Pochi giorni fa si è tenuto a Milano l'IF! Italians Festival, evento dedicato ai professionisti della pubblicità e della comunicazione. Tra i suoi illustri ospiti c'era lo scrittore di fantascienza e guru del web Bruce Sterling.
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Sterling, che ha partecipato al Festival grazie alla partnership con la boutique creativa Souldesigner™, ha bisogno di ben poche presentazioni. Con le sue opere ha contribuito a definire il filone del cyberpunk, collabora con testate internazionali e italiane come Wired, Discover, Architectural Record, The Atlantic, La Repubblica XL e La Stampa; è docente presso la European Graduate School ed esperto di futurologia, disciplina a cavallo tra arte e scienza che utilizza strumenti razionali per ipotizzare "futuri possibili" in campo tecnologico, politico e sociale.
In collaborazione con la nostra Content Manager Nunzia Falco Simeone, abbiamo intervistato Bruce Sterling proprio a proposito di questi temi.
L’arte ha il compito sociale unico di porre domande e innescare il dialogo su temi importanti. Come si immagina un presente nel quale il cyberpunk e il suo impatto politico e culturale non sono mai esistiti?
Non ci sarebbero ovviamente punk e l’industria cyber, non avremmo i bohémien degli anni '70, avremmo una base industriale totalmente differente, probabilmente analogica. Credo sarebbe come i primi anni '60, con un sacco di grandi automobili, televisori a tubo catodico e molta conformità sociale. Potrebbe essere un presente più prospero di quello attuale, in un certo senso, ma sarebbe più sporco; ci sarebbero un sacco di sforzi per la corsa allo Spazio e l’aviazione sarebbe una tecnologia molto potente.
Fonte: Pagina Ufficiale Facebook IF! Italians Festival
Liberarsi dei bohémiens è piuttosto difficile: hanno cambiato il loro nome molte volte, ma c'è sempre questa fetta della popolazione disaffezionata; sarebbero forse più affini alla beat generation che non dei punk; non sarebbero interessati alla tecnologia, sarebbero disaffezionati rispetti ai temi del ritorno alla terra, sarebbero dei woodstokiani, dei tipi “anti-vaccinazione”.
E probabilmente non ci sarebbe stata nemmeno la Guerra Fredda, perché se non ci fossero stati industria cybernetica e dominio tecnologico dell’Occidente, probabilmente l’Unione Sovietica non sarebbe stata in grado di competere e sarebbe collassata.
Conosciamo già il suo pensiero a proposito dell’Internet of Things, ma ci piacerebbe sapere qual è il suo punto di vista su ciò che accadrà in futuro a tal proposito.
Una battaglia epica tra le major. Google, Apple, Facebook, Amazon, Microsoft, Samsung, Huawei, Weibo... L’Internet of Things non sembra affatto ruotare intorno all’Internet of Things, ma al controllo cybernetico della proprietà. Ne abbiamo già visto i primi segnali. Apple Home non collaborerà con Google, e ci sarà competizione tra le nuove chatbox, che non comunicheranno tra loro e si divideranno il mondo fisico come una torta.
La gente pensa all’Internet of Things come ad applicazioni domestiche da utilizzare in casa, ma penso che il cambiamento avverrà negli utilizzi militari e industriali. È un fenomeno in continua evoluzione, lo osservo da trent'anni e ancora continua a stupirmi. Ogni settimana sembra esserci una situazione fino a prima impensabile. Non avremmo mai pensato che le telecamere di sicurezza cinesi potessero diventare dei dispositivi di attacco per gli hacker (in questo articolo di Motherboard Italia potete trovare più info sulla vicenda, ndr). È una cosa incredibile a cui assistere.
Fonte: Pagina Ufficiale Facebook IF! Italians Festival
Restiamo su questo tema. Privacy e marketing della sorveglianza sono tra gli argomenti a lei più cari. Pensiamo al recente data-gate di Yahoo: come pensa che potremo fidarci delle aziende che esercitano un così grande potere sulle nostre informazioni?
Semplicemente, non possiamo farlo. Come ci si può fidare dell’Agenzia Nazionale per la Sicurezza? Per natura ciò che è nascosto è illegale. Possono evadere la legge ogni volta che vogliono, perché dovremmo fidarci? Sarebbe come domandarsi se i preti siano sempre fedeli alla loro teologia. No, non può funzionare.
Il marketing della sorveglianza è una forma di marketing in cui la gente non paga direttamente per beni e servizi, ma dà qualcosa in cambio della possibilità di essere spiata; è una forma di accordo sociale, ma non penso che si tratti di una situazione davvero stabile, né che ruoti attorno alla privacy. Credo che il vero problema sia la sorveglianza che le major esercitano l’una sull’altra, e che destabilizzerà il mondo dello spionaggio industriale, a causa di questa possibilità di trovare tutte queste informazioni archiviate. Questi database saranno attaccati, e le persone saranno vittime di leak.
È ovvio che Yahoo abbia spiato a lungo le email, ma penso che solo ora i guai siano davvero seri, e non perché sia sorprendente che stessero spiando le email -perché tutti sanno che lo stavano facendo. Il problema è l’irritazione delle persone su questi temi, che non si placherà. Si tratta di pessime relazioni pubbliche per Yahoo: erano già nei guai economicamente e hanno dovuto vendere a Verizon, per cui è un'azienda facile da prevaricare al momento, ed è un atteggiamento frequente nell’industria tech, che si assume per dimostrare di essere migliori. "Oh, in Apple avremmo avuto un'etica migliore nel farlo”. No, non sarebbe stato così, non del tutto, ma come minimo sono obbligati ad opporsi rispetto a qualcuno che ora è oggetto di sdegno. Non è una situazione in cui la legge possa funzionare, ma è una situazione in cui ci sarà una specie di consolidamento. Immagino ci saranno grossi sforzi per tradurre tutto questo in una forma normale e accettata di business.