IA, intelligenza artificiale. Cosa evocano queste due parole? Gli scenari fantascientifici (e spesso catastrofici) presentati da numerose fiction, o più prosaicamente le ultime scoperte in campo tecnologico?
Nel secondo caso l'ultima novità del settore riguarda le voci di corridoio che coinvolgono cinque giganti della Silicon Valley: Alphabet (Google), Amazon, Facebook, IBM e Microsoft hanno avviato degli accordi per stabilire degli standard etici nello sviluppo delle Intelligenze Artificiali.
Uniranno le loro reti dando vita a Skynet? Per ora no.
Intelligenza Artificiale etica
Più prosaicamente, i cinque big dell'industria tech si sono interrogati sulle conseguenze dello sviluppo delle intelligenze artificiali sul lavoro, i trasporti e l'industria bellica.
I dettagli su come il gruppo industriale intende operare sono ancora secretati, al pari del nome dello stesso. Il Times, attraverso fonti anonime, riferisce che lo scopo principale è "far sì che la ricerca sulle IA si focalizzi sul portare benefici per le persone".
La fantascienza ha creato molte aspettative sulle possibilità delle IA . Negli ultimi anni, tuttavia , il loro sviluppo ha fatto grandi passi avanti. Tra gli esempi più famosi ci sono le Google Car, il bot per Twitter Microsoft Tay, lo speaker multifunzione Echo di Amazon e i recenti test di Zuckerberg per creare un maggiordomo digitale che molti utenti di Facebook hanno già paragonato a Jarvis, l'intelligenza artificiale del supereroe Marvel Iron Man.
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La ricerca della Stanford University
In attesa di ulteriori sviluppi, il report Artificial Intelligence and life in 2030 è sicuramente una lettura propedeutica e autorevole. L'opera è stata redatta dopo due anni di ricerche dalla Stanford University, in collaborazione con i ricercatori Google e Microsoft.
Il documento parte dalla presentazione del progetto e dalla definizione di intelligenza artificiale, analizzandone le implicazioni in vari ambiti: trasporto, casa, salute, educazione, popolazioni disagiate, sicurezza pubblica, impiego e divertimento.
Particolare spazio viene poi dato ai suggerimenti per la regolazione delle IA, rendendo il report prezioso non solo per tecnici e imprenditori, ma anche per i legislatori. L'introduzione alla sezione III, dedicata appunto alle policy, evidenzia che "l'obiettivo delle applicazioni pratiche delle IA deve essere la creazione di valore per la società", che deve essere quindi diffuso, e non nelle mani di un'élite.
No alla guerra
Esplicitamente escluso dalla ricerca è invece l'aspetto bellico, per i quali gli scienziati non escludono uno studio dedicato nel futuro.
La relazione, inoltre, non considera plausibile lo scenario per cui una "singolarità" possa portare le macchine a sviluppare un'autocoscienza ed eventualmente ad attuare comportamenti ostili all'umanità. "È stata una decisione consapevole di non dare credito a questa convinzioni", ha tenuto a precisare Peter Stone, scienziato della Texas University coinvolto nella redazione della ricerca.
Per una partita a Wargames, insomma, c'è tempo.