediamente informata, capace di farsi capire da tutti dall'operaio al manager.

The "Unaffordable" Care Act will soon be history!

— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) January 13, 2017

Rupert Murdoch is a great guy who likes me much better as a very successful candidate than he ever did as a very successful developer! — Donald J. Trump (@realDonaldTrump) January 9, 2017

Numeri e avverbi: combinazione perfetta

In uno stile così smart e prêt-à-porter è importante dare valore alle proprie affermazioni. Un peso non solo in termini di tono, ma anche un peso per così dire scientifico. L'importante incarico di trasmettere la veridicità e anche l'urgenza dei messaggi di Trump è affidata ai numeri e agli avverbi. I numeri sono molto utilizzati e lo sono, nella maggior parte dei casi, per comunicare un elemento negativo: le spese della campagna elettorale di Hillary Clinton, i dati sull'immigrazione, la percentuale di disoccupazione durante il governo Obama.

Allo stesso modo gli avverbi, che apparentemente contraddicono lo stile semplice del leader, sono una "concessione" derivante da uno stile oratorio forte e coinvolgente. Sono usati soprattutto avverbi di qualità e di quantità per rimandare la sfumatura di colore delle azioni descritte e la loro drammaticità.

Intelligence stated very strongly there was absolutely no evidence that hacking affected the election results. Voting machines not touched!

— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) January 7, 2017

like the 116% hike in Arizona. Also, deductibles are so high that it is practically useless. Don't let the Schumer clowns out of this web...

— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) January 4, 2017

Chicago murder rate is record setting - 4,331 shooting victims with 762 murders in 2016. If Mayor can't do it he must ask for Federal help!

— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) January 2, 2017

 

Il palco di Twitter e i follower spettatori

Questo articolo vuole offrire alcuni spunti di riflessione sullo stile del nuovo Presidente U.S.A, uno stile immediato, direttoe  forte. Uno stile che è impossibile lasci indifferenti e mostra tutta la forza populista di questo leader. Un leader che, però, non vuole comunicarsi nè come l'uomo qualunque, nè come il presidente della porta accanto.

Donald Trump è un miliardario e le sue foto di famiglia non smettono mai di raccontare il lusso oversize della sua casa, così come l'abbigliamento della sua first lady è ben lontano da quello Michelle Obama. Trump non è come i suoi elettori, è quello che i suoi elettori vorrebbero essere. Allo stesso modo il suo modo diretto di twittare non è uno scambio multidirezionale con chi legge: Trump è sul pulpito 3.0, in un costante comizio con le folle.

Scritto da

Isabella Borrelli 

Editor

Digital strategist, attivista per la parità di genere e LGBT+. Sono esperta a livello agonistico nel riempire i carrelli dello shopping online e nella gestione strategica del… continua

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