Negli ultimi anni il tema della violenza domestica è tristemente e vorticosamente salito agli onori della cronaca, in Italia come all'estero. A questo vero e proprio dramma sociale, più sfaccettato e complesso di quanto non si pensasse, hanno dedicato i loro sforzi molte associazioni: tra queste la Allstate Foundation Purple Purse, che ha recentemente lanciato la sua campagna #FreeToWalk, anticipata dal video "America's Largest Prison Break".
Curata da Leo Burnett, questa comunicazione mira a sensibilizzare l'opinione pubblica sul ruolo giocato dall'aspetto finanziario, in quasi tutti i casi di violenza domestica. Ispirandosi alla vera storia di Lori, una donna americana che per anni ha nascosto i risparmi necessari per scappare dalla sua prigione, "America's Largest Prison Break" mette lo spettatore davanti ad una condizione spesso poco conosciuta, quella della violenza e privazione non solo umane ma anche economiche.
La fotografia scura e la scenografia angusta (ben contrapposta alla luce e agli spazi ampi della camera da letto attraverso la quale la protagonista scappa), il voiceover martellante accompagnato da una musica altrettanto angosciante trascinano chi guarda lo spot nella stessa prigione che la campagna vuole abbattere tramite la sua raccolta fondi per il finanziamento delle vittime.
Alcun dati sulla violenza domestica
Secondo i dati raccolti dalla stessa Allstate Foundation Purple Purse, nel 99% dei casi alla violenza fisica si accompagna anche la privazione economica, che si concretizza nel divieto di disporre delle proprie finanze e, spesso, anche di avere un'occupazione che possa garantire l'indipendenza dal coniuge. Statistiche recentemente pubblicate dall'Istat parlano di quasi 7 milioni di vittime che hanno subìto qualche forma di abuso nel corso della propria vita.
Numeri impressionanti che tuttavia non sembrano aver generato la necessaria mobilitazione, anche culturale, da parte di istituzioni e opinione pubblica. Di questo triste fenomeno si conosce poco, un poco che si autoalimenta in occasione della diffusione di notizie sull'ennesimo caso conclusosi in tragedia. Il merito di questa campagna è fare luce su di un aspetto portante quanto ignorato della violenza domestica.
Al contrario di quanto accade nelle campagne di utilità sociale alle quali siamo abituati, ancor prima che fare prevenzione l'obiettivo primario è qui spiegare, documentare e perfino far accettare l'esistenza ingombrante, pericolosa e non più ignorabile di un fenomeno purtroppo in continua crescita. Una delle reazioni più comuni, di fronte al dato tristemente basso di denunce da parte delle vittime, è la domanda "Perché non te ne vai da casa?", come anche uno degli ultimi frame della campagna sottolinea. La risposta ha cercato di darla la campagna #FreeToWalk.
Il video realizzato dall'agenzia Leo Burnett riesce in maniera puntuale e diretta a comunicare agli spettatori la gravità di una condizione sempre più diffusa, invitandoli a contribuire al sostentamento di un fondo speciale istituito in favore delle vittime di abusi domestici.
' format='16-9']Credits:
Agency: MSLGROUP/Leo Burnett
CCO: Britt Nolan
Executive Creative Director: Charley Wickman
Creative Director: John Kistner, Scott Smith, Mikal Pittman
Art Director: Denison Kusano, Lindsay Stevens
Copywriter: Jeremy Adams, Melanie Sawyer
Group Executive Producer: Veronica Puc
Producer: Leah Karabenick
Production Company: Greenhouse
Director: Mikal Pittman
DP: Paul Cameron
Line Producer: Jonathan Becker
Editorial: Greenhouse
Editor: Greg Somerlot
Color: Filmworkers
Colorist: Jeff Altman
VFX: Ang Puglise
Music: Human
Recording Studio: Another Country
Account: Varsha Kaura, Sheila Berlman, Kelly Chuipek, Josh Crost
PR: Amy Cheronis, Lynsey Elve, Lily Merritt