All'interno della sezione Tech di Ninja Marketing ti abbiamo già parlato dell’Internet of Things, letteralmente l’Internet delle cose, che sta a indicare il modo in cui la tecnologia sta cambiando ed evolvendosi, mettendo in comunicazione a livello globale tutti gli oggetti che oggi utilizziamo e continueremo a utilizzare anche domani.
Uno studio pubblicato recentemente dall’Institute for the Future (IFTF) ha immaginato come sarà il mondo da qui a dieci anni, superando lo stato ormai attuale dell’IOT e arrivando a predire L’Age of networked matter: letteralmente, l’Era della Materia Connessa.
1. L’era della materia connessa
Cosa cambia tra i due scenari? Semplicemente il soggetto: mentre l’Internet of Things vede al centro delle trasformazioni il potenziale delle cose, nell’Era della materia connessa ad essere sotto osservazione è la materia stessa, in cui non si includono soltanto i dispositivi di allarme delle auto o la macchinetta del caffè, ma si arriva a parlare di sistemi organici capaci di trasmettere informazioni e comunicare tra loro, con gli strumenti e quindi anche con noi.
La questione è estremamente complessa perché è uno scenario particolarmente futuristico: per capire da cosa partiamo, oggi è in via di sviluppo una tecnologia in grado di captare i segnali di vita di un’intera foresta ed in grado di determinare quali siano i mutamenti climatici che potrebbero portare a uno sconvolgimento dell’equilibrio della foresta stessa: sarebbe un’evoluzione globale perché arriverebbe a toccare tutti noi, e quindi un grosso passo avanti per scienziati ed ecologi che ogni giorno studiano i fenomeni naturali con strumentazioni molto meno potenti, dettagliate ed affidabili.
Con l’ingresso nell’Era della Materia Connessa, saremo in grado di andare ancora oltre.
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2. Dati, cose, materia
Un’evoluzione straordinaria dal punto di vista dei risultati ottenuti, dei soggetti coinvolti, e quindi delle conseguenze sul nostro stile di vita.
Nello studio si parla chiaramente della situazione in cui ci troviamo oggi, che vede un mondo in cui la tecnologia ruota tutta attorno alla raccolta, l’utilizzo e la comunicazione di enormi quantità di dati, che fino a solo dieci anni fa non eravamo in grado di raccogliere; il passo successivo è quello dell’Internet of Things, in cui questi dati diventano strumento e missione delle tecnologie di cui ci serviamo e ci serviremo; infine, nell’Era della materia connessa, a comunicare saranno i sistemi viventi e intelligenti.
Dallo studio leggiamo:
"Nel futuro verso cui ci stiamo muovendo, non soltanto osserveremo sistemi complessi, ma potremo anche modificarli e crearne di nuovi con determinati obiettivi. Tra questi sistemi saremo in grado di pensare e realizzare oggetti per la casa con occhi ed e orecchie, fino a minuscoli robot che si comportano come sciami di api, fino a realizzare vere e proprie città senzienti che dialogano tra loro. Che si tratti di risultati delle nanotecnologie, delle terapie geniche, della geo-ingegneria o di tecnologie ancora inventate, saremo in grado di interagire con questi oggetti naturali e artificiali per influenzare il cambiamento dei sistemi. In futuro cercheremo di programmare il nostro mondo nell’ottica della stabilità e della resilienza."
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3. Scala planetaria, scala urbana, scala umana e scala micro
La proiezione dell’Era della Materia Connessa non si muove unicamente sui tre momenti temporali, ma va in verticale e ci propone quattro diversi scenari:
La scala planetaria, che vede l’applicazione delle nuove potenzialità a questioni come riscaldamento globale, devastazioni ambientali e tante diverse variabili che intaccano l’affidabilità delle previsioni degli ecosistemi in cui viviamo. Ancora una volta, l’imperativo sarà “pensa globalmente, agisci localmente”.
La scala urbana coinvolge chiaramente i sistemi urbani e il modo in cui sta cambiando il concetto stesso di urbanizzazione. Nei prossimi trent’anni le città diventeranno macchine, i cui meccanismi di funzionamento sono sia gli elementi tecnologici quanto quelli organici (le zone verdi come parchi e giardini, ad esempio).
Spostandoci su scala umana, troveremo enormi sviluppi del processo di personalizzazione dei servizi che è cominciato ormai molti anni fa. Inoltre, si andrà nella direzione dell’umanizzazione della tecnologia: un software che non è in grado di riconoscere un bug può creare rallentamenti o danni di diversa entità ad un singolo dispotivio, ma può anche mettere in pericolo esseri viventi, a seconda di che tipo di software stiamo parlando. I meccanismi di controllo di moltissimi strumenti, avranno modo di risolvere problemi e/o trovare soluzioni grazie a processi di analisi e sintesi dei dati che somigliano molto a quelli umani – potremmo quasi azzardare: un giorno le macchine avranno il pensiero laterale!
L’ultima dimensione è la scala dei microambienti: cellule, batteri, le proprietà dei materiali, saranno conosciuti molto meglio di adesso. La possibilità di realizzare macchine piccole quanto un granello di sale potrebbe aprire la strada a esperimenti e operazioni su scala micro – dei composti organici e di quelli meccanici – che inevitabilmente avranno effetti anche su scala macro.
Come ti sembra la prospettiva di vivere in un romanzo di fantascienza da qui ai prossimi decenni?