Lisbona Web Summit 2016, i numeri di un successo: oltre 53mila persone da 166 Paesi diversi, 1.490 startup, 1.300 investitori, 17 palchi con i protagonisti del mondo digitale.
Nel settembre 2015 il co-fondatore e CEO di Web Summit Paddy Cosgrave aveva annunciato che l'evento si sarebbe tenuto a Lisbona per tre edizioni consecutive dal 2016 al 2018, ma probabilmente neanche il buon Paddy aveva pensato ad un successo del genere.
L'evento di tre giorni tenutosi dal 07 al 10 Novembre presso il Pavilhão Atlantico, sito di Expo '98, ha ospitato più di 600 relatori: tra cui John Chambers di Cisco Systems, Mike Schroepfer - CTO di Facebook - il fondatore di Twitter Jack Dorsey e quello di Tesla Elon Musk.
Ma hanno partecipato anche personaggi di rilievo provenienti da ambiti completamente diversi da quello Tech&Digital, come l’ex calciatore Rio Ferdinand, l’attore e regista Joseph Gordon Levitt fondatore di HitREcord, molti rappresentanti del mondo No Profit e ovviamente del mondo delle istituzioni come il Presidente portoghese Marcelo Rebelo de Sousa ed il Primo Ministro Antonio Costa.
I temi caldi all’ordine del giorno sono stati quelli più attesi e anche quelli più mainstream: i possibili utilizzi della blockchain, i problemi connessi con il progresso dei Bot e dell’Intelligenza Artificiale, presentazioni su piattaforme di deep learning molto verticali soprattutto in contesti video.
Se da un punto di vista commerciale è stato sicuramente un grande e innegabile successo, proviamo ad analizzare la situazione da un punto di vista della “sostenibilità umana”.
Il livello 0, la zona della fiera con vista sul Ponte di Magellano, era la zona dedicata alle startup.
Tre settori: Start, Alpha e Beta, a seconda del grado di maturazione in relazione ai round di finanziamento ricevuti, 1.500 euro per un piccolo stand di due metri.
“Non so fino a che punto il Web Summit sia uno strumento utile per le startup. Se fossi un imprenditore non so quanto punterei su questo evento come strumento per farmi conoscere. Le startup sono troppe, c’è troppa gente ed è difficile attrarre l’attenzione” - dichiara Lorenzo Franchini, Senior Advisor di LVenture Group.
Sicuramente è un dato rilevantissimo il fatto che le startup che si sono messe in mostra nell’edizione precedente del Web Summit hanno raccolto complessivamente centinaia di milioni di euro di finanziamenti, ma la sensazione dal mio punto di vista è che si stia stressando troppo un modello che converge verso 2 mantra che potrebbero risultare distorcenti se un entrepreneur ragiona in termini di creazione di valore.
Questi 2 mantra sono: la Exit a tutti i costi e il concetto che “The Winner takes it All”.
L'importanza del Network tra startup all'interno di un Web Summit
Incentivando di più il valore del network tra aziende startup anche operanti nello stesso segmento, ci sarebbero vantaggi anche per noi intesi come utenti finali e il paradigma dell’Open Innovation non sarebbe tendente sempre verso i Big Player ma sarebbe a beneficio di tutti.
Se è vero che Lisbona si è attivata molto rapidamente (e noi in Italia avremmo sicuramente potuto fare almeno una “OPA” per portare il Web Summit in casa nostra) è anche vero che ha sostituito il folk irlandese con il fado, la Guinness con il Vino dolce, ma il format è rimasto quello rutilante e tritacarne delle precedenti edizioni.
Visto che il claim del Web Summit 2016 recita che “Questa non è la nuova Silicon Valley. Questo è il Portogallo” sarebbe auspicabile che il modello venga contaminato positivamente anche da contributi culturali Sud-europei e non una semplice importazione di un modello validato altrove con i suoi bellissimi e innovativi PRO, ma anche con una serie di CONTRO che possono essere migliorati soprattutto in una fase iniziale quando le radici della reiterazione ancora non si sono ossificate.
La cultura startupper se non è disruptive, non è.
P.S. io l'anno prossimo il biglietto per Lisbona me lo compro, resto ottimista.