C’era una volta l’advertising, la pubblicità con cui il brand presentava al mercato il suo nuovo prodotto, con tanto di caratteristiche e utilizzo, per incrementare le vendite. Ma nel mondo di oggi in cui i social, la condivisione, la rapidità di informazione hanno superato i media tradizionali, la pubblicità non è più abbastanza. Ecco quindi che si afferma, sempre più rapidamente, l’importanza del Corporate Storytelling.
Fare Corporate Storytelling significa, appunto, raccontare la storia della propria azienda o del proprio prodotto. Un racconto, però, in grado di differenziare in modo puntuale il proprio brand dai concorrenti.
I giusti ingredienti nella nostra storia diventano: un buon protagonista, un buon copy e una buona immagine o grafica e infine la giusta dose di emozioni e valori condivisi, in grado di coinvolgere il cliente in modo più profondo.
Il Corporate Storytelling, in alcuni casi, diventa il fattore di successo o insuccesso del brand, che può decidere di puntare tutto sulle emozioni, o far scendere in campo anche il prodotto.
Emozionare prima di tutto, quando il Corporate Storytelling non punta tutto sul prodotto
Guinness e New Bell of South Africa hanno puntato tutto su un Corporate Storytelling fondato sulle emozioni, anzi, più specificatamente sulle emozioni e i valori condivisi con il cliente che acquista i loro prodotti: birra e liquore sono messi in secondo piano rispetto al piacere di berli in compagnia.
Nel caso della birra irlandese, le storie prese in considerazioni sono due: la prima è il celebre filmato con protagonisti dei ragazzi che giocano a basket in sedia a rotelle, alla fine del video si scopre che solo uno di questi è davvero disabile, gli altri si sono affidati alla disabilità solo per poter giocare tutti insieme. La Guinness compare solo in chiusura per coronare il piacere di bere una birra con gli amici accompagnata dal famoso claim “ The choices we make reveal the true nature of our character”, vale a dire sii la miglior persona che puoi essere e bevi la migliore birra sul mercato.
La seconda storia della nostra amata birra racconta di una barista che lascia ogni sera un bicchiere pieno di Guinness ad un tavolo vuoto, non permettendo a nessuno di avvicinarsi. Una sera, però, le speranze della protagonista vengono esaudite e un soldato, tornato dall’impegno militare, si accomoda e gusta la sua birra. Anche in questo caso lo spot si conclude con il celebre claim, che questa volta vuol accomunare la forza d’animo e le scelte determinate dei due personaggi.
Il secondo brand di questa categoria è New Bell of South Africa: lo schotch non è un liquore qualsiasi, ma diventa il mezzo per festeggiare un padre che ha imparato a leggere solo per gustarsi il libro del figlio. Qui lo scenario, le musiche la fotografia contano per far emozionare ancora di più lo spettatore che alla fine si immedesima nei protagonisti e, per la gioia di condividere il traguardo raggiunto, vorrebbe festeggiare con la famiglia riunita.
Brand e prodotto, un connubio da non sottovalutare se si fa Corporate Storytelling
Nonostante le emozioni contino in un Corporate Storytelling efficace, non bisogna mai dimenticarsi del prodotto che l’azienda offre e Google, Dawn e Lego fanno scuola.
La prima storia racconta della capacità di Google di dare risposte alle domande dei suoi utenti, come anche far ritrovare due persone che, a causa degli eventi della vita, non si vedevano né sentivano da tantissimo tempo. In questo filmato Google ci dice come, attraverso la sua capillarità e completezza di informazioni, ogni sogno e desiderio siano realizzabili.
Dawn, invece, racconta uno dei temi più cari al giorno d’oggi, l’ecologia, e lo fa mettendo al centro il suo prodotto, uno sgrassatore così efficace, ma rispettoso dell’ambiente, da essere in grado di ripulire gli anatroccoli dal petrolio. Ecologia, cuccioli e prodotto, cosa c’è di più efficace per farsi ricordare?
Ultimo il caso Lego e la sua pubblicità per The Lego Movie. Il segreto di questo successo è che il brand di costruzioni giocattolo non si è limitato a fare un banale trailer, ma ha costruito un cortometraggio e quindi un Corporate Storytelling anche per annunciare il suo film. Questo ha dato modo di far entrare in confidenza lo spettatore con il mondo Lego attraverso il racconto di piccole storie, ironiche e divertenti, da ricordare.
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Storytelling interattivo, una nuova tecnica per lasciare le decisioni in mano al cliente
E se il nemmeno il semplice Storytelling dovesse bastare arriva in soccorso dei brand il Corporate Storytelling interattivo, un concatenarsi di scene e parole che lasciano in mano all’utente la facoltà di scelta, aumentandone il coinvolgimento e incrementandone l’attenzione.
Il racconto interattivo si basa sul design interattivo, a disposizione del brand per enfatizzare i concetti e le scene più importanti su cui vuole che lo spettatore si concentri. Quindi al di là di un semplice scorrimento di slide, verso un vero e proprio racconto interattivo che ponga sempre di più l’utente al centro.
Il risultato? Meno noia e più brand in top of mind.
Piccola curiosità: esiste un evento che premia i Corporate Storytelling più riusciti. The Brand Storytelling Awards, giunto alla terza edizione, premia nel contesto italiano dell’università IULM, i tre progetti più validi nell’ambito del Corporate Storytelling in campo di Product, Corporate, Employer o Marketing Territoriale. Ad ottobre verranno proclamati i vincitori per quest’anno.