Le persone affette da schizofrenia riscontrano spesso difficoltà nel relazionarsi con gli altri e questo causa un disagio, un senso di isolamento in tutti coloro che vivono questa terribile condizione.
Da qui che nasce l'idea della dottoressa Danielle Shlosser, professoressa di psichiatria dell'università della California, di dar vita ad un'applicazione mobile in grado di connettere le persone affette da schizofrenia con l'obiettivo di farle sentire meno sole e aiutarle a migliorare la qualità della loro vita sociale.
L'applicazione vuole essere un luogo in cui il paziente può trovare conforto e sostegno, condividere e chiedere consigli alle persone che vivono le sue stesse esperienze e allo stesso tempo trovare nei momenti di difficoltà un supporto istantaneo da parte di medici specializzati.
Un nuovo modo di trattare la schizofrenia
Anche se i progressi farmaceutici hanno reso più facile il trattamento delle crisi e dei deliri che sono i sintomi più evidenti della schizofrenia, spesso non risolvono i problemi meno evidenti di cui i pazienti soffrono come l'ansia e la mancanza di motivazione.
Prime unendo gli elementi caratteristici di un social network alla terapia on-demand, mira a colmare le lacune lasciate dal trattamento chimico, creando una rete sociale fatta di pazienti e professionisti della salute mentale.
Secondo l'ideatrice della applicazione, i pazienti schizofrenici sono inclini all' isolamento sociale, anche nei casi in cui la patologia viene trattata farmacologicamente:
I metodi tradizionali non portano sempre al successo perché richiedono di recarsi dal medico per poche ore a settimana, ore in cui al paziente vengono trasmesse una serie di informazioni che dovrebbe essere in grado di ricordare e sfruttare nei momenti critici della sua vita. Al contrario, con Prime le istruzioni e le informazioni sono a portata di mano, il supporto che offre è veloce e istantaneo.
Prime: il social network per combattere l'isolamento sociale
Prime è stata progettata seguendo le logiche proprie dei social network: ogni paziente ha il proprio profilo personale in cui può esprimere interessi e stati d'animo e allo stesso tempo può rendere noti i sintomi di cui è affetto, aggiornare il proprio stato, commentare i post degli altri utenti. Il profilo di ogni singolo utente viene automaticamente associato a quello di altri pazienti simili che presentano la stessa sintomatologia e ad un coach in grado di offrire tutto il supporto necessario.
L'applicazione è stata anche pensata per migliorare i deficit motivazionali dei pazienti: ogni persona può aggiungere degli obiettivi che intende perseguire, ad esempio "uscire oggi", "andare al cinema domani".
Una cura efficace
Pineda, un paziente affetto da schizofrenia che ha preso parte alla fase sperimentale dell'app, racconta:
Prima di utilizzare Prime vivevo un conflitto di personalità, anche se ero circondato dalla mia famiglia mi sentivo solo e a ansioso, nessuno dei miei familiari poteva capire quello che stavo vivendo, restavo sempre chiuso in casa e iniziai a prendere peso. Mi sarebbe piaciuto andare in un ristorante, avere degli amici, ma avevo paura. Quando ho ricevuto la telefonata da parte del team della dottoressa Schlosser in cui mi è stato chiesto se volevo partecipare alla prova dell'applicazione , ho accettato subito. Dopo averla installata sullo smartphone ho provato subito una sensazione di sollievo, come se avessi in tasca un' ancora di salvezza.
Grazie all'utilizzo dell'app il paziente ha iniziato a perdere peso e socializzare di più con il fratello e con la rete dei giovani che stavano vivendo la sua stessa storia.
Pineda non è stato l'unico che ha tratto dei benefici dall'uso di Prime, durante i mesi di fase sperimentale, molti altri utilizzatori dell'applicazione hanno mostrato dei netti miglioramenti, Crandall-Martin un altro paziente coinvolto ha raccontato:
Ora che lo studio di Prime è terminato, mi manca utilizzare l'applicazione, non avrei mai pensato che un'app avrebe avuto un impatto tale sulla mia vita, mi manca la community affiatata di cui facevo parte, ora il mio dosaggio farmacologico è aumentato.
La connessione istantanea fornita dalla tecnologia mobile può essere un nuovo e potente strumento nella lotta contro una malattia in cui il senso di isolamento dei pazienti è elevato, e potrebbe giocare un ruolo importante nel futuro del trattamento della schizofrenia.
L'applicazione è attualmente in fase di test ma gli sviluppatori e la dottoressa Danielle Shlosser e tutto il suo team sperano di renderla disponibile entro il prossimo anno.
Potrà questa applicazione cambiare il trattamento della schizofrenia?