Gli investitori temono che la tedesca Rocket Internet stia precipitando, da quando, quattro anni dopo il lancio di Jumia e il tentativo di espansione nei mercati africani, russi e sud americani, i risultati non si sono rivelati quelli sperati.
Ma andiamo con ordine.
Rocket Internet SE è un'impresa tedesca di servizi internet con sede a Berlino. Fondata nel 2007 dai tre fratelli Marc, Oliver e Alexander Samwer, la società possiede startup e partecipazioni azionarie in varie attività di eCommerce.
Rocket Internet conta oggi più di 30.000 dipendenti nel mondo, con la sua rete di società, operanti in 110 Paesi, e i suoi più grandi successi sono stati Zalando (di cui ormai Rocket Internet detiene solo una piccola percentuale di quote), Foodpanda, Jabong.com e HelloFresh.
La sfida dei mercati emergenti
Nel 2012 il colosso tedesco dell'eCommerce ha lanciato Jumia, una piattaforma che puntava a diventare l'Amazon africano, facendo leva su una classe media in rapida espansione che si sarebbe presto spostata dai mercati e dagli acquisti in strada allo shopping online.
Quattro anni dopo, un calo delle vendite per i siti come Jumia e una crescita più lenta del previsto dalla Nigeria alla Russia e al Brasile ha fatto mettere in dubbio l'ambizione di Rocket Internet di diventare la più grande società al mondo di Internet al di fuori degli Stati Uniti e della Cina.
Jumia ha registrato una perdita sulle vendite di 17 milioni di euro (circa 18,8 milioni di dollari) nei primi tre mesi, pari a un terzo del totale. La svalutazione della naira, la valuta nigeriana, la scorsa settimana è stato l'ennesimo colpo per Jumia, che attualmente opera in più di 20 Paesi dell'Africa.
La crescita ha subito un rallentamento anche per la maggior parte delle altre 11 startup leader di Rocket Internet, i cui interessi vanno dall'eCommerce di arredamento al food delivery in Europa, fino al fashion online nei mercati di India, America Latina e Medio Oriente.
Le perdite sarebbero, secondo VentureBeat, la conseguenza di un contenimento della spesa per il marketing e la logistica.
Lo scetticismo degli azionisti
Proprio in conseguenza di questa situazione gli azionisti hanno manifestato qualche dubbio sulla valutazione del portfolio di Rocket Internet e hanno messo in discussione la strategia di investimento nella creazione di 150 startup in più di 110 Paesi nel giro di pochi anni.
Azionisti scettici e scarsa fiducia verso i mercati emergenti, associati ad un prezzo ad azione sceso del 39% nel corso dell'anno, portano ad una vera e propria crisi per Rocket Internet.
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Con poche altre aziende tech quotate in Europa, gli investitori avevano colto al volo l'opportunità di investire in una serie di imprese in rapida crescita quando Rocket Internet era stata quotata nel 2014, spingendo ad una crescita di oltre il 50% del titolo nei primi mesi e suggerendo grandi prospettive per il colosso tedesco.
Tuttavia, il titolo si è inserito in una traiettoria discendente dal febbraio del 2015, dopo che ha sorpreso gli investitori con un nuovo aumento di capitale e ha spostato la strategia di investimento nel settore del food delivery nei mercati sviluppati.
L'ultimo crollo delle azioni è iniziato ad aprile, quando lo svedese Kinnevik, secondo più grande azionista di Rocket Internet dopo i fratelli Samwer, ha tagliato di due terzi la valutazione per i suoi siti di moda emergenti.
Kinnevik, dopo essersi dimesso dal consiglio di amministrazione motivando la decisione con possibili futuri conflitti di interesse, ha sostanzialmente rifiutato di puntare sul gigante dell'eCommerce tedesco in Africa, investendo su Konga, il principale rivale di Jumia.
Rocket Internet a picco? Un problema di comunicazione
Secondo le dichiarazioni di alcuni investitori il problema principale di Rocket Internet sarebbe una scarsa trasparenza nella comunicazione e anche uno dei fratelli Samwer ha ammesso che la società inizialmente aveva fatto troppo poco per comunicare con gli investitori dopo l'IPO, pur affermando di non essere preoccupato per il prezzo delle azioni.
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"Abbiamo piantato molti semi e credo nei prossimi 24 mesi molti investitori la vedranno allo stesso modo", ha dichiarato in una conferenza sul tech a Berlino.
Anche la vendita per un miliardo di dollari ad Alibaba di Lazada, il clone in perdita di Amazon nel sud-est asiatico, sottolinea, secondo i Samwer, la logica di spingersi nei mercati di frontiera prima dei rivali più affermati.
E alcuni investitori sembrerebbero effettivamente disposti a dargli più tempo.