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Facebook Instant Articles: la rivoluzione nascosta

Con gli articoli istantanei Facebook fa il primo passo verso la retribuzione degli editori

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Carmine Ferro 

Ads Manager

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Pubblicato il 27/04/2016

Dal 12 aprile su Facebook sono disponibili a tutti gli editori gli Instant Articles, ovvero contenuti ottimizzati per la visualizzazione da mobile e sviluppati in html5 che vengono caricati in maniera molto più veloce lato utente, permettendo quindi una maggiore leggibilità e un conseguente deciso miglioramento di tutte le metriche di lettura (click, condivisioni, bounce rate).

Questi articoli, se pur ospitati sempre sui server dell'editore (che conserva quindi la proprietà intellettuale, nonchè tutte le metriche di visite e pageviews) permettono a Facebook di monitorare statistiche di traffico e soprattutto definire stili e standard univoci di visualizzazione. A regime, nel caso una buona percentuale di portali dovesse decidere di adottarli, l'utente potrà leggere i contenuti che gli interessano in maniera più rapida, nonchè più comoda, rimanendo praticamente sempre dentro il circuito di Facebook.

LEGGI ANCHE: Instant Articles: 10 step per creare il tuo primo articolo

La monetizzazione tramite Audience Network

La grossa novità però, per ora ancora molto sottovalutata, è che all'interno degli Instant Articles sarà possibile per gli editori inserire degli spazi pubblicitari venduti poi da Facebook agli inserzionisti tramite il canale dell'Audience Network, che fino ad ora era stato utilizzato esclusivamente per la gestione delle inserzioni delle app mobile.

In poche parole questo è il primo passo affinchè qualsiasi proprietario di un blog (e di una pagina fan, ovviamente), indipendentemente dai volumi di traffico, possa guadagnare direttamente grazie a Facebook senza dover appoggiarsi a strumenti di monetizzazione (affiliazione, CPC, CPM) esterni.

audience network instant articles

Citando proprio le parole di Facebook nella sezione Instant Articles:

"Gli articoli interattivi sono progettati per offrire agli editori il controllo delle inserzioni. Gli editori possono vendere le inserzioni all'interno degli articoli e trattenere i ricavi. In alternativa, possono usare Audience Network di Facebook per pubblicare inserzioni e ottenere una quota di profitti standard del settore." avendo così accesso a un mercato con circa tre milioni di possibili inserzionisti (ovvero gli utilizzatori degli strumenti di Facebook ads).

In sintesi:

  1. Facebook punta a diventare lo standard per la fruizione di contenuti da dispositivi mobili;
  2. Facebook punta a gestire un enorme numero di spazi pubblicitari e di pageviews, avendo già un enorme numero di potenziali inserzionisti;
  3. Un editore, potenzialmente, potrebbe comprare visite tramite Facebook, e monetizzare queste visite sempre grazie a Facebook.

Insomma: la chiusura totale del cerchio!

Conviene agli editori?

Fino a oggi Facebook si è proposto esclusivamente come venditore di spazi pubblicitari/visibilità agli editori, che quindi hanno potuto tramite le inserzioni comprare "traffico" proveniente da Facebook in vari modi. Successivamente questo traffico veniva monetizzato principalmente tramite:

  1. Vendita diretta:  dando visibilità ai propri prodotti/servizi;
  2. Affiliate marketing: prendendo una percentuale sulla vendita di servizi di terzi;
  3. Adsense (CPC): i classici banner di Google, che vediamo su quasi tutti i siti;
  4. Affittando spazi a CPM a grossi network, che a loro volta vendono le impressions ai brand. Un po' quello che fanno Banzai (Giallo Zafferano, etc), Ciapeople (Fanpage), o il gruppo Messaggero (Fantagazzetta, etc).

Con gli Instant Articles Facebook si pone in diretta concorrenza sia con Google che con i network del CPM, perchè in base alla convenienza un qualsiasi editore, sia che abbia un sito da milioni che da poche centinaia di visite, potrà autonomamente inserire nei propri articoli il banner gestito dal circuito di Facebook, e ricevere pagamenti per le visualizzazioni. Finalmente ci sarà chi potrà dire che "guadagna con Facebook".

