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Cosa si aspettano davvero i clienti dalle campagne pubblicitarie dei brand sui social media? Cosa spegne o accende il loro interesse? Quali sono i comportamenti che maggiormente li infastidiscono?
La piattaforma Sprout Social ha recentemente condotto un sondaggio, su un campione di circa 1.000 persone, per scoprire cosa pensano gli utenti dei contenuti di marca sui social media e delle campagne pubblicitarie.
Nonostante il campione non molto ampio, dalla ricerca sono emersi dati e tendenze interessanti di cui ogni azienda che intenda massimizzare i propri risultati sui social media dovrebbe tener conto. Vediamo i principali.
Innanzitutto, gli utenti hanno dichiarato che il comportamento più fastidioso dei brand sui social media è l'eccesso di promozione.
I social media non sono - e non vengono percepiti - come piattaforme di trasmissione ma media "conversazionali" che orientano verso un'interazione uno-ad-uno, piuttosto che luoghi dove gli annunci pubblicitari saltano fuori ad ogni angolo. Insomma, non è possibile - e non è gradito - ignorare l'elemento social.
Nel tentativo di entrare in contatto con il sempre più sfuggente Millennial market, alcuni esagerano. Bisogna scegliere uno stile di comunicazione che sia in linea sia con il marchio che con il proprio pubblico.
Se il profilo di un'azienda è tempestato da retweet, messaggi generati automaticamente e citazioni, come si può pretendere che il pubblico sia "catturato" dal marchio? E' importante definire la mission e lo scopo del proprio brand prima di costruire una social media strategy.
Esattamente come utilizzare un gergo particolare, anche voler divertire il pubblico a tutti i costi infastidisce gli utenti. La sperimentazione è senz'altro importante, ma lo è altrettanto capire quando si sta uscendo fuori traccia per non rischiare di esagerare in negativo.
Nonostante la maggior parte degli utenti segua i vari brand attraverso i social media semplicemente per vedere i contenuti che essi propongono, non ricevere risposta ad un messaggio è indubbiamente una delle cose che infastidisce i potenziali clienti.
Un dato importante è quello che riguarda le informazioni non rilevanti. Certamente, essere attivi sui social media è necessario ma ogni messaggio deve essere in linea con il contesto: concentrarsi su contenuti percepiti dall'audience come non utili può rivelarsi, nel medio periodo, un minus difficilmente arginabile.
Parallelamente all'indagine su un aspetto più "negativo", Sprout Social ha anche chiesto agli utenti quali siano i motivi che spingono a seguire un brand sui social media.
La maggior parte di essi ha risposto, semplicemente, di amare quel prodotto o quel servizio.
Oltre al fattore più "empatico", le persone seguono i brand anche per rimanere aggiornate sulle promozioni o gli incentivi oppure, semplicemente, per essere intrattenute. Anche se questo tipo di follower può sembrare inutile, non è affatto così: un follower infatti, se ben coinvolto, può trasformarsi in un cliente. Non è un caso, infatti, che Sprout Social abbia evidenziato come ben il 75% degli utenti ha acquistato un prodotto perché lo ha visto sui social media.
Così come non è un caso che la maggior parte delle persone sia più propensa ad acquistare un marchio che segue sui social: un po' come dire che si compra più volentieri da chi si conosce già.
Il Social Media Marketing è diventato un elemento chiave, quasi un passaggio obbligato, all'interno del processo di relazione con l'utente. L'attività tramite social media rafforza la reputazione del proprio brand e, se utilizzata in maniera efficace, la migliora.
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