Se ne parlava già da tempo, ma fino ad ora si trattava solo di una delle tante proiezioni del buon Mark sul futuro prossimo venturo.
Adesso che è stato ottenuto il brevetto, invece, il progetto può prendere il via: Facebook metterà a punto un software per analizzare post e commenti sul social in cerca di nuovi termini e modi di dire, abbreviazioni, acronimi, nickname e tutto quanto possiamo raggruppare sotto l'etichetta di slang.
Per quale motivo? Per dare vita ad un dizionario social che registri tutti i neologismi prima ancora che diventino popolari e di uso comune. È caccia al nuovo petaloso, insomma.
D'altra parte è soprattutto sui social che ogni giorno nascono, si diffondono e si contaminano nuovi modi di dire e nuovi significati per parole già esistenti. Le sottoculture non sono morte: sono solo polverizzate, continuamente ibridate e sicuramente effimere, ma non sono mai state tanto vive e prolifiche come nell'era dei social.
Essere sempre sul pezzo però non è da tutti e con la velocità con cui nascono (e muoiono) significati e significanti si fa presto a farsi sfuggire qualcosa. Sicuramente sarà capitato anche a te di imbatterti in qualche vocabolo o espressione che ti ha fatto pensare "cioè?". Ci si sente un po' tagliati fuori, ammettiamolo. Si invecchia all'istante. Poi si va su Urban Dictionary e si torna cool. Anzi, smart. O che altro?
Ad ogni modo, il dizionario social pensato da Facebook dovrebbe assolvere più o meno lo stesso compito dell'amatissimo dizionario urbano: il brevetto appena ottenuto parla anche della possibilità di costruire un'interfaccia che consenta agli utenti di aggiungere, modificare o rimuovere contenuti. Sarà comunque il software in primis a scovare i neologismi, in modo da poterli inserire nel dizionario social e monitorarne l'utilizzo e la popolarità: quando un termine o un'espressione inizieranno ad essere obsoleti o poco usati, verranno rimossi (come illustrato di seguito).
Non si conoscono ancora l'utilizzo specifico e le varie applicazioni che potrà avere il dizionario social. Come riporta Business Insider, il software potrebbe essere utile per realizzare un programma di suggerimento testuale avanzato con i termini non presenti nei normali dizionari.
Facebook per ora non si pronuncia. Ma di certo noi utenti avremo un ruolo chiave e non saremo gli unici a beneficiare di questo strumento: basti pensare ai risvolti per la sentiment analysis. Vai a spiegare agli algoritmi che belieber non è un errore di battitura, che il commento dope! è tutt'altro che negativo, o che mojo non è solo il nome del chihuahua dispettoso di Transformers!