Tanto tuonò che piovve.
In una nota pubblicata da Margrethe Vestager, responsabile della Commissione Europea sui temi della libera competizione, ad Apple è stata notificata una sanzione per mancate tasse versate per circa 14 miliardi di euro.
La Commissione Europea ha infatti determinato che il fisco irlandese (ricordiamo che la sede legale di Apple in Europa è proprio in EIRE) potrà e dovrà rivalersi sull'azienda per circa vent'anni di agevolazioni fiscali ritenute illegittime.
"Apple's tax benefits in Ireland are illegal" & breach state aid rules - European Commission https://t.co/fIQSoNGmFD https://t.co/cbJi064gpL
— BBC Breaking News (@BBCBreaking) 30 agosto 2016
Violazione di Apple, ma anche di un paese membro
A volerla raccontare tutta bisogna però specificare che quello della Commissione è un parere consultivo ma non vincolante. Sarà infatti proprio il fisco irlandese a decidere nel concreto cifra e metodo di riscossione.
Ciò che è stato stabilito con la decisione di stamane è che l'accordo in essere tra EIRE ed Apple, che ha previsto dal 1996 una aliquota fiscale dell'1% in cambio di investimenti occupazionali nel paese, è stato dichiarato come aiuto di stato in violazione della normativa europea.
Non è stata ancora diramata una comunicazione ufficiale da parte di Cupertino in merito alla decisione, ciò che è già noto è il parere negativo degli USA che vedono, in questo tipo di decisioni un interventismo sovrannazionale che strozza gli investimenti delle imprese americane, sulla scia della mancata chiusura dei trattati del TTIP degli scorsi giorni.
Resta sui nostri canali per seguire gli sviluppi di questa vicenda, il post sarà aggiornato non appena ci saranno nuove informazioni.
UPDATE
Apple ha appena pubblicato sul suo sito web una lettera aperta di Tim Cook in relazione alla sentenza di oggi, vediamo alcuni passaggi significativi:
36 anni fa, molto prima di introdurre gli iPhone, gli iPod o anche il Mac, Steve Jobs si insediò in Europa. A quel tempo, l'azienda sapeva che al fine di servire i suoi clienti nel continente, avrebbe dovuto avere una sede lì. Così nell'ottobre del 1980 Apple aprì una fabbrica a Cork, in Irlanda, con 60 dipendenti.
[...]Col susseguirsi degli anni abbiamo ricevuto delle linee guida dalle autorità fiscali irlandesi su come agire nel modo corretto con le leggi del paese - il medesimo tipo di linee guida disponibile per ogni azienda che voglia fare business lì. In Irlanda ed in ogni altro paese in cui opera, Apple osserva la legge e paghiamo tutte le tasse che dobbiamo.[...]
[...]Il parere offerto il 30 agosto (dalla Commissione Europea) implica che l'Irlanda ha stretto con Apple un accordo speciale riguardo le nostre tasse. Questa affermazione non ha basi fattuali nè in termini di legge. Non abbiamo mai chiesto, nè abbiamo mai ricevuto, alcun accordo particolare.[...]
[...]La mossa della Commissione non ha precedenti ed ha implicazioni serie e su vasta scala. Propone di fatto di sostituire le leggi fiscali irlandesi con una visione di ciò che la Commissione ritiene che la legge dovrebbe essere. Questo sarebbe un colpo devastante alla sovranità nazionale degli stati membri della UE su temi fiscali, e sui principi di certezza del diritto in Europa. L'Irlanda ha fatto sapere che farà appello rispetto alla decisione presa ed Apple farà lo stesso. Siamo convinti che la decisione della Commissione sarà ribaltata.[...]
[...]Siamo legati all'Irlanda e pianifichiamo di continuare ad investire lì, crescendo e servendo i nostri clienti con lo stesso livello di passione ed impegno. Crediamo fermamente che i fatti ed i principi legali sui quali l'Unione Europea è stata fondata alla fine prevarranno.
Tim Cook.