Per capirne la convenienza però bisognerà valutare l'effettivo valore che Facebook assegna alle visite, e fino a che livello si spingerà la settorializzazione, perchè ovviamente visite di un portale generalista non possono valere quanto visite su un sito che dà consigli sui forex.

Ma se grossomodo le valutazioni saranno in linea coi prezzi di mercato, la facilità di ingresso in questo mercato, unita alla facilità di utilizzo lato utente degli Istant Articles che consentono inoltre un incremento notevole delle pageviews e delle condivisioni, potrebbero dar vita a un prodotto che acquisirà grosse fette di mercato.

Conviene agli inserzionisti?

Per i brand che decidono di acquistare impressions questi nuovi spazi potrebbero essere molto appetibili, sia per la comodità d'uso (potrebbero gestire tutto internamente, magari tramite un Account manager di Facebook che gli dà supporto) che per l'ampia possibilità di targetizzazione, avendo la possibilità di avere visibilità sui siti che più si sposano con il loro obiettivo di pubblico.

In un immediato futuro una azienda (SKY, Coca Cola, Mediaworld, etc) potrebbe comprare impressions direttamente da Facebook (come già fa con Google) per farle apparire solo su siti a tema specifico. O geolocalizzate, o per interessi, o per amicizie, o per retargeting, o per tutte le info che Facebook raccoglie costantemente dai suoi utenti.

Ma questa può essere una rivoluzione per le piccole aziende che vedranno abbattuta la barriera di doversi rivolgere alle grandi agenzie pubblicitarie, potendo scegliere budget ed esposizione in maniera molto flessibile.

Ciò significa che, ad esempio,  mentre leggiamo un articolo di un food-blogger potrebbe apparirci la pubblicità del ristorante del nostro quartiere, con la possibilità di poter ordinare la cena, magari tramite Facebook Messenger!

Sarà quindi una grande sfida anche per gli Ads manager che potranno scegliere, a regime, di far apparire le inserzioni tra un enorme numero di siti web (e relative impressions); conoscendo le potenzialità dello strumento marketing di Facebook c'è solo da cominciare a far galoppare la fantasia per sfruttarle al meglio!

Facebook Messenger presenta Codes, Usernames e Links

LEGGI ANCHE: Facebook Messenger sarà l’app del 2016?

Conviene al lettore?

Decisamente si!

Chi legge gli Instant Articles vede abbattersi l'attesa nel caricamento del sito, continua a navigare su siti responsive senza lo stress di stili e formati diversi, ma soprattutto potrebbe finalmente salvarsi da quello che sta diventando un problema enorme per la user experience: l'esasperazione nella ricerca del guadagno CPM. Guadagnando infatti "brutalmente" in base al numero di views, gli editori che vendono spazi a CPM hanno cominciato a fare il possibile per aumentare le impression: aumentando i banner e aumentando le pageviews.

In questo modo però hanno "truffato" sia l'utilizzatore finale, che si vede sommerso da pubblicità molto fastidiose ogni qualvolta deve reperire una informazione, nonchè l'inserzionista, che a volte prende dei buchi incredibili con milioni di impression di dubbia provenienza che non portano nessun vantaggio tangibile.

C'è da dire che anche Facebook pagherà a CPM, ma avendo a monte un controllo più rigoroso sugli spazi e la user experience alcune storture (pop-up, pop-under, banner fastidiosi che coprono l'articolo, video player automatici, etc) dovrebbero essere un ricordo.

Quindi cosa faccio?

Beh, se hai un sito sicuramente la prima cosa che dovresti fare è quella di seguire la procedura di attivazione degli Instant Articles e ottenere l'approvazione. Poi appena possibile confronta la remunerazione degli spazi gestiti da Facebook con quella che ricevi gestendoli autonomamente. Se dalla tua analisi credi che possa esserci un vantaggio, hai trovato la risposta. Istantanea!

Scritto da

Carmine Ferro 

Ads Manager

Ingegnere per sbaglio, rimasto poi folgorato dall'editoria e dal marketing online. Sono bravo a far cliccare i bottoni, principalmente nel campo del gambling (poker, betting, … continua

